2. Nel posto sbagliato

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«Scusate ma dite a me?» mi sembra quasi impossibile, forse ho sbagliato qualcosa con i bagagli? Ma non ho niente di strano, sono stata via due giorni, nessun apparecchio ha suonato e non ho niente di insolito con me.

«Ci può seguire per favore?» si mettono uno da una parte e l'altro subito sull'altro lato, mi sento circondata da questi due ragazzoni tutti seri, uno dei due con un braccio mi intima di seguirli.

«Potrei sapere cosa succede?»

«Ci segua signora, le spiegheremo tutto in centrale.»

«Come in centrale? Ma che succede?»

Ovviamente da questo momento non mi rispondono più, mi trascinano letteralmente e mi caricano in macchina insieme a tutti i miei bagagli e senza dire una parola partono in tutta fretta.

Durante il viaggio tento qualche approccio per carpire delle informazioni ma non ottengo niente, questi due sono statue di pietra. E per giunta le mie domande sembrano irritarli ancora di più. Sono sempre più sicura che considerando il trattamento che sto ricevendo deve esserci proprio stato uno scambio di persona, vediamo quando se ne accorgeranno come faranno? Non sono un tipo che si arrabbia ma stavolta è diverso, sono stanca e tutto questo mese è stato tremendo, posso sempre scaricare la mia rabbia su di loro.

In centrale vengo lasciata in una stanza da sola, una stanza piccola senza finestre, c'è solo una scrivania e delle sedie, pochi mobili essenziali. Nessuna carta appoggiata, nessun computer o qualcosa che faccia pensare al posto di lavoro di qualcuno.

«Buonasera signorina De Angelis» sento dire alle mie spalle ad un agente che sta entrando e si accomoda dall'altra parte della scrivania lasciandomi il tempo di osservarlo. Non è in uniforme ma si capisce che è un agente, ha un cartellino di riconoscimento e il tipico aspetto dell'uomo tutto d'un pezzo, un viso duro e aggressivo, sulla quarantina oserei dire, anche se il suo aspetto tetro potrebbe ingannarmi.

«Come fa a sapere il mio nome? Come mai sono stata portata qui? Può spiegarmi cosa succede?» salto completamente i convenevoli e i saluti, mi sono alzata e lo guardò fisso negli occhi. Sa chi sono ma non si è degnato di presentarsi perciò direi che ho bisogno solo delle risposte e poi di andarmene velocemente a casa, con tutte le cose che mi frullano in testa ci mancava solo questa cosa. Ebbene sì, spero ancora sia un disguido.

«Con calma! È stata portata qui perché vorremmo farle delle domande e vorremmo fosse così gentile da dirci tutto quello che sa!»

Mentre il mio cervello elabora le sue parole entra un altro personaggio, si danno il cambio, ora il nuovo venuto si siede davanti a me e l'altro si sposta e mi rivolge subito la parola piazzandosi in piedi davanti per farmi sentire in soggezione visto che mi hanno fatto rimettere a sedere.

«Vorrei sapere come ha conosciuto il signor Khan?» poi socchiude gli occhi squadrandomi intensamente «non faccia quella faccia, sappiamo che vi siete parlati a lungo durante il viaggio.»

«Aspettate un attimo ma di cosa state parlando?»

«Signora De Angelis non ci faccia perdere tempo!» sbotta il poliziotto in piedi davanti a me alzando la voce e facendo un passo avanti per incombere ancora di più. Vuole forse intimidirmi? Queste sono le cose che mi fanno perdere le staffe, odio i maleducati di questo genere.

«Lei è forse quello che fa la parte del poliziotto cattivo?» socchiudo anche io gli occhi mentre lo guardo fredda poi sposto la mia attenzione verso l'altro agente seduto davanti a me «ebbene sappia che a me questo atteggiamento proprio non piace perciò vedrò di evitarla e gradirei facesse altrettanto con me. Eviterò anche di chiedere un avvocato come forse sarebbe nel mio pieno diritto a questo punto» rimangono fermi ma li sento irrigidirsi alle mie parole «dico bene?» stanno aspettando una mia mossa.

MorganaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora