Quando succede ai buoni

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Mi svegliai, non era presto, ma neppure tardissimo. Quei momenti della mattina che ti dicono sia di alzarti che di rimanere a letto, e ovviamente io presi la decisione peggiore: uscire dalle coperte.

Non avrebbe probabilmente fatto una vera differenza rimanere a dormire un'altra ora, o anche tutta la mattina, ma si vede sempre il lato buono della scelta che non si è presa.

In realtà va bene così, questo me lo ripeto sempre, se le cose accadono è perchè devono accadere, si, sicuro... credo.

Fatto sta che a parlarne ora tra me e te, sento i miei pensieri che vagano e si soffermano su particolari probabilmente insignificanti, ma sai non ne ho mai parlato con un altro che non sia me, e nel sentirmi raccontare questa storia, che tante volte ho ripercorso con la mente, improvvisamente mi ricordo di così tanti dettagli a cui non ho mai badato, che non posso pensare non abbaino almeno un piccolo ruolo nella vicenda.

Lei fuma? Ha mica un accendino con sè? Sa io da un po' ormai mi diletto nel fumare la pipa, lo trovo estremamente rilassante. Ma stavo raccontando i fatti di Aprile, è vero, non vorrei perdere il filo.

Dicevamo che mi ero alzata, e la mattinata era veramente gradevole. Un sole gradevole, un tempo gradevole, un mondo gradevole fuori dalla finestra. In effetti davvero una di quelle belle giornata che sembrano fatte per essere ben godute, e mi spiace pensare che non ne abbai approfittato per uscire a passeggiare con un libro, ma in quel momento non so che dire, non ne avevo alcuna voglia. Per quanto il cielo fosse azzurro e l'aria invitante mi sentivo veramente poco desiderosa di uscire, se non per vedere qualcuno dei miei amici. Ero un periodo quello un po' strano, continuavo ad avere la sensazione che presto sarebbe successo qualcosa, e una vocina dentro di me diceva "sta arrivando" senza che io capissi a che si riferisse.

Ha presente quelle sensazioni irrazionali? Si insomma quei presentimenti,quegli istinti inspiegabili, che anche contro alla ragione sostengono con forza le loro idee? Ecco la sensazione è quella.

Fatto sta che pensavo che una chiaccherata con Gabriele mi avrebbe rimesso un po' a posto il cervello; in realtà non va mai così con lui, anzi di solito mi nascono altri dubbi e inizio a riflettere su millemila cose, ma succede con i filosofi. E' un caro ragazzo, davvero, un buon amico. Sicuramente, parlare con lui mi faceva piacere.

Ma lei non mi ha detto perchè si è interessato a questa stupida vicenda. Non è un fatto eclatante e non vedo perchè prenderlo a cuore. Veronica dice? Le ha consigliato di farselo raccontare da me? Ah, lei allora è quel famoso amico di cui mi parlava... Si faccia dare un consiglio da una estranea, eviti di accettare passivamente, si imponga come individuo, cerchi di reagire a quello che le succede e di affrontare le cose, a costo di sembrare cattivo. Questo glielo avrei detto comunque, giornata di Aprile o meno, e infatti l'ho consigliato a più amici. Ma forse, non mi riesce a credere se glielo dico così, in maniera astratta, e probabilmente è per questo che V l'ha mandata sta sera in questo pub, a farsi raccontare una storia da una ragazza che lei probabilmente non solo non conosce come persona, ma ha incontrato per strada, mentre cantava spensierata, mentre aiutava le vecchiette con la spesa, e le è sempre parsa una persona pacifica e tranquilla. Vede che le sono tornata in mente! Ecco si, ero proprio io, quella che cantava l'opera.  

Io non  so cosa lei in questo momento stia reprimendo ma le sconsiglio di continuare per tanto tempo, come vedrà ci sono passata e queste cose di solito non hanno mai una fine felice, almeno qualcuno rimane scottato. 

Per tanto tempo non ho mai veramente reagito, non ho mai urlato o creato veri e propri litigi. Ero quel genere di persona che, per quanto la situazione andasse male, preferiva non reagire, sperando che consigli mormorati e buon senso comune trionfassero. Di cose non ne ho viste poche, e di stronzi me ne sono capitati di vario genere: conoscenti, compagni, amici e pure famigliari. Con molti di loro preferivo farmi scuoiare che litigare, e tutta la merda che mi veniva servita la ingoiavo pur di salvaguardare quella pace di facciata di cui avevo disperatamente bisogno. Non mi piace per altro far star male le persone, e il timore di ferirle e di perderle era un fortissimo deterrente, probabilmente lo è ancora;nonostante tutto le vecchie abitudini sono dure da perdere.

Comunque sia ero uscita con Gabriele e gli stavo parlando in maniera pacata, mi sentivo se devo essere sincera insolitamente tranquilla. La sensazione era come quella di chi è rilassato in spa e non ha un pensiero al mondo. Io mi sentivo così, ma nel mio corpo scorreva una marea esorbitante di sensazioni, rabbia dolore frustazione... Eppure era come se fossi scollegata da tutto questo, lo percepivo ma senza sentirlo davvero, come se stesse succedendo aldilà di un vetro.

Me lo ricordo bene, perchè era una sensazione assurda, e poi il mio cervello ha prodotto le domande fatidiche:" Cosa succede quando arrivo al limite? Quando anche io non riuscirò più a tacere e a subire? Quanto lontano è ancora? E quando sarò lì cosa accadrà?"

Vede, questa domanda ce la si fa spesso, e poi senza darsi una risposta si continua con la propria vita, spostando quel limite sempre un po' più in là. Alla fine però il limite diventa una sbarra sempre più pesante, a quel punto spostarla fa male fisicamente e richiede uno sforzo enorme. Per questo dicevo non finisce mai bene: o si continua e piano piano ci si deteriora nello sforzo, o non si riesce più a spostare.

Io ero bella avanti con lo sforzo, spostavo ormai kili e kili, tonnellate, ed ero stanca. Sa per 18 anni non ho mai diminuito significativamente il peso di quella sbarra e mi trovavo esausta, allo stremo delle forze. Così davanti a quelle domande, a cui non sapevo rispondere, non ho reagito come al solito, ma ho iniziato a sperare, a pregare che qualcuno prendesse la rincorsa e superasse quel fottuto limite.

Alla fine, proprio quel giorno, succede una cosa che forse lei considererà non così esaltante ma che per me fu un totale invito a nozze, con tanto di violini e pompa magna. V ci raggiunge per passare il pomeriggio con noi e si scusa per il ritardo, ma sa non è da lei ritardare e per latro mi sembrava agitata. Parla, chiedi e alla fine salta fuori che questo tipo a scuola sua, uno stronzetto qualunque,  le da fastidio. Un po' di bullismo: la prende in giro, le nasconde la roba e, malauguratamente per lui, era arrivato quel giorno a tirarle uno schiaffo. V si sa sicuramente difendere, ma per svariati motivi suoi che non credo sarebbe coretto dirle senza di lei, sto giro non riusciva proprio a togliersi dagli impicci.

Vede io nemmeno allora sono esplosa, anzi quando abbiamo incontrato il tipo in un parchetto, e lo avremmo pure ignorato se lui non si fosse avvicinato per rompere, ma a voluto fare lo spaccone.

Allora con tutta la calma e la compostezza che Dio ha donato all'uomo gli ho tentato di parlare civilmente, ma ha quel punto vi è stata una spinta di troppo.

A quel punto il limite era veramente troppo pesante e non ce la facevo più, non riuscivo a spostarlo di un centimetro. La rincorsa il tipo l'aveva presa bene, e il suo salto era terminato ben aldilà di quanto ancora potessi sopportare. 

La mia pipa accesa gli è finita in faccia con abbastanza forza, e prima che provasse a replicare l'ho caricato come un ariete. Non mi aveva fatto praticamente nulla, ma io ha lui ho rotto un braccio, provocato una piccola ustione e lasciato diversi segni tra graffi morsi ed ematomi.

Non ha avuto il coraggio di replicare, non si aspettava che una ragazzetta di 55kg lo stendesse così e di certo lo ha raccontato a meno persone possibile. Ma vedi, se non ti spiace inizierei a darti del tu, quando arrivi al punto di scoppiare non importa più quanto pesi o che costituzione hai, diventi abbastanza pericoloso, perchè quello che devi buttare fuori è l'equivalente di un omone di 150Kg iper pompato e assetato di sangue.

Quando i buoni scoppiano, loro sono i peggiori; è meglio la rabbia di 100 tra cattivi e nervosi, che lo scoppio di un solo buono, perchè a quel punto lui si che è difficile fermarlo.

Io ero piena di botte eppure continuavo a colpirlo, mi hanno dovuto portare via Gabry e V. Da allora sento ogni volta questo pazzo e irresistibile desiderio di sfogarmi ancora e non sai quante volte mi hanno allontanato prima che facessi scoppiare una rissa, eppure non  si direbbe guardandomi, no?

Vedi se per tanto tempo non dai da mangiare a un cane, e questo non può morire, non smette di sentire la fame, ma o soffre e si tortura o diventa aggressivo e cerca il cibo da solo.


*Chiedo venia per questo terribile brano, che ammetto non aver nemmeno controllato tanto per accertarmi avesse coerenza o meno (mica sarà importante la coerenza in una storia coff coff coff), ma gli omini nella mia testa e una mia parte hanno molto insistito per farmelo scrivere quindi se ve la volente prendere con qualcuno tutti vostri (peccato vivano nel mio cervello). Sperando quanto meno vi abbai intrattenuto mentre la pasta si cuoceva, vi ringrazio per essere arrivati alla fine. Bye bye.*

Quando si supera la lineaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora