° Juliet °
- Juliet! -.
Ignorai quel richiamo, ignorai la sua voce che non faceva altro che aumentare il peso che mi schiacciava. Come riuscivo ancora a restare in piedi?
- Juliet! Aspetta! -.
Proseguii per la mia strada, ascoltando unicamente i battiti del mio cuore fantasma. Non avevo più un cuore. Era andato perso in qualche punto di quel corridoio, fuoriuscito dalla crepa che mi divideva il petto e che si allargava ogni volta che lui pronunciava il mio nome.
Se avessi pianto forse quel peso si sarebbe allentato, forse quella ferita risanata. Ma le lacrime non volevano saperne di scendere. Rimanevano ancorate ai miei occhi, gettando un velo d'ombra su ogni cosa.
Qualcuno mi afferrò per un polso e io riconobbi quel tocco che avrei voluto non fosse così familiare. Quel contatto che mi aveva sempre procurato dei brividi, in quel momento mi sembrava simile alla morsa viscida di un serpente. E il suo veleno mi consumava muscoli e ossa.
- Lasciami andare - mormorai senza voltarmi. La voce era flebile e calma, ma quasi non la riconobbi come mia. Vuota, senz'anima.
- Juliet, non è come credi. Io... -.
- Lasciami andare - ripetei.
- Principessa... -.
E allora il dolore esplose.
Mi voltai, colpendolo al viso con tutte le forze che mi restarono, trattenendo un verso di rabbia tra i denti stretti.
- Non osare toccarmi! Non osare più pronunciare il mio nome, o chiamarmi a quel modo! - gridai. Una parte di me era consapevole del fatto che rischiavo di farmi sentire da qualcuno dei servitori, ma la ragione era soffocata dal sangue e da quel veleno denso che mi scorreva nelle vene.
Per la seconda volta in quella dannata sera, vidi il volto sconvolto di Daryk, poco prima che le sue fiammeggianti iridi dorate si piantassero su di me.
Aumentò la presa e mi strattonò verso di lui.
- Ti ho detto che non è come credi! Se mi ascoltassi... - replicò, ma s'interruppe schivando di nuovo il mio colpo.
- Non ho intenzione di ascoltare le tue stronzate! Sei come tutti gli altri! Sei esattamente come i cacciatori che tanto dici di detestare!-.
Di nuovo mi tirò verso di lui, aggrappandosi alle mie spalle. - Io non sono come loro! -.
Una risata spenta mi sfuggì dalle labbra. - Sei una persona egoista, insensibile. T'importa solo del tuo bene. Tu sei come loro. Ami il sangue, ti eccita l'adrenalina che ti scorre dentro durante una caccia. È per questo che collabori per trovare quel lupo mannaro -.
- Non è per quello che lo faccio! -.
- E per cosa? Per la tua sopravvivenza? Per la tua libertà? -. Gli puntai l'indice sulla fronte, storcendo le labbra per la rabbia. - La realtà è che presto finirai assorbito da tutto questo e che prenderanno anche la tua mente. Il tuo demone smetterà di ringhiare e si assopirà, fino ad annullarsi completamente. E di te non rimarrà altro che un burattino nelle mani dei cacciatori. E sai perché? Perché tu non hai la forza che avevano i tuoi fratelli. Loro sono morti per difendere sé stessi. Tu morirai per eseguire un ordine di Bram! -.
L'espressione del demone mutò, diventando furiosa. Il suo corpo prese a tremare e percepii gli artigli affondarmi nella carne. Una scia di sangue m'impregnò la manica, colando lungo il braccio. Per un attimo la paura mi scivolò addosso, rischiando d'imprigionare la mia mente nel panico.
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Juliet's Demon [ IN REVISIONE]
Hombres Lobo"Tuttavia non tutti accettarono quella novità. Molti uomini ricordavano troppo bene le storie che venivano raccontate, di come quegli esseri popolassero i loro incubi. Ne erano spaventati... e la paura spesso tira fuori il peggio dalle persone..." J...