Non era menefreghismo, il suo. Semplicemente non gli era capitato di pensarci più di tanto in quei sei anni. A dire il vero, non ricordava neanche quanto tempo fosse passato dall'ultima volta che aveva sentito il suo nome: Alison.
Credeva che fosse la cosa giusta, che fin quando avesse mantenuto la promessa nulla sarebbe andando storto.
Invece eccolo lì, in piedi dinanzi il reparto "servizi sociali" della polizia di Londra.
Il peggio è passato, suggerì a se stesso quasi per rassicurarsi del fatto che mai gli avrebbero affidato una così grande responsabilità.
Dopotutto, durante la chiamata ricevuta quella mattina aveva esplicitamente chiesto se la donna fosse morta.
"Mary Jones non è morta, c'è bisogno di qualcuno che paghi la sua cauzione ed ha fatto il suo nome"
Classico di Mary, lo chiamava ogni qual volta avesse bisogno di soldi.
Con tutto quello che Harry guadagnava non era certo un problema mandarle cinquecento dollari al mese per il mantenimento. Lei in cambio non avrebbe causato problemi, nè tantomeno avrebbe rivelato mai a qualcuno l'esistenza di una "figlia" di Harry.Un uomo sulla cinquantina, brizzolato e robusto, gli andò incontro.
"Sign?"
"Styles, signore. Sono qui per far uscire Mary Jones e.."
L'uomo rise.
"Mary è stata portata, proprio questa mattina, in un centro riabilitazione. Si prevede una sua uscita tra due mesi sperando in una buona condotta"
"Con tutto il dovuto rispetto signor.."
Lesse velocemente il nome sulla spilla.
"Mcdallas! Io esattamente, cosa diavolo ci faccio qui?"
"Ma è qui per la bambina ovviamente! Non le è stato detto nulla?"
Serrò la mascella ordinando a se stesso di stare calmo.
"Ovviamente no."
"A Mary è stato tolto l'affidamento dopo l'accaduto di questa notte, adesso le conviene entrare. Le mie colleghe risponderanno ad ogni sua domanda"Ma riabilitazione per cosa? E soprattutto di che accaduto stava parlando?
Tante domande continuarono a frullare nella mente del giovane, ma vennero bruscamente interrotte dalla voce di una donna.
"Eccovi finalmente signor Styles! Temevo non sarebbe più arrivato!"
Continuava a fissarlo con occhi adoranti, che fosse una sua fan?La sua concentrazione si spostò sulla figura più piccola, eccola lì.
Quella "cosa" che Harry per tanto aveva evitato, ignorato, allontanato.
Sospirò alzando gli occhi al cielo.
"Questa è una buffonata! Io non posso portarla a casa, sono un cantante, le fan impazzirebbero e.."
Indicando la bambina, esasperato
"Rovinerà la mia carriera!"
Perché Niall non è qui? Si chiese.
Quel biondino era in grado di tranquillizzarlo meglio di sua madre.
Alison, che fino a quel momento aveva lo sguardo fisso verso il pavimento, lo fissò a bocca aperta.
Era davvero il suo papà? E se così era, perché non voleva portarla a casa?
"Ascolta, ragazzo"
La donna adorante si trasformò in bestia feroce.
"Se non vuoi assumerti le tue responsabilità, puoi sempre richiuderla in un orfanotrofio e lasciarla marcire lì dentro. Non hai idea di quanto.."
"Oh, perfetto! Dove devo firmare ?"
"Sta scherzando spero. Si tratta solo di due mesi"
Harry le sorrise.
"Mi ascolti, ci sono tante cose che voglio fare nella vita. Come la musica, ad esempio. Ma si fidi di me, non voglio assolutamente e in nessun modo fare il padre."
"Sa che le dico? O la porta immediatamente a casa, o venderò notizie e informazioni ai giornali locali. Anzi,nazionali!"
Il riccio sbarrò gli occhi, portando nuovamente l'attenzione su quella che sarebbe dovuta essere Alison.
"Veda di trattarla con dovuto rispetto e cerchi di farla parlare. È chiusa in un mutismo post-traumatico e.."
"Certo, anche pazza come sua madre."
Le si avvicinò afferrandole il polso, raccolse la sua borsa da terra e si avviò verso l'uscita.Harry, Louis, Niall, Zayn e Liam continuavano a fissare la figurina al centro del tappeto che, non curante, continuava a maneggiare il nuovissimo iPad del padre (cosa che lo fece infuriare e non poco).
"Quindi non parla?"
Chiese Zayn per la terza volta.
"Lei non vuole, è successa la stessa cosa a mia sorella quando morì il cane"
Aggiunse Louis.
Liam, d'altro canto, continuava a chiedere ad Harry come avesse fatto a mettere al mondo una creaturina tanto adorabile.
"Ti daremo una mano visto che non potrà mettere piede fuori di casa. Che ne dite dei turni?"
Harry sorrise per la prima volta in giornata.
"E chi me la tiene stasera?"
"Stasera c'è la riunione con Paul, Harry"
"Potresti chiamare una baby sitter"
"Oh no è fuori discussione, nessuno dovrà sapere della sua esistenza"
Continuarono a discuterne senza rendersi conto che Alison si era sollevata dal tappeto dirigendosi altrove.Aveva intenzione di nascondersi senza farsi trovare mai più, perché non era mica stupida. Si sentiva indesiderata e non voleva essere di peso a nessuno.
"Eccoti qui"
Liam l'aveva trovata nella vasca da bagno, con le gambe strette al petto.
"Non avere paura, io sono Liam e vivremo insieme per un po'."
Alison accettò titubante la sua mano.
"Quanti anni hai piccola?"
"Cinque.. Uh"
Portò velocemente le mani verso la bocca, ricordandosi di aver parlato quando non avrebbe dovuto.
Liam rise di buon gusto.
"Non preoccuparti, non dirò a nessuno che hai parlato, ma visto che ci sei potresti dirmi perché sei scappata qui?"
I suoi occhi verdi divennero lucidi, ritirò leggermente il labbro inferiore cominciando a mordicchiarlo nervosamente.
Dopo qualche attimo di silenzio rispose.
"Harry è il mio papà e non mi vuole bene."
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Alison.
FanfictionStrappata dalle braccia della madre alcolizzata, Alison si ritroverà a fare i conti con una figura ben più autoritaria e fin troppo famosa, suo padre: Harry Styles.