Capitolo 8

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Dopo quella scenata, Gemma decise di lasciare un biglietto e uscire di casa. Non aveva intenzione di andarsene per sempre, anche perché capiva suo fratello e la situazione che era costretto ad affrontare.
Passando una giornata con Alison aveva capito quanto fosse difficile rapportarsi con qualcuno di così vicino a te, ma che non conosci per niente.
Cercare di farla stare a suo agio, preoccuparsi che ti rimanga vicina nelle trafficate strade di Londra e soprattutto renderla felice.
Perché Alison non era esattamente la bambina più felice del mondo; era come se tentasse di lasciare alle spalle un passato tanto brutto da non riuscire a parlarne.
Gli occhi le tremavano ad ogni movimento veloce e brusco, mordeva avidamente il labbro inferiore quando aveva paura e aveva difficoltà a parlare con gli estranei.
Infine era esattamente come Harry, chiusa in se stessa.

Alison rimase sul divano dopo aver salutato Gemma con un abbraccio, quasi come se volesse consolarla.
Aveva sistemato il suo castello proprio al centro del soggiorno, sopra un comodo tappeto persiano che le consentiva di restare lì inginocchiata per ore intere.
Mentre stava spazzolando i capelli di Rapunzel, vide suo padre scendere le scale.
Harry si sistemò i capelli e sorrise appena alla bambina, che invece voltò il capo verso il castello.
Era arrabbiata con lui ed Harry se ne accorse.
Si avvicinò con cautela per poi sedersi proprio accanto a lei.
"È nuovo questo. Chi te l'ha comprato?"
Chiese, indicando il castello.
Alison lo guardò con occhi delusi, che ricordarono ad Harry quelli di Anne, sua madre. Lo stesso sguardo debole ma che sa di amaro rimprovero.
"La zia Gemma"
Ammise con voce spezzata. In realtà aveva il terrore che si arrabbiasse con lei, che buttasse via il suo nuovo gioco, magari perché costava troppo e non lo meritava.
"È molto bello"
Disse invece, annuendo.
Dopo qualche attimo di silenzio Harry allungò la mano verso di lei, con la semplice intenzione di afferrare la bambola dalle sue mani e fare qualche apprezzamento anche su di quella. Ma Alison si ritrasse di scatto, indietreggiando sulle ginocchia con occhi impauriti.
"A-Alison io.."
Harry rimase bloccato sul posto ed emise un sospiro. Forse Gemma aveva ragione, insomma, quale bambino è terrificato dal suo papà?
Solo sua figlia, suppose.
"Mi dispiace tanto per quello che hai visto prima, ma voglio che tu sappia una cosa. Io non mi arrabbierei mai con te perché tu non sei un problema. Sei la bambina più bella e dolce del mondo. E se capiterà di vedere di nuovo papà così, dovrai pensare che tu non c'entri in nessun modo. Pace?"
Harry sorridendo le porse il suo mignolo.
La bambina appoggiò Rapunzel sul tappeto ed impacciatamente si sollevò verso l'alto.
Una volta in piedi raggiunse suo padre per poterlo abbracciare forte e lasciarsi andare sulle sue gambe.
Harry le accarezzò la schiena schioccandole qualche bacio tra i capelli. Subito dopo la sollevò per poi dirigersi in cucina.
"Ti va di fare un dolce?"
Intanto, sicuro della risposta positiva, stava già afferrando la farina da un mobiletto abbastanza alto.
Ali annuì sorridendo ed insieme presero tutti gli ingredienti.
Quando ad Harry squillò il telefono si maledisse. Aveva completamente dimenticato l'appuntamento in studio con Paul e tutti gli altri.
Lasciò Ali su uno sgabello accanto al ripiano della cucina, e rispose.
"Harry ma quando cazzo arrivi? Qui stiamo aspettando solo te"
Zayn urlava dall'altra parte del telefono.
"Scusa amico, ma non posso venire"
"E lo dici solo ora?"
Dalle voci capì di essere in vivavoce.
"Ragazzi, non posso, scusatemi."
"Che problemi hai?"
Dal tono di voce l'irlandese parve davvero preoccupato.
"Ho preso un impegno che non posso rimandare."
Harry riagganciò, approfittando del momento per scrivere un messaggio di testo a Barbara.
Forse era giunto il momento di presentarle sua figlia.

Alison aveva, in pochi minuti, sparso la farina ovunque, ne aveva persino sul viso e tra i capelli.
"Che combini?"
Sorrise il riccio, doveva ammettere quanto fosse divertente vederla in quelle condizioni.
"Per fare i biscotti ci vuole tanta farina!"
"E tu quindi sai fare bene i biscotti, giusto?"
"Con cooking mama, papà"
Dopo aver preparato l'impasto con le giuste dosi, entrambi si impegnarono nel creare le forme più strane da dare ai loro biscotti.
Quando il campanello suonò Harry si ripulì velocemente le mani, si diede una sistemata ai capelli ed andò ad aprire.
Una bella Barbara sostava sul suo tappetino d'ingresso con un sorriso smagliante.
"Ciao Harold"
"Ehi, quante volte ti ho detto di non chiamarti così?"
Le prese dolcemente il collo per stamparle un bacio.
"Entra, devo presentarti una persona"
Con le mani intrecciate la condusse in cucina. Barbara non aveva assolutamente idea di ciò che avrebbe visto, nè Harry a ciò a cui avrebbe assistito.
Alla vista dei due Alison lasciò cadere il matterello sul pavimento, velocemente si sporse verso di loro dallo sgabello.
Stava per cadere ma Barbara le corse vicino afferrandola da sotto le braccia.
"Non..non ci posso credere"
"Barbara! Barbara sei tu! Mi hai trovata! Sei venuta a prendermi!"
Effettivamente il loro rapporto era fuori dal comune, un amore reciproco che non conosceva legami di parentela ma semplice affezione.
Era come se fosse sua figlia, e per Alison era una seconda mamma.
"Oh la mia patatina! Stai bene?"
Harry osservò la scena senza dire nulla, perché anche se avesse voluto non sarebbe riuscito a parlare.
"V-voi vi conoscete?"
La ragazza, nel frattempo, accarezzava la schiena di Alison con occhi ludici.
Si voltò verso di Harry con la mascella serrata.
"Parliamo dopo"

"Allora, raccontami della scuola! Ti piace?"
Entrambe erano comodamente sedute sul divano da più di trenta minuti. Harry stava invece preparando qualcosa da mangiare, sperando che sua figlia crollasse di lì a poco perché aveva necessariamente bisogno di spiegazioni.
Purtroppo Alison non ne volle sapere di dormire fino a tarda sera quando, durante la visione del film Frozen, si era completamente lasciata andare tra i sui ragazzi.
Harry la portò al piano superiore e quando scese Barbara era già munita di chiavi dell'auto, borsa e cappotto.
"Come? Vai già via?"
"Vuoi che rimanga?"
"Non dirmi che ora, solo perché ho una figlia, non vuoi più uscire con me"
Barbara gli si avvicinò, unendo le mani dietro la sua schiena.
"Io lo sapevo, i giornali non parlano d'altro ma non credevo fosse Alison. Insomma, sua madre non mi ha mai detto nulla in proposito."
"Mary era una donna molto particolare. Riservata, strana"
"Anche se non mi torna una cosa, Harry. Insomma lei disse che Alison aveva un padre che nel momento della nascita era scappato via, ma che comunque le mandava assegni ogni mese."
"Barbara, ti spiegherò tutto, ma non oggi"
"Credo di sapere a cosa ti riferisci"
Harry alzò gli occhi al cielo, consapevole del fatto che non poteva assolutamente saperne nulla.
"So dell'omicidio Harry"

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