Il giorno dopo Andrea era già sveglia da un pezzo e andava correndo qui e lì per il bar dove lavorava. Era sabato quindi molti, non avendo niente da fare, entravano allettati dall'insegna colorata e dal profumo di cornetto appena sfornato.
-Hey bellezza mi porti un bel caffè?-
-Subito Franco- disse la ragazza con un sorriso. Franco, un uomo sulla quarantina con i capelli castani brizzolati e il pizzetto, gentile ed estroverso, era uno di quelli che si faceva vedere più spesso. Veniva ogni mattina e il sabato, quando non andava ad insegnare arte al liceo che si trovava appena due incroci dopo, si prendeva il lusso di passare la mattinata al bancone a chiacchierare con chiunque volesse ascoltarlo.
Con movimenti agili e veloci la giovane preparò il caffè e lo affiancò con un bel cornetto caldo -Questo lo offre la casa- gli disse facendogli l'occhiolino, poi riprese a sfrecciare tra i tavoli.
-Andrea, hai visto Daiana?- le chiese Brian, il gestore di tutta la baracca
-Non la vedo da ieri sera capo, probabilmente è a casa a smaltire la sbronza- rispose lei mentre preparava due cappuccini per il tavolo tre.
Brian era un brav'uomo che aveva passato da un po' i cinquanta, il cuore grande e la pancia tonda. Non era sposato e non aveva figli, quindi spesso faceva la parte del padre con i suoi dipendenti dispensando consigli e cercando di essere utile come poteva.
La mattinata trascorse tranquilla almeno fino alle 10:30 circa, quando dalla porta del locale entrò un ragazzo. Le liceali che avevano saltato la scuola del tavolo cinque cominciarono a bisbigliare maliziose, e persino qualche signora si girò a guardare quella bellezza che camminava a passo sicuro, perfettamente a proprio agio al centro dell'attenzione. Quando arrivò al bancone si fermò con noncuranza davanti ad Andrea, che stava preparando un caffè macchiato.
-Beh, non si può dire che sei uno che si arrende facilmente- commentò lei senza neanche alzare lo sguardo con una risatina di scherno.
-Ciao, Andrea- disse lui ignorando il commento.
Solo allora la ragazza alzò gli occhi divertita -Vedo che non ti sei neanche cambiato per cercarmi- disse lei con un sorrisetto sarcastico -e scommetto che hai anche mollato quella poveretta in discoteca, spero tu ti sia almeno preso la briga di lasciarla in un angolo-
Simon era senza parole "Cos'è? Mi ha spiato?". Si limitò a scrollare le spalle disinteressato e ricambiò il con il suo miglior sorriso -Sto ancora aspettando che mi ringrazi per ieri-
-Vuoi ordinare?- gli domandò Andrea ignorandolo, sempre con quel sorrisino irritante stampato in faccia. Consegnò il caffè macchiato appena fatto ad un'altra ragazza che però rimase un secondo imbambolata a guardare Simon. Lui, accorgendosene le fece un occhiolino malizioso. Vide lo sguardo della cameriera sciogliersi a quel semplice gesto e ritrovò un po' di sicurezza. Tornò a concentrarsi su Andrea e sfoderò uno dei suoi infallibili sorrisi -Vorrei un caffè-
Nulla se non quel muro verde da cui traspariva divertimento. "Si sta' prendendo gioco di me" pensò irritato.
In pochi istanti il caffè era davanti a lui fumante -Novanta centesimi- disse la ragazza.
-E per me?- le chiese puntandole addosso i suoi grandi occhioni neri e passandosi una mano tra i capelli. Quello non falliva mai.
-Per te?- disse Andrea facendogli una leggera carezza e avvicinando il suo volto a quello di lui. Il ragazzo esultò interiormente, avvicinando a sua volta il viso -Novanta centesimi- sussurrò la ragazza replicando sarcastica il suo tono seducente.
Simon rimase di sasso. Sempre più irritato, cacciò dalla tasca qualche moneta e pagò quello stupido caffè. Ancora prima che iniziasse a berlo lei era già tornata a sfrecciare per i tavoli. Era così stizzito che non ne sentì nemmeno il sapore. Si ritrovò ad osservarla mentre volteggiava sorridente da una parte all'altra del locale "È giovane, probabilmente ha meno di vent'anni" constatò. Alla luce del sole i suoi capelli corvini prendevano una curiosa sfumatura bluastra e i suoi grandi occhi verdi erano contornati da lunghe ciglia da cerbiatto. Non aveva nemmeno un filo di trucco e questo la faceva risaltare tra le altre ragazze che invece facevano di tutto per rimodellare il proprio volto. Si avvicinò ad un tavolo dove c'erano due ragazzi che ci provarono spudoratamente ma, al contrario di come aveva risposto a Simon, rise civettuola e lusingata. Rimase a chiacchierare un po' con loro per poi rifiutare gentilmente le loro avances. "Perché a loro dai tutte quelle attenzioni e a me no?" pensò Simon con stizza. Si passò una mano tra i capelli nervoso, quella ragazza lo stava mandando fuori di testa, eppure si sentiva intrigato.
-Vedo che hai notato la piccola Andrea- gli si avvicinò Franco divertito.
-La conosci?- chiese Simon cauto, domandandosi chi fosse quel tizio.
-Uhm...lavora qui da un paio d'anni credo, devo dire che da quando c'è lei il numero di clienti è aumentato- rispose l'uomo ridacchiando.
-Quanti anni ha?- chiese ancora il giovane approfittando della voglia di chiacchierare del professore.
-Sinceramente non gliel'ho mai chiesto, ma perché non fai tutte queste domande a lei?- disse l'uomo grattandosi il mento.
-A quanto pare non le sto granché simpatico e non so neanche il perché- rispose lui scrollando innocentemente le spalle.
-Ah questi giovani- disse l'uomo ridacchiando ancora.
Simon sperò di poter fare qualche altra domanda, ma Franco pagò la sua colazione e uscì fischiettando dal bar. Poco gli si avvicinò la cameriera di prima, quella dell'occhiolino. Una ragazza sui vent'anni con i capelli rosso fuoco tagliati corti, due occhi da cerbiatto e un bel davanzale accentuato dalla scollatura ammiccante. Più per abitudine che per altro, sorrise seducente - Ciao, come ti chiami?- le chiese.
-Erica- Rispose lei senza esitare sbattendo le lunghe ciglia. Rimasero a parlare del nulla per un po', ma Simon non poté impedirsi di guardare Andrea con la coda dell'occhio per tutto il tempo. Quando Erica, dopo una buona dose di chiacchiere inutili, se ne accorse esclamò -Non dirmi che ti interessa quella là!- senza nascondere la punta di gelosia né il tono troppo alto.
-Anche se fosse?- replicò lui alzando le sopracciglia. Quella bambolina cominciava ad annoiarlo.
-È troppo strana- disse Erica incurante del fatto che il soggetto in questione potesse sentire.
-Sei la seconda persona che me lo dice- commentò il ragazzo assumendo un'incoraggiante aria pettegola.
-Lavora qui da quasi due anni ormai, ma nessuno può dire di conoscerla veramente, non si è fatta nessun amico anche se fa la carina con tutti- assumendo la sua stessa aria da lavandaia di paese -E poi, sai che ha solo diciassette anni? Perché una ragazza così giovane lavora anziché andare a scuola? Secondo me è una poco di buono- concluse annuendo tra sé come se la sua fosse una tesi quasi certa, giunta dopo numerose ore di speculazione.
-Non sapete che è maleducazione parlare male alle spalle delle persone? Soprattutto poi se è per fare commenti così poco lusinghieri- Brian comparve alle loro spalle con il suo vocione baritonale.
-Scusa capo- la cameriera filò via arrosendo.
-Sembra che tu stia facendo parecchie domande su una delle mie dipendenti- la voce dell'uomo era tranquilla e cordiale, la voce di una persona abituata a trattare tutti i giorni con ogni genere di persone, ma la brevissima occhiataccia che gli rivolse diceva tutt'altro.
-In realtà è stata lei a cominciare a parlare- replicò Simon tranquillo riferendosi ad Erica -ho incontrato Andrea ieri in una discoteca e volevo solo conoscerla- non era certo il tipo che si fa intimorire da un barista.
-Allora dovresti parlare direttamente con lei- disse Brian inarcando un sopracciglio -non mi sembri uno timido con le donne- Cominciò a pulire il bancone con un panno.
-Già, ma a quanto pare non le vado molto a genio- il ragazzo sorrise forzatamente "Ma chi è questo? Suo padre?" si chiese.
Il barista stava per aggiungere qualcos'altro, quando Andrea sfrecciò accanto a loro -Io smonto Bri- urlò dallo stanzino che i dipendenti usavano per cambiarsi.
-Va bene, ho capito che non sono il suo tipo- disse Simon alzando sconsolato le mani in segno di resa. Uscì a passo tranquillo dal locale con le mani in tasca e lo sguardo indagatore di Brian dritto sulla nuca. Appena fu fuori, girò svelto l'angolo e si nascose vicino alla porta di servizio aspettando che la ragazza uscisse troppo intrigato per lasciar perdere.
Eccomi qui con un nuovo, lunghissimo capitolo.
Modalità leccaculo on: vi voglio tanto, taanto ma taaanto bene perché e ve ne vorrò ancora di più se votate e commentate :D . Modalità leccaculo off.
Abbiamo conosciuto qualche personaggio nuovo e il nostro Simon ha dimostrato di essere un stalker professionista che non si lascia distrarre nemmeno dalle tett...ehm...da Erica.
Lo so, lo so che non c'è azione in questi capitoli iniziali ma prometto che arriveranno presto ;).
Alex
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Giustizia Divina
Fantasy-Fammi capire, quindi tu saresti Lucifero?- disse Andrea guardando il ragazzo steso senza forze sul pavimento di casa. -Fantastico- sbuffò ironica.