Capitolo 40

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HARRY'S P.O.V.

"Dai mamma sbrigati!" Continuo a lagnarmi da circa mezz'ora ormai, ma mia madre non ne vuole sapere di uscire da questa maledetta porta.

Sembra passata un'eternità da quando si é chiusa in bagno e comincio a pensare che non la rivedrò più. Sbuffo e mi lascio scivolare lungo la parete di fronte alla porta sempre più scocciato. Sono impaziente lo so, ma oggi è uno dei giorni in cui io usciamo con Rosie e sua madre per andare al parco e più tempo passa e meno tempo avrò per giocare con lei. Sbuffo nuovamente e inizio a picchiettare con le dita sul parquet del corridoio nel tentativo di tenermi occupato, ma il tempo non sembra intenzionato a scorrere. Ma perché ci mette tanto? Dobbiamo solo andare a fare una passeggiata!

"Mamma!" Chiamo di nuovo. Questa volta urlo, chiaro segno che la mia pazienza ha raggiunto il limite.

"Arrivo arrivo." Finalmente risponde e, proprio quando stavo iniziando a perdere le speranze, la porta si apre rivelando mia madre vestita di tutto punto con un sorriso raggiante in volto. Non appena abbassa lo sguardo però e mi vede la sua faccia si tramuta in un'espressione di sgomento.

"Che fai lì per terra? Su alzati prima che ti impolveri tutto." Mi riprende.

La osservo per un attimo, qualcosa mi impedisce di muovermi, ma il mio corpo si decide ad obbedire ai comandi quando il suo sguardo si fa talmente duro e severo da non riuscire più a sostenerlo. Sbuffo per la milionesima volta nell'arco di dieci minuti e mi alzo con riluttanza: sono felice che finalmente possiamo andare sia chiaro, ma non sopporto l'idea di essermi beccato la ramanzina. É mia madre, dovrei ubbidirle, e anche se la assecondo per la maggior parte delle volte, mi costa un certo sforzo farlo; soprattutto quando io non ho colpa. Se si fosse mossa di certo non mi sarei arenato sul pavimento. La guardo un po' imbronciato per poi continuare a lamentarmi.

"Possiamo andare ora?" Aggrotta le sopracciglia e mi osserva per un attimo, prima di lasciarsi sfuggire un risolino e di chinarsi all'altezza del mio volto. Cosa c'è adesso? Perché ride? Ho combinato qualcosa?

"Si, ma prima fatti ripulire un po'." Mi lascia un buffetto sulla guancia e inizia letteralmente a schiaffeggiarmi dappertutto. Oh no...
Odio tremendamente quando fa così! Non sono mica Cicciobello!

"Dai mamma basta! Andiamo!" Cerco di allontanarmi, ma la presa ferrea della sua mano sul mio braccio me lo impedisce. Alzo gli occhi al cielo e mi rassegno afflosciandomi. Non riuscirò mai a scappare dalle sue grinfie, tanto vale farle finire il lavoro e compiacerla. Spero solo che non manchi molto... è una tortura!

"Signorino tu non vai da nessuna parte in queste condizioni." Continua a scotolarmi come si fa con i tappeti impolverati fino a quando, secondo lei, non sono presentabile. Si alza e mi sorride soddisfatta. Non capirò mai cosa prova nel sistemarmi come un paggetto e non so se voglio scoprirlo.

"Possiamo andare ora?" Sbuffo chiaramente esasperato. Non mi interessa più di tanto la sua risposta a questo punto: anche se mi dicesse di no me ne andrei.

"Si ora si."

Finalmente! Continua a sorridermi e non le dó il tempo di aggiungere altro che mi fiondo giù dalle scale correndo alla velocità della luce. Libero! Fortuna che la mamma mi ha lasciato indossare la tuta e le mie scarpe da ginnastica preferite che mi fanno viaggiare alla velocità della luce. Sono persino più veloce di flash.

"Aspettami!" Cerca di venirmi dietro, ma io sono più veloce e quando lei raggiunge le scale sono già fuori dalla porta di casa pronto per sfrecciare lungo il marciapiede.

"Non correre o ti farai male!" Continua a sgridarmi, ma non le dò ascolto e nel giro di un attimo mi ritrovo a suonare al campanello di Rosie. Subito la porta si apre e rivela proprio quest'ultima. Un sorriso a trentadue denti mi compare sul volto non appena incontro i suoi occhi e lei ricambia altrettanto felice di vedermi.

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