Capitolo 13

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La campanella della sesta ora è la mia preferita in assoluto!
Ieri non è stata una bella serata. Brett non doveva finire in mezzo ai miei casini. Io, sono un casino.
Ora capisco come faceva Sophia a sapere tutto quello che è successo, nei minimi dettagli quella notte. Certamente non solo attraverso il video messo sul web, ma grazie anche al suo ragazzo.

Entro in casa, ma non c'è nessuno: che bello! Sul tavolo c'è un biglietto firmato da mia madre che dice: nel frigo ti ho lasciato un piatto di pasta, scaldala nel microonde. Io e papà siamo andati a fare compere, ti voglio bene."

Torno nei miei pensieri.
Ho paura di ciò che è successo questa notte, non deve succedere cosí, quando un'ora prima è avvenuto un casino, non ora.
E poi Sophie cosa c'entra in tutto questo? Lei era la mia migliore amica alle medie, ed ora non so che diamine le è successo. Si veste in modo strano, duro e cupo. L'altro giorno si è presentata al corso di spagnolo con una minigonna nera, una canottiera scollatissima nera con la scritta "Bitch is who read" e sopra una giacca di pelle, sempre nera. E per finire un paio di stivali neri. Total black, per farla corta.
La prof ha dovuto metterle una nota per "abbigliamento non adeguato e volgare". Sono rimasta veramente scioccata, non solo per il fatto della nota, ma soprattutto perché non era quella l'amica che conoscevo.

Questa mattina Brett mi ha accompagnata a scuola e subito dopo è ripartito per la sua cittá.
Mi sento un po' giú all'idea di stare sempre lontana da lui, perché pur vivendo qui da molto ormai, non ho confidenza nessuno. Beh, si potrebbe considerare il mio compagno di banco Finn, lui sí che mi capisce.
L'altro giorno mi raccontava della sua famiglia: vita difficile.
Suo padre è finito all'ospedale quasi cinque mesi fa. Stava cercando di sostituendo una tegola permeabile sul tetto con un'altra che non faccia entrare l'acqua in casa, e cadde giú.
«Sai, da quel momento io e mia mamma siamo stati uniti piú che mai. Andiamo ancora ogni giorno a trovarlo, o meglio, quando possiamo. Perché con il fatto della ditta di mia madre che vuole lasciare tutti a casa deve andare a scioperare e io non riesco a sopportare i pullman. Il suo coma e la probabile perdita della gamba mi spaventa.»
«E tu? Come stai? Nel senso, la tua vita non è cambiata?» gli ho chiesto con rancore «No. Cioè, sí.»
«Se non ti va di...»
«Signorina Mitchell! Dolan!» strilla la prof, «Volete condividere con la classe o vi spedisco in presidenza?!»
«Stavamo discutendo sulla romantica storia di Renzo e Lucia...»
«E su come è affascinante il libro...»
Ci guardiamo subito dopo aver risposto e scoppiamo a ridere entrambi.

Non ero mai stata aperta cosí aperta con qualcuno che non fosse Brett.
Però Finn non mi ha piú raccontato nulla da quel giorno.
Il suono della sveglia interrompe l'amata quiete che c'è in casa: sono le quattro e il cellulare mi ricorda che sta per iniziare il mio film preferito in TV.
Mi butto sul divano e pigio il tasto rosso del telecomando per accendere il televisore.
Okay, ci sono. Inizia.

Io ho sempre considerato "Noi Siamo Infinito" qualcosa di piú che un semplice film.
È una storia fantastica.

Finito il film decido di andare a fare un giro per i negozi del centro e vedere se trovo qualcosa di carino.
Prendo la macchina e mi avvio

«No! Non è possibile!» sento una voce nel negozio e poi realizzo che è solo una scema che si sarà scioccata all'idea di tutti questi sconti.
Ma invece mi sbagliavo. Eccola qua, la ragazza piú colorata del mondo!
«Che diavolo ci fai nel mio negozio, tu!» mi aggredisce «Da quando Joy Mitchell fa shopping nel mio negozio! Andiamocene Taylor!» dice tutta sgorbutica Sophia.
Ed è cosí che reagisce una persona appena mi vede.

Da quella volta in cui mi stalkeravano, la mia vita sociale è cambiata definitivamente. Forse l'unica cosa che è rimasta uguale è la relazione con Brett. Non abbiamo mai litigato, se non quella volta in pizzeria quando mi voleva offrire la cena e insistevo per pagarla io.
C'è sempre stato quando avevo bisogno, ma anche quando non ne avevo.
A volte mi soffermo sempre a pensarci su.

Entro in un altro negozio dove trovo di nuovo Sophie e Taylor che se la spassano e fortunatamente non mi vedono. Le ignoro e vado avanti a girare per le corsie.

Mi squilla il cellulare e rispondo: «Pronto mamma, dimmi.»
«Joy noi siamo appena rientrati in casa, dove sei? Ci hai fatti spaventare!» dice lei frettolosamente.
«Okay. Stai tranquilla. Ero venuta a fare un giro in centro» mi dirigo verso l'uscita per raggiungere la mia auto «Sto tornando.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 04, 2016 ⏰

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