Prologo

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<Sembra cosi diversa...>, disse WarriorStar.

Sospirai, <E da quando essere diversi è un male?>, ribattei.

Sapevo che quel giorno qualcosa sarebbe cambiato, che la mia vita e quella del mio Clan sarebbe stata stravolta.

***

<Guarda il cielo, FireLeaf.>, il Medico alzò il muso verso le stelle.

<È molto bello, mia regina.>, sorrise.

Sospirai, <Loro sono là.> sistemai la mia coda sulle zampe anteriori. <Alla mia vita è stata tolta una parte importante: la famiglia.>

FireLeaf spostò il sguardo pieno di compassione su di me.
<Mia regina... ora siamo noi la sua famiglia!>.
Quelle parole furono un colpo al cuore, non ne dubitavo e mai l'avrei fatto! Ma lo SkyClan aveva parlato. Per quanto ancora avrei potuto guidare il mio Clan?

<Ne sono certa, anche per me siete la mia->, mi bloccai notando la gatta sconvolta.
Il suo sguardo era perso là, oltre le stelle, le sue pupille ridotte a delle linee e il pelo ritto lungo la schiena e la coda.

"Lo SkyClan ha parlato." Fu il mio primo pensiero.

<"L'Anima, lo Spirito di un Mostro e il Cuore di un Angelo. La salvezza lungo un cammino di sangue e i ricordi tormentati da un passato crudele, la vita dopo la morte e la morte prima della vita. Solo lei sarà capace".>, pronunciò la gatta rossa.

Non mossi lo sguardo, rimasi immobile per una manciata di secondi. Rivolsi lo sguardo al cielo stellato e privo di nubi: era cosi bello.
<Atila continua a mandare indizi e messaggi lasciandoci con il fiato sospeso e in ansia. Perché?>, neanche lei distoglieva lo sguardo ma la tensione era sparita, ora era tutto di nuovo calmo.

<Bisogna riflettere, pensare.>, rispose.

Sospirai ancora una volta, <Abbiamo pensato anche troppo, ora è il momento di reagire.>, sussurrai. Non ricevetti risposta, forse fu meglio così.

***
L'urlo di un gatto penetrò assordante nelle mie orecchie facendomi rizzare il pelo.
Stesso scenario, stesso destino.
La foresta era scura e fitta, il cielo non si intravedeva neanche tra il groviglio di rami secchi e spogli. Davanti a me una strada, una sola via, tracciata sul terreno da milioni di zampe passate lì prima delle mie.
Ebbi un tuffo al cuore: dei passi... si avvicinavano! Veloci e pesanti.
Lanciai uno sguardo alle mie spalle. Niente. Solo il Niente. Avevo paura.
Scattai in avanti e iniziai una corsa affannata. Correvo più veloce possibile sul terreno battuto. Corsi fino a non sentire più i polmoni e le zampe. Presi respiri lunghi e profondi nel mentre alzai la testa per controllare i dintorni. Fui felice di costatare che non c'era nessuno. Ancora il Niente. "Niente"... quella parola.

Alzai una zampa pronta a zampettare via, ma venni sbattuta a terra e poi tutto il resto fu... Niente.

***
Aprì gli occhi e alzai la testa. Era un sogno, ancora quel sogno.
<Oh, SkyClan, cosa hai in serbo per me?>, rivolsi uno sguardo al soffitto della mia tana, sotto la Rock Ice, rivolta, però, al cielo.

Mi alzai sulle zampe e mi stiracchiai. Mi diedi una lavata e balzai fuori, spostando i licheni, davanti all'entrata della mia tana.
Il sole stava sorgendo e dipingeva le chiome degli alberi di un rosa tenue. Sorvolai con lo sguardo la radura.
LionPlay, SecretTear, DeepFear e BlackSnow, tutti lì.
Mi avvicinai tranquillamente.

<IceBlood.>, mi salutò il primo, sorridendo.

<LionPlay.>, feci un cenno di saluto ai guerrieri.

<Mia Regina!>, si inchinò DeepFear. Gli feci cenno di alzarsi e lui obbedì. <Dormito bene?>.

Annuì, <Diciamo che ci sono state nottate migliori.>, sbadigliai.

<Ha qualche incarico, Regina?>, si intromise BlackSnow.

<Tu e LionPlay porterete WolfFur e FrostFang a caccia, mentre SecretTear... tu raduna una pattuglia e va a controllare i confini, se non ci saranno problemi, catturate qualche preda.>, distribuì i vari ordini e i gatti se ne andarono.

Feci marcia indietro, verso la tana di FireLeaf. Lasciai il mio vice da solo, senza assegnargli incarichi.
Entrai nella tana del Medico e salutai.
<Ancora.>, lei si voltò e mi scrutò. Era immersa nella penombra e i suoi occhi fiammeggiavano.

Lasciò il suo posto e si avvicinò lentamente, mentre drizzava le orecchie e muoveva la coda curiosa. <Parli del sogno, vero?>, annuì.
<È riuscita a vedere chi fosse?>, scossi la testa. FireLeaf afflosciò la coda, delusa.

La sorpassai e andai davanti al suo piano di lavoro. Sentivo i suoi occhi seguire ogni mio movimento.
<Edera?>, domandai, guardando le foglie disposte sulla lastra di pietra liscia.

<BigLuck ha bisogno di imparare ogni singola cosa.>, la voce del Medico pareva stanca e triste. Percepì qualcosa di strano.
<Deve saper distinguere anche solo dall'odore i diversi tipi di piante, bacche e altro.>.

<Come sta andando il suo addestramento?>, chiesi, ignorando la mia sensazione.

<Bene. È una gatta piena di energia e voglia di imparare, sarà un Medico a tutti gli effetti!>, la sua voce sembrava più allegra nel nominare il nome dell'apprendista.

Mi voltai verso la gatta rossa e sorrisi, <Non ho dubbi, con una maestra come te.>, il mio sguardo si addolcì.

***

Le urla di una gatta agonizzante si percepivano a diverse code di distanza. Riusciva a sovrastare il boato del vento, che, quella notte, soffiava impetuoso e si raccoglieva in una conca di terra morbida e zuppa per via della pioggia scrosciante.

La presenza del suo compagno non bastava a calmarla, il dolore era troppo forte. Stringeva i denti e graffiava la terra con gli artigli in cerca di un appiglio per il suo dolore.

FogTail la rassicurava, le prometteva che ciò sarebbe cessato presto. Ma lei voleva che finisse in quel preciso momento.

Il dolore era atroce e trascinava ogni arto. Non si sarebbe arresa.

Intanto la luna si faceva da parte per cedere il posto al sole.
E solo allora le grida si fermarono, cedendo il posto al cinguettare degli uccelli e al vento, che ormai quasi del tutto placato, si faceva spazio tra le foglie degli alberi rigogliosi.
Ma soprattutto al miagolio lieve e stridulo dei piccoli appena nati.

Crusade respirava affannosamente e cercava di tenere lo sguardo fisso sui suoi cuccioli, anche se spesso ricadeva sul suo compagno che, estasiato, fissava le tre masse di pelo attaccate alla pancia della madre.
Quando essi sembrano sazzi si staccarono e trovarono giusto riposare.

<Che belli, Crusade.>, ammise il gatto grigio e bianco.

Lei annuì senza togliere lo sguardo dai figli. <Lo so.>.
Rimasero entrambi in silenzio per poco, poi FogTail prese la parola.

<Come vogliamo chiamarli?>. Si sdraiò vicino alla compagna e la leccò fra le orecchie.

Lei fremeva di gioia e pensava a un nome adatto ai piccoli che nel mentre riposavano beatamente.
Li squadrò sorridente.
Il primo genito assomigliava al padre, grigio e bianco, con solo una differenza: la piccola codina era nera.

<BlackTail. Ti piace Fog?>, chiese Crusade sperando in sincero 'si' che non tardò ad arrivare.

Poi toccò al padre che, osservando il secondo genito, aveva già in mente un nome.
<CopperStripe.>, affermò.
Il nome gli fu suggerito, o almeno così sembrava, dalle striature fulve che ricoprivano il piccolo corpo del gattino e che a malapena si vedevano.

Rimeneva la terza e ultima cucciola. Lei era di un grigio molto chiaro, alternato da macchie nere e bianche.
I neo-genitori rimasero a guardarla pensierosi, nessuno dei due aveva in mente un nome adatto.

<Nameless...>, sussurrò il padre.

ICECLAN: The ChosenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora