«SEGRETI»

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Rimasi in pigiama e aspettai al piano terra Mauro, che mi deve accompagnare a prendere le mie cose nel mio ex alloggio. Poco dopo scese dalle scale con dei jeans attillati neri, una maglietta blu e una felpa nera aperta. Stava benissimo vestito così. Gli sarei salata addosso in quel preciso istante per non lasciarlo più. Non riesco a togliere lo sguardo dalla sua figura, non ce la faccio proprio.

«Andiamo bella addormentata in pigiama. Devo portarla in braccio fino alla macchina o ce la fa anche da sola?» disse lui ironicamente vedendomi ferma a fissarlo.

«Credo di potercela fare anche da sola, ma se ci tieni a sollevare un corpo estremamente pesante fai pure...»

Non feci in tempo a finire la frase che mi ritrovai tra le sue braccia. Avevo le mie gambe piegate sopra il suo braccio sinistro e con quello destro stringeva delicatamente il mio fianco facendo combaciare l'altro con il suo petto tonico. Misi un braccio sulle sue spalle in modo da non cadere, anche se con i muscoli che si ritrova non avrei corso questo rischio. Mi portò fuori per poi andare verso il garage e mi appoggia ad una BMV bianca bellissima.
Suppongo che sia la sua. È nel suo stile.

«Pesi un botto, avevi ragione, la prossima volta ti porto a spasso tenendoti per manina okay?» dice il nuemero 9 fingendo di avere il fiatone, come se avesse fatto fatica.

Mi fa scendere, faccio aderire la mia schiena con la portiera dell'auto. La mia pancia si alza e si abbassa per la vicinanza dei nostri corpi. I nostri occhi sono fissi gli uni negli altri.

I suoi di colore blu, blu oceano, blu notte, blu infinito a contatto con i miei color cioccolato che sembrerebbero non centrare niente con quelli del meraviglioso ragazzo che mi trovo davanti in questo momento. Lui si stava avvicinando, fece combaciare i nostri corpi, tenne una mano sul mio fianco per poi farla finire sulla mia schiena, poi fece forza su essa per attirarmi verso di se. Non riuscivo a muovermi. Avevo improvvisamente caldo. Mi lasciai trascinare, visto che non avevo le forze per reagire. Eravamo vicinissimi, gli occhi ancora aperti, pochi centimetri separavano i nostro nasi...

«Capitano, hai dimenticati le chiavi dell'auto.» sentii dire.
Ci staccammo lentamente e dietro Mauro spuntò Geoffrey.
«Grazie amico, torniamo tra mezz'ora.» concluse lui sorridendogli e facendomi salire in macchina nel posto del passeggiero mentre lui andò su quello del guidatore.
[...]

10.00 a.m.
Mauro aprì la porta e appena oltrepassammo la soglia dell'enorme casa ci trovammo davanti tutta la squadra.

«Ei piccioncini, meno male che dovevate stare via solo mezz'ora eh?» dice Rey vedendoci entrare mano nella mano.

«Diciamo che c'era molto traffico per strada e molte fan fuori dal suo albergo e per strada. Le nostre fan sono incredibili.» li zittì Mauro guardandomi.

«Oppure voi siete rimasti in qualche posticino appartato a spassarvela!» fece cessare il silenzio Palacio.

Passammo il resto della mattina tutti assieme.
Pranzammo, i ragazzi si ingozzarono in un modo davvero esagerato, non so come facciano. Io mangiai il giusto, un terzo di quello che mangiano loro.
Nel pomeriggio mi insegnarono a giocare a Fifa, anche se io non ci capii praticamente niente. Ero del tutto impedita (e lo sono tutt'ora fidatevi, anche se prendo Messi perdo, non riesco proprio a giocare).
Finimmo tutto con dei miei compiti, sono dei pessimi insegnanti, si distraggono con niente.
Si fecero presto le 6.30 p.m., l'ora di preparare la cena...
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Riciao a tutti.
Siamo quasiiii a 500 con questo capitolo, in pochissimi giorni siamo arrivati ad un numero di visualizzazioni e preferiti fantastico, grazie.
Spero quasto vi piaccia.
È un po' corto perchè il prossimo sarà speciale.
Vi amo. #amala
-Eli-

«Obviously» Mauro Icardi💘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora