CAPITOLO 2

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E così, dopo qualche mese di ansia e di curiosità, il 28 marzo di quell'anno nacquero sette cuccioli, uno più bello dell'altro, tutti quanti morbidosi con il loro tartufino nero e gli occhioni scuri. Erano straordinariamente irresistibili ma purtroppo gli allevatori vietavano di avvicinarsi e accarezzarli prima dei due mesi di vita. E così fu. I genitori aspettarono due interminabili mesi prima del grande giorno in cui avrebbero scelto e portato a casa il cucciolo. Quando arrivarono all'allevamento entrarono con calma in una piccola gabbia comoda e ospitale in cui Joaly, la madre, dormiva stanca attornata dai sette cuccioli che guaivano felici guardandosi attorno spaesati. Tutti i cagnolini gironzolavano accanto a mia mamma supplicandola con gli occhi "mi porti a casa con te?" e "no! voglio venire io!". Ma quei guaiti non bastavano per quella grossa cucciolona che, appena svegliata, si lanciò di corsa fra le braccia di mamma per leccarla fino allo sfinimento. Fu amore a prima vista. Quella cagnolina bella, pulita, talmente grossa che riusciva a malapena a stare in piedi, con delle dolci orecchie lunghe e pelose e degli occhioni irresistibili. Papà voleva prendere un altro maschio forte, robusto e ben strutturato ma mamma insistette talmente tanto che lui dovette cedere e accontentarla. Solo dopo si rese conto che era quella la scelta giusta, che avrebbe cambiato la loro vita per sempre insegnando loro nuovi valori e facendo loro sperimentare nuove sensazioni ed emozioni. É per questo suo grande amore che non la dimenticheranno mai. Mai e poi mai. Mia mamma racconta che non era mai stata così felice fino ad allora è che si era innamorata di quella cucciola tanto quanto suo marito . Appena portata a casa mamma e papà entrarono in un frenetico litigio per la scelta del nome "caramella" urlava dal bagno lui "no! Ma sei matto!? Rispondeva lei battendo sulla porta della toilette "Luna va bene?"
"troppo comune..."
"stella, fiore, Marilù, briciola, dolcetto, bau, bianca..." continuava a freneticare lui "champagne, crema, bamby, Mia.."
"Mm...mi piacerebbe chiamarla con una città ...tipo ...."
"Nizza, Boston, Milano.."
"No no no!Yuma!"diesse lei infine con un sorriso accarezzando il manto lucido della bestiolina che ascoltava attenta senza parlare , e in fondo a cosa serve la parola se si ha un cuore, degli occhioni espressivi e una codina felice e scodinzolante? La discussione ormai era finita, due giorni dopo il cucciolo aveva già il collarino argento con il numero di telefono è il nome: Yuma che, per chi non lo sapesse, è una città in America (in cui avevano spostato gli sposini durante il viaggio di nozze). Yuma era già famosissima nel nostro paesino, tutti i bambini del quartiere accorrevano per poterla guardare e accarezzare. Intanto lei si abituava a questa "fama" e si godeva tutte le coccole. Sembrava anche che la casa le piacesse molto poiché gironzolava per l'appartamento con la lingua penzolante e la piccola codina scodinzolante sempre felice e piena d'affetto. Era un amore, una stellina di pelo caduta dal cielo per il troppo peso.

Io &YumaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora