CAPITOLO 4

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Passarono così i primi due anni, lei era una giocherellona e non vedeva l'ora che i suoi padroni tornassero a casa da lavoro per stare assieme e loro ricambiavano l'affetto riempiendola di carezze coccole e amore. Intanto lei era diventata grande e bella con un bellissimo manto lucido e morbido che andava dai color crema al color champagne. Le orecchie erano circa all'altezza degli occhi, di media lunghezza, soffici e, a dirla tutta, anche un po' puzzolenti. Il muso era snello e incorniciato da un pelo chiaro e corto, gli occhioni neri riprendevano il colore del naso e i baffetti intorno alla bocca erano sottili, lunghi e sensibili anche ai più lievi movimenti. L'unico difetto era che non aveva imparato ad essere "educata" e a rispettare le sue regole. Un giorno però decisero che l'avrebbero portata ad addestrare in una scuola per cani poiché ormai era cresciuta e doveva imparare qualche comando ma soprattutto a stare bene a guinzaglio. Prima lezione: un vero disastro. Non è stato per niente facile insegnarle ad essere un bravo cane infatti riusciva ad eseguire solo il comando "seduta" e "giù" e con il guinzaglio..... meglio che non ne parliamo, tirava talmente forte che quando tornavi a casa avevi dei crampi dolorosissimi alle mani. Solo più tardi ci siamo resi conto che essere un bravo significava amare il proprio padrone come nessun'altra cosa al mondo, dare e ricevere affetto con il solo sguardo, amare ed è essere amato per la propria bontà e gentilezza. E rispettando questi ordini Yuma sarebbe stata la cagnolina più brava del mondo. Ma la storia inizia ad avere un senso il terzo anno, precisamente il 9 dicembre del 2002 anno in cui vidi luce per la prima volta....

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