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14/11/2017

"Mi scusi?"

Alzò lo sguardo velocemente verso la bambina di fronte a lui, non si era nemmeno accorto di quando fosse arrivata. Si chiese il perché una bambina così piccola fosse ancora in giro per i negozi a quell'orario, dato che erano quasi le otto di sera e, come giusto, avrebbe dovuto chiudere il negozio.

"S-si.. tranquilla" fece un piccolo sorriso "posso aiutarti?"

La bambina mise sul bancone un CD musicale, preso da uno scaffale qualche minuto prima, con dieci dollari. Lui prese i soldi e li mise nella cassa. Dopo aver servito un'altro cliente e aver chiuso il negozio, tornò a casa.

La casa che, finalmente, era riuscito a comprare qualche mese fa. Dopo tutti i lavori part-time che aveva provato, i soldi chiesti alla madre e i continui risparmi, era riuscito finalmente a vivere da solo e a rendersi autonomo.

In quel periodo si era stabilito in un negozio di dischi musicali vicino al centro di Londra, ma molto prima aveva lavorato in un bar, poi in un negozio di videogame, poi in una pizzeria, ma fu licenziato dopo un solo giorno.

Non aveva una vera e propria ragione per vivere da solo in realtà, voleva semplicemente distaccarsi completamente dalla famiglia e sentirsi un adulto.

Appena entrò, fece una smorfia nel vedere alcuni pacchi all'ingresso, che bloccavano solo il passaggio. Non aveva ancora finito di sistemare dopo il trasloco, forse per mancanza di tempo o, semplicemente, non ne aveva voglia.

Spostò alcuni pacchi e li portò in camera. All'interno c'era, più che altro, roba vecchia che neanche utilizzava più. Pensò che la soluzione migliore fosse buttarla, non aveva senso tenersi certi oggetti.

Ma si soffermò per qualche secondo quando vide delle foto nel fondo della scatola, insieme a un diario piuttosto raggrinzito. Prese le due cornici in mano e guardò attentamente le foto sorridendo.

La prima cornice aveva quattro foto messe assieme, e tutte raffiguravano lui da piccolo, insieme ai suoi genitori, quando erano andati per la prima volta in Italia. Non fece molto caso a quanto tempo fosse passato da quei giorni indimenticabili, non aveva semplicemente importanza e non se lo ricordava neanche.

Posò la foto sul comodino, posizionato accanto al letto, per poi posare lo sguardo sul diario in fondo alla scatola.

Non gli ci volle molto per capire di cosa si trattasse e cosa ci potesse essere scritto dentro quelle pagine, ecco perché rimase lì, indeciso se iniziare a sfogliarlo oppure sbarazzarsene, buttare vecchi ricordi.

Ricordi, in qualche modo, per quanto potessero essere difficili certe situazioni, bellissimi.

Si sedette sul materasso del letto e iniziò a leggerlo.

Con la consapevolezza che dopo sarebbe sicuramente scoppiato a piangere come un bambino.

E leggendo quelle pagine, sentì un forte senso di vuoto nello stomaco.

Calum.

Ashton.

Le persone che lo avevano accompagnato per tutto il liceo, con cui aveva passato così tanti momenti imbarazzanti, divertenti, felici e tristi.

Ma soprattutto, Luke.

29/04/2015

"Vieni qua, quel divano è scomodo" rise guardando il biondo che sistemava il cuscino sul divano, insieme ad una coperta che si portava sulle spalle stile mantello per il freddo.

"Nono" sorrise l'altro "Voglio che dormi bene, mi accontento"

Michael si alzò e lo strinse da dietro sorridendo "Ma io voglio dormire con te"

Luke lo guardò di lato e, per quanto potesse, negli occhi. Ed entrambi sorrisero "Va bene"

In realtà, stava aspettando che fosse proprio lui a proporglielo, si imbarazzava ancora a dormire insieme a lui, anche se gli piaceva tantissimo l'idea. Si tolse la coperta e prese il cuscino, ed insieme si distesero sul letto.

Era piccolo per entrambi, ma a loro non importava più di tanto. Volevano solamente stare assieme, senza che nessun'altro li disturbasse, e poter stringersi e baciarsi il più possibile. Non avevano mai avuto la possibilità di farlo davanti agli altri, sia per l'imbarazzo, sia per gli insulti.

Quando furono sotto le coperte, Michael strinse Luke tra le proprie braccia "Così va meglio" gli baciò la guancia leggermente colorata di rosso.

Michael adorava vederlo arrossire, lo trovava adorabile.

Chiusero gli occhi e si rilassarono, al buio, mentre Luke lasciava all'altro dei dolci baci a stampo sulle labbra.

Provavano entrambi una felicità indescrivibile, se uno di loro avesse avuto la possibilità di esprimere un desiderio, avrebbero desiderato senza dubbio questo.

Nessuno oltre a loro, anche solo per qualche giorno, soli nel mondo e lontani da tutti.

"Mike..?" Sussurrò.

"Mh?"

Poteva sentire il suo respiro caldo sul collo e le sue labbra che si avvicinavano al suo orecchio lentamente, mentre le loro dita erano incrociate sotto la coperta.

"Vuoi essere il mio ragazzo?"

Sorrisero entrambi.

E si baciarono.

Il ragazzo che aveva amato così tanto, sin dal primo momento che l'aveva visto in quel parco.

Sin dal primo momento che l'aveva guardato negli occhi, sentiva dentro di sé, che era lui quello giusto.

I suoi occhi, quei bellissimi occhi, quel suo sorriso. Lui.

Quei due anni passati a dimenticare; improvvisamente, tutto stava risalendo.

Prese velocemente il telefono e digitò il numero desiderato da chiamare, mentre gli scendeva una lacrima.

Uno squillo.

Due squilli.

Tre squilli.

"Pronto?" Sussurrò, non troppo a bassa voce per farsi sentire, ma senza far capire che stesse per scoppiare a piangere.

Ci fu un breve silenzio.

"Calum?" Sussurrò ancora.

"Michael?"

Voleva potersi svegliare con un amnesia.
Dimenticarsi di tutte le piccole stupide cose.
Come il modo in cui ci si sentiva a dormire accanto a lui
E i ricordi da cui non poteva mai fuggire
Perché lui non stava per niente bene.

Punk Boy || Muke ClemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora