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Mi alzai e corsi subito in camera di Matteo, rivelandogli che avevo letto il biglietto e che gli avrei comprato il modellino solo perchè gli volevo bene. Lui, soddisfatto, chiuse la porta della camera incitandomi ad uscire di casa. Così feci. Uscii di casa ed andai nel negozio di giocattoli più vicino e chiesi al negoziante di darmi l'ultimo modellino appoggiato sullo scaffale. Lui me lo pose dicendomi il costo. Costava davvero tanto ed io non avevo tutti quei  soldi così gli dissi che sarei passata più tardi. Tornai a casa dicendo a Matteo il prezzo del suo modellino in modo da convincelo a non volerlo più. Purtoppo lui, con la faccia tosta, mi disse che senza quel modellino non mi avrebbe mai dato la valigia. Così, rassegnata, tonai in camera a cercare i soldi. Riuscii a trovarli tutti e, a malincuore, uscii dinuovo di casa. Non credevo a quello che stavo facendo, ovvero sottomettermi a un bambino di nove anni, molto astuto. Continuai a camminare e arrivai in quel negozio, chiesi al negoziante il modellino e lui andò nel deposito sottostante per cercarlo. Nel frattempo girai nel locale e scoprii che era davvero enorme. Era pieno di migliaia di scaffali con tantissimi pupazzi pieni di colore. Uno in particolare mi colpì: era una scimmietta con gli occhi viola come i mirtilli che, con il suo sgardo mi riuscì ad atrarre. Mi ricordava gli anni in cui facevo l'asilo. Il negozio si dimostrò molto più bello e buffo di quanto pensavo. Era di diverse sfumarure blu e viola che facevano sembrare il soffitto un vero cielo. Ad un tratto mi sentii chiamare, era il negoziante che, con aria sconsolata, mi disse che i modellini erano finiti e che quell'ultimo rimasto l'aveva venduto poco tempo prima. Salutai e uscii, non mi potevo arrendere, mi serviva proprio la mia valigia, anche perchè era un'edizione limitata. Arrivai subito in un'altro negozio, stessa risposta, e dopo decine di negozi visistati, entrai in uno molto strano in periferia. Sembrava un paradiso, almeno per la mia situazione, perchè in quel negozio c'erano centinaia di modellini come quello che serviva a me. Il luogo che mi circondava era praticamente enorme. Era tutto blu e rosso fuoco e pieno di gente che chiedeva esclusivamente modellini. Ne presi uno, mi sembrava il più bello anche se si dimostrava uguale agli altri. Era alto più o meno trenta centimetri, blu come il cielo stellato con solo una piccola testolina rossa. Si poteva immaginarlo volare in aria. Era veramente bello...non sembrava, ma valeva quello che costava. Lo presi e andai alla cassa per pagare. C'era una fila interminabile! Mi misi in coda e aspettai, dopotutto era l'unica cosa che potevo fare. Passarono cinque minuti, poi dieci e poi ancora quindici. Finalmente, dopo venti minuti, arrivai alla cassa, pagai, ringraziai ed uscii. Era tardissimo e io dovevo ancora preparare la valigia. Sapevo che sarei dovuta partire due giorni dopo, ma preferivo tenermi pronta. Arrivai a casa e corsi subito in camera di Matteo mostrandogli il modellini. Lui, soddisfatto, fece un risolino e tirò fuori dall'armadio la mia valigia. Che stupida a non aver pensato che era nascosta lì dentro! Per fortuna non era rovinata. Gli tesi il modellino e lui mi lanciò la valigia. A quel punto eravano tutti e due felici. Andai in camera mia e iniziai a mettere i panni nella mia "scatola a fiori" e, anche se non sapevo cosa mettere, dopo un pò di tempo la valigia fu quasi pronta...mancava solo qualche piccolo dettaglio. Ero sfinita. Dopo aver guardato l'orario, mi accorsi che era mezzanotte passata e il giorno dopo sarei dovuta andare a scuola e avrei dovuto passare la mia ultima giornata con la mia famiglia, così mi addormentai.

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