Mi svegliai. Era davvero prestissimo. Alzai la persiana e notai che il sole stava appena sorgendo. "Che bella l'alba" pensai sospirando, anche perché non era una cosa che ti capita di vedere tutti i giorni.Nel cielo c'erano tante sfumature di rosa e di arancione. Quel paesaggio ti faceva sognare. Stetti un po' ad osservare il panorama e poi iniziai a scegliere i vestiti da mettere. Presi dall'armadio una camicia bianca, un jeanse poco strappato e un cardigan. Sotto il completo abbinai delle Dottor Martens bordeaux. Andai in bagno e mi lavai. Dopodiché mi vestii e scesi a prepararmi la colazione. Mi aspettavo di non trovare nessuno invece, seduto al tavolo, c'era mio padre che faceva colazione su una tavola apparecchiata per tutti. "Che tenero ha preparato la colazione per la famiglia!". Lo salutai con un bacetto e mi sedetti vicino a lui. Quella mattina scelsi di bere del latte caldo e qualche biscotto per non riempirmi troppo lo stomaco. Erano le otto quando la mamma e Matteo si svegliarono. Verso le otto e mezza eravamo tutti pronti. Caricammo le valige in macchina e partimmo per la stazione. Appena arrivammo notai che era affollatissima e speravo solo di non perdere il treno. Faceva molto freddo, dopotutto era dicembre. Arrivai al mio binario e, dopo aver salutato tristemente i miei familiari, salii sul treno e partii. Dopotutto non dovevo essere triste perchè tra poco sarebbero arrivate le vacanze di Natale e li avrei rivisti. Dal finestrino notai Matteo che piangeva disperato. Quanto era carino, pensai che mi sarebbe mancato troppo. Sul treno cercai uno scompartimento vuoto e ne trovai uno solo, in fondo a destra, con dentro un ragazzo, piuttosto carino. Chiesi il permesso di entrare e lui subito mi fece posto. Mi disse che si chiamava Hunter aveva quindici anni come me e veniva dalla mia stessa cittadina. Anche lui era diretto a Edimbrgo. Avevo avuto proprio una fortuna ad incontrarlo anche perchè, oltre ad essere bello, era anche loquace e simpatico. Aveva i capelli castani come i tronchi degli alberi, e i suoi occhi erano di color azzurro ghiaccio ed era difficile non perdersi in essi. Era abbastanza magro e alto, vestiva adeguato: mi sembrava proprio un ragazzo per bene. Anche lui mi chiese informazioni su di me, e rimase contento quando gli dissi che ero diretta al suo stesso college. Il viaggio che ci aspettava era molto lungo e quindi avremo potuto parlarci molto. L'arrivo era previsto per le cinque del pomeriggio. Nel tragitto ci scambiammo opinioni su libri e film. Condividemmo la stessa passione per la musica e per gli animali. Mi disse che sapeva suonare la batteria abbastanza bene. In alcuni momenti rimanemmo anche in silenzio, un silenzio però, non privo di rumore. Verso l'una ci venne fame e allora mangiammo un paio di cosette che avevamo portato con noi. Dopo altre chiacchiere arrivarono le cinque e il treno si fermò. Eravamo arrivati in Inghilterra, non ci credevo! Lí si respirava aria diversa, si parlava una lingua diversa, si viveva una vita diversa. Insieme ad Hunter arrivammo nel dormitorio dove ci separammo: lui andò nel reparto maschile ed io in quello femminile. La mia camera aveva abbastanza spazio.  Iniziai a decorarla con alcuni dei miei poster e svuotai la valigia e gli zaini. Dopo tutto questo "duro" lavoro, chiamai ai miei e dissi loro che ero arrivata. Verso le otto arrivò una donna che mi annunciò che dovevo dividere la mia camera con due gemelle che sarebbero arrivate il giorno seguente. Ero molto felice e ansiosa di conoscerle. Speravo già di condividere le stesse passioni diventando subito amiche. Più tardi  mangiai un panino e mi distesi sul letto ad ascoltare un po' di musica con la quale mi addormentai.

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