Sono circa le quattro e venti del mattino e sono sveglia da mezz'ora. Non riesco più a prendere sonno. Strano, visto che non ho mai avuto problemi nel dormire ma penso che sia sicuramente per il cambio di paese e per il fuso orario. Dovrò abituarmi a moltissime cose e sarà davvero tosta.
Mi rigiro nel letto, nella direzione della finestra, e guardo la luna che illumina la mia stanza riempendola di ombre strane create dagli oggetti sparsi che dovrò risistemare prima del fine settimana.
Regna un silenzio tombale, solo ogni tanto si sentono i clacson delle macchine che passano per le strade del quartiere e mi chiedo come faccia la gente a guidare a quell'ora del mattino.
Mi rigiro nuovamente nel letto, nella direzione della porta, e noto che è aperta. Ero sicurissima di averla chiusa la sera prima, dopo essermi infilata il pigiama. Sono sempre stata in fissa per questa cosa, non dormo se la porta della mia stanza non è chiusa.
Rimango un momento a fissarla ma poi penso che sia stata sicuramente la mamma ad aprirla quando la sera prima, dopo essermi addormentata, è venuta a controllare se fosse tutto ok. Nella vecchia casa lo faceva qualche volta anche se era sempre attenta a non dimenticarsi di richiuderla.
Mi alzo lentamente e poggio i piedi sul pavimento freddo che mi fa sussultare per un momento, facendomi venire i brividi, poi mi dirigo verso l'ingresso della mia stanza e chiudo la porta cercando di fare meno rumore possibile.
Quando mi rinfilo nel letto vedo lo schermo del mio cellulare illuminarsi."Quando pensi che il buio ti farà paura arriva la vera tortura."
Rabbrividisco immediatamente. Numero anonimo.
Qualcuno si stava divertendo a farmi uno scherzo.
Penso ai miei vecchi compagni di classe, quelli che amavano vedermi in difficoltà quando mi facevano scherzi.
Li ho sempre odiati in quei momenti, anche se so che alla fine non lo facevano con cattiveria quanto per distrarmi dalla mia solitudine perenne. Di solito erano in quattro, i peggio della mia classe, ma il maggiore di loro, Derek, era una cosa insopportabile. Riusciva ad essere pesante anche con la persona più tranquilla dell'istituto.
Ora che ci penso, mi mancano un pò tutti.Il cellulare si illumina di nuovo.
"Le cose cambiano quando meno te lo aspetti, è inutile che scappi, è proprio lì che ti spaventi."
Di nuovo un messaggio anonimo.
Un piccolo peso sullo stomaco inizia a farsi sentire.
Ciò che mi preoccupa è il fatto che i due messaggi siano scritti in un italiano perfetto. Ci penso un momento e capisco che i miei vecchi compagni non sanno l'italiano e che, anche se lo avessero tradotto da Google, le frasi non potrebbero mai risultare così perfettamente sensate e per di più in rima.
L'altra cosa che mi mette a disagio è il fatto che ad un messaggio anonimo non si può rispondere, essendo tale.
Per un momento maledico Dio per aver fatto creare a qualcuno l'opzione di nascondersi dietro uno sconosciuto.Un brivido mi percorre la spina dorsale mentre cerco di coprirmi il più possibile con le coperte, come se potessero proteggermi da qualsiasi ladro o stupratore.
Sento un rumore provenire dal piano superiore e subito sobbalzo.
Inizio a preoccuparmi seriamente, facendo filmini mentali insensati e di cattivo gusto.
Ancora una volta cerco invano di tranquillizzarmi pensando che magari i signori al piano di sopra si siano svegliati o che magari qualcuno di loro dovesse semplicemente andare in bagno.
Mi guardo intorno cercando di stare calma e accendo la piccola lampada sul comodino alla mia sinistra.
Ancora una volta guardo la stanza da destra a sinistra in preda all'ansia.
Un altro rumore proveniente dal piano superiore mi fa sobbalzare di nuovo e l'agitazione dentro di me inizia a crescere.
Prendo le cuffie dentro il cassetto del comodino e le infilo velocemente sul mio cellulare mettendo la musica a palla. Non voglio più sentire alcun tipo di rumore e per evitare di ricevere altri spiacevoli messaggi metto il telefono in modalità aerea.
Tiro su le coperte fino a coprirmi completamente anche la testa e chiudo gli occhi sperando di addormentarmi il prima possibile.
Ma niente da fare. Pur mettendoci tutta la mia buona volontà, questo non arriva e inizio a pregare Dio che il tempo passi in fretta e che la mamma si svegli prima del solito per venirmi a chiedere di aiutarla a sistemare le nostre cose.
Guardo il cellulare che segna le sette meno dieci e i primi segni dell'alba iniziano ad illuminare lentamente la stanza. L'agitazione che avevo poco prima sembra essersi calmata ma non del tutto. Continuo a pensare a quei messaggi e ai rumori che sono iniziati subito dopo. Che qualcuno si stesse seriamente burlando di me e che i rumori fossero solo una coincidenza? Lo spero.Nel frattempo, mentre continuo a pensarci il tempo passa e ormai il sole illumina completamente la mia stanza. Ora fa meno paura e quei scatoloni fanno un'ombra diversa.
Ho ancora le cuffie alle orecchie.
L'odore del caffè inizia ad entrare nella mia stanza e ciò mi fa capire che probabilmente la mamma è sveglia e che sta preparando la colazione.
Mi alzo e quando mi volto verso la porta essa è aperta.
Subito mi irrigidisco mentre resto a fissarla.
Com'è possibile che la porta sia aperta nonostante io l'avessi chiusa durante la notte?
Se fosse entrata la mamma me ne sarei accorta sicuramente. Tra la porta ed il letto erano circa due metri, era impossibile non accorgersi di qualcuno che entrava. Ed inoltre ero sicurissima di non essermi addormentata, specialmente dopo la bellissima avventura avuta.
Di nuovo inizio ad avere paura e prima che essa prenda il sopravvento su di me, infilo le pantofole ed esco velocemente dalla stanza.
Tutto questo è assurdo.

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L'altro lato di Me
Mystery / ThrillerSì può davvero riniziare tutto da zero? Partire per una meta sconosciuta, da un giorno all'altro, per poi ritrovarsi al principio della propria vita? Tutto sembra davvero impossibile quando tutto ciò che ami di più si frantuma in tanti piccoli pezzi...