Afraid.

26 1 0
                                    

Durante il giorno non ho fatto altro che pensare alla notte scorsa. Ho il pallino fisso che non vuole andare via.
Dopo pranzo decido di sistemare la mia camera per avvantaggiare il lavoro del fine settimana.
Entro con un pò di timore. La stanza sembra più calda del solito e decido di aprire la finestra per far passare un pò di aria fresca.
La mamma è nella stanza accanto, la sua.

Apro la scatola delle mie foto e la vuoto sopra il mio letto. Inizio a guardarle, una ad una, e a ricollegare la foto al momento in cui è stata scattata. Ad ogni tocco un'emozione diversa mi invade.
È straordinario vedere che potere abbiano su di te delle vecchie foto.
Sono paragonabili a dei piccoli flashback materiali in grado di farti rivivere la tua vita in un attimo.
Prendo la foto che è stata scattata in riva al laghetto della nostra vecchia casa.
Lo ricordo come fosse ieri. Io li, in pantaloncini blu e maglietta rossa a maniche corte, con il mio pallone preferito vicino ai piedi. Ora che ci penso, da piccola ero un vero maschiaccio.
Inizio a scorrere gli occhi lungo la staccionata che contornava il laghetto e noto una cosa a cui non avevo mai fatto caso. Dietro di essa, poco più in là della riva, c'era una massa nera che galleggiava nell'acqua.
Socchiudo gli occhi e avvicino la foto al mio viso per capire di cosa di tratta.
È una massa non definita di cui non riesco a distinguere i lineamenti.
Se fosse stata un'anatra o qualche altro tipo di uccello acquatico lo avrei riconosciuto.
All'improvviso la porta della camera si apre e io sobbalzo per lo spavento.

"Ti ho spaventata?" Chiede la mamma.

Mi poggio una mano al cuore e tiro un sospiro di sollievo.

"No, tranquilla."

"Io sto scendendo alla ferramenta qui all'angolo, ti serve qualcosa tesoro?"

Ci penso per un momento e mi guardo intorno.

"Vorrei ridipingere la mia camera di grigio, magari se riesci a trovare una tonalità che vada bene per questa stanza, potresti comprarla"

"Mi sembra una buona idea! Potresti venire con me se non hai nulla da fare"

"Preferisco rimanere qui a sistemare le mie cose nell'armadio, almeno sono avvantaggiata"

"Come vuoi tesoro"

Mi lascia un bacio sulla guancia poi esce dalla stanza chiudendo la porta.
Mi ritrovo di nuovo sola.
Torno a guardare la foto di prima e rimango a bocca aperta quando noto che la massa nera che era sul laghetto ora non c'è più.
La mia immaginazione mi sta facendo brutti scherzi.
Prendo un'altra mia foto, stavolta un pò più recente.
Era ad una festa in spiaggia insieme a delle mie amiche, in pieno Agosto.
In quel periodo avevo i capelli a caschetto lungo ed erano leggermente più chiari di come li ho ora.
Alla mia destra c'è Rosie, una ragazza olandese dai lunghissimi capelli biondi e alla mia sinistra c'è Matilde, una ragazza stravagante dai capelli viola e con vari tatuaggi.
Erano le due ragazze con cui avevo legato di più. Forse le uniche.
Sorrido pensando a quella sera e a quanto ci fossimo divetite. La luna che ci illuminava e il fuoco che ci teneva compagnia fino all'alba scoppiettava dandoci un colorito arancione.
Ma qualcos'altro attira la mia attenzione. Proprio vicino alla fiamma ardente del fuoco noto un'enorme massa nera, identica a quella della foto precedente.
Rimango subito stupita mentre non riesco a distogliere lo sguardo da quella "cosa".
Forse è di nuovo l'immaginazione che mi fa brutti scherzi. Chiudo e riapro gli occhi per accertarmi che sia vero quello che ho davanti.
La strana cosa non c'è più.
D'istinto mi esce una risata nervosa e ripeto tra me e me di smetterla di vedere cose che non ci sono.

Per distrarmi decido di fare una selezione delle foto che avrei sicuramente attaccato al muro e le stipo tutte sopra il mio comodino mentre le altre foto le ripongo di nuovo nella scatola, con la certazza che l'indomani le avrei raccolte negli appositi album.
Sposto lo scatolone sull'angolo della stanza, vicino all'armadio e torno a sedermi sopra il mio letto.

Sento la porta principale che si chiude. La mamma ci ha messo davvero poco. Chissà se ha trovato quello che le ho chiesto.

"Mamma sei riuscita a trovarla?" Urlo.

Nessuna risposta. Forse non mi ha sentito.

"Mamma!" Urlo di nuovo.

Anche questa volta nessuna risposta.
Mi alzo dal letto e apro la porta della mia camera. Tutto sembra tacere nella penombra del corridoio. A dire il vero mette quasi paura.
Vado in salone e la mamma non è lì.

"Mamma dove sei?"

Come prima, nessuna risposta. Penso che mi stia facendo sicuramente uno scherzo, come sempre. Vado in cucina, anch'essa vuota, poi vado nella sua camera da letto. Vuota.

"Mamma dai, sai che non mi piacciono questi scherzi"

Mentre esco dalla sua camera da letto sento la vetrina della sala sbattere e sussulto dallo spavento. Subito mi avvicino all'ingresso di quella stanza e quando vi entro noto che è completamente vuota e che tutto è perfettamente in ordine. Il mio cuore inizia subito a battere più velocemente.
Mi guardo intorno e spero con tutta me stessa che sia la mamma con uno dei suoi soliti scherzi.

Un altro rumore attira subito la mia attenzione. Stavolta proviene dalla mia stanza.
E' un rumore ovattato che persiste, come se qualcuno o "qualcosa" stesse graffiando su una superficie solida.

"Mamma ti prego, basta scherzare!" dico seria.

Non ricevo nessuna risposta se non il rumore persistente che sembra aumentare.
Il cuore batte sempre più forte mentre mi avvicino lentamente alla mia camera. Ad ogni passo mi sento sempre più pesante e sento il tempo rallentare drasticamente. Sembrano passare secoli.
Inizio a sentirmi sempre più stanca mentre ormai cammino a fatica.
Cosa mi sta succedendo?
Arrivo davanti la porta della mia camera e mi appoggio ad essa cercando di non cadere.
Mi gira la testa mentre sento una pressione che si fa sempre più viva. Sembra che mi si possa spaccare il cranio da un momento all'altro.
Respiro con molta fatica mentre inizio a sentire quel rumore sempre più ovattato. La mia vista si fa sempre più sfocata mentre riesco a stento a tenere aperti gli occhi, divenuti anch'essi pesanti.
Non riesco a capire più nulla. Non riesco a reagire e sento che potrei cadere da un momento all'altro.
Cerco di resistere invano.
Gli occhi si chiudono definitivamente e le gambe mi cedono. Sento un grido femminile in lontananza, poi più nulla.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 12, 2016 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

L'altro lato di MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora