- tempesta dentro me-

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Ormai ero partita. Ormai non sarei più tornata indietro. Niente poteva fermarmi. Guardavo fuori dal finestrino con la musica nelle orecchie a tutto volume. Le gocce di pioggia scendono veloci e rigano il finestrino. Anche il cielo piange.
In realtà sembra davvero che si stia sfogando per bene. Visto i fulmini e i tuoni che ci sono.
Non sapevo esattamente perché stavo piangendo, le lacrime scendevano e io nemmeno me ne rendevo conto. Forse perché non realizzavo ancora che stavo per riguardare quella ragazza meravigliosa negli occhi ancora una volta,forse perché avevo così tanto bisogno di lei da non poterne davvero più.
Per fortuna il treno è vuoto. Ho sempre odiato farmi vedere piangere.
Dopo un oretta arrivai alla stazione di Bologna per prendere il treno per Lecce.
Uscì dal treno. Pioveva fortissimo. Mi riparai con il cappuccio sulla testa. Faceva freddo.
Mi stavo bagnando completamente.
Corsi al primo binario e andai a vedere l'orario dei treni. Cazzo . Il treno non arriva prima delle cinque di mattina. E adesso?! È appena l'una.
Mi riparai in un bar della stazione che era sempre aperto,appena entrai mi arrivò un ondata di puzza di alcool che quasi mi soffocó. Ma non avevo alternativa.
c'erano tante persone strane,anzi fatte.
Mi misi in un tavolo a disparte da tutti con un pó di timore e ordinai un latte caldo con la schiuma e il cacao.
La barista mi guardo male. E mi disse che questo non era posto per bambine che bevono il latte. Che Cazzo pensa che mi ubriachi?! Beh. Lo avrei fatto ma non era proprio il momento giusto.
Mi andai a sedere e mi gustai il mio latte. Dopo aver bevuto andai in bagno per sciacquarmi il viso ancora umido dalle lacrime.. improvvisamente arrivò dentro al bagno un uomo che iniziò a dirmi cose sporche e continuava ad avvicinarsi. Mi allontanavo ma lui mi bloccò per i polsi attaccata al muro. Mi ribellai calci e urli. Era ubriaco.
No cazzo no. Non può succedere.
ma successe. Mi stupró
Speravo tanto fosse un incubo. Appena riuscì scappai fuori dal bar di corsa. Con le lacrime agli occhi.
Scappai e mi misi sulla panchina davanti ai binari. Se non stavo per rivedere la ragazza che amo probabilmente mi sarei uccisa.
Restai ad aspettare un ora al freddo e si fecero le cinque. Ero fradicia.
Finalmente arrivò il mio treno.
Entrai al calduccio. Anche se in realtà stavo congelando
avevo pure lasciato lo zaino al bar per colpa di quel pazzo. E non avevo i soldi per dei vestiti asciutti.
Mi iniziai a trovare mille chiamate perse dai miei. Ma me ne fregai.
Il viaggio durò un eternità.
Cinque lunghissime ore ad immaginare il suo magnifico sorriso.
Non ce la facevo più.
Finalmente verso le dieci arrivai a Lecce.
Che bella la Puglia. Che bell'aria che si respira. Senza perdere tempo presi il bus per Corigliano. Mancava così poco.
Pochissimo e avrei rivisto il suo viso. Il bello che lei non sapeva nulla.
In realtà avevo un pó paura..
Arrivó il bus.
La fermata non era distante da casa sua. Così andai a piedi.
Ed eccola li. Quella casa rossa.
Eccomi arrivata.
Mi tremavano tremendamente le gambe.
Andai davanti alla porta e ... suonai. ..

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