Camilla
Guardavo il soffitto con aria assente, i miei occhi si erano persi in quel bianco lampadario dai numerosi ghirigori rifiniti.
Seguivo la base delle lampadine per poi rientrare, le mie iridi si perdevano in quei numerosi filamenti in ferro bianco. Mi ricordavano delle liane, attorcigliate su di esse, fra di loro, che finivano poi per pendere, in attesa che qualcuno non le tagliasse via.Mi avevano rinchiusa a forza qui dentro, prima che la sorella di Eleonora potesse arrivare; sapevano che mi sarei opposta con tutta me stessa, quindi avevano preferito direttamente stordirmi e portarmi in camera.
Quello che mi stava premendo di più il cuore era il vedere Lorenzo che, per la prima volta da quando lo conoscevo, era completamente spaesato.
Non sapeva come agire, il suo piano era andato completamente a farsi benedire.Ace gli aveva riferito che Eleonora conosceva i codici, ma perché avrebbe dovuto mentire?
E se anche Ele li avesse conosciuti, perché non dirli e arrivare a torture, minacce e addirittura sua sorella?No, era ovvio che non li sapeva.
Sospirai, sentendo il corpo che lentamente stava riprendendo attività dopo una mezz'ora di semi-coscienza.Buttai un occhio sul pavimento, intrappolando mentalmente la siringa con cui Daniele mi aveva drogato.
Non sapevo che sostanza fosse, ma sapevo che mi aveva paralizzato dopo pochi minuti, riducendomi in uno stato da morta vivente.Avevo sentito Eleonora urlare, e mi era scesa una lacrima, desiderando ardentemente di poter scendere e aprir loro la porta, per permetterle di scappare lontano da tutto questo.
Lontano da questa realtà sporca, ignobile, traditrice.
Lontano da Ace.
Lontano dal dolore.Sentii numerosi passi, che mi costrinsero ad aprire gli occhi più del dovuto, fiondandoli sulla porta di quella camera color pesca.
Sentivo i piccoli passi veloci di Eleonora e i passi lenti e ampi di Leonardo.
-Ele- mormorai dalle labbra troppo secche per parlare.Mi trascinai alla fine del materasso, dove mi lasciai cadere a terra, gemendo per il dolore alla schiena ancora immobilizzata e le spalle semi-sensibili.
-Ele!- mi feci forza io, tossendo per recuperare forza nella voce.
I passi si fermarono, e vidi che la maniglia era stata tirata giù, in un vago tentativo di aprirla.
Inutile, sicuramente era chiusa a chiave.-Camilla?- questo era Leonardo.
Avrei scommesso tutta la finta virilità di mio fratello che Daniele non gli aveva detto che mi aveva drogata.
Avrà buttato giù un luogo comune sul fatto del ciclo (che non avevo) e degli sbalzi di umore, per i quali sarei rimasta chiusa in camera per tutto il tempo.-Camilla?- il suo tono si fece preoccupato, vedevo che la maniglia della porta si abbassava e alzava più furiosamente.
Racimolai tutte le forze che avevo in corpo per strisciare fino alla porta. Il mio corpo era dannatamente pesante e nelle braccia non avevo praticamente forza. Nonostante tutto, allungai una mano per togliere la sicura alla porta; sfruttai la maniglia per sorreggermi e alzarmi in piedi, con le gambe che tremavano.
-L-Leo...- finalmente pronunciai il suo nome, e lui spalancó la porta, sgranando gli occhi nel vedermi barcollante, ansante e con la schiena curva.
-Camilla!- alzó la voce lui, prendendomi per le spalle, poggiandomi al suo petto.
Con la coda dell'occhio vidi Eleonora poggiare a terra una bambina dai caratteri indiani, che mi scrutava con curiosità.
Forzai un sorriso.-Tu sei... Willow. Dico bene?-
-Si- rispose subito lei, osservandomi bene -Tu come ti chiami? Perché stai male?- domandó lei a raffica, facendomi ampliare il sorriso.
Mi ricordava me quando avevo la sua età, solo che forse ero un po' più esuberante.
Guardai Eleonora e le feci cenno di dare un'occhiata nella stanza. Non avevo forza mentale o fisica per dire che mi avevano addormentata.
La castana si avvicinó a me, scrutandomi con attenzione. Allungó una mano per alzare la palpebra mobile, che ricadde pesante sul mio occhio.
-Camilla cos'è successo?-
Chiese ancora Leonardo.Io non risposi, indicandogli Eleonora che entrava dentro la mia stanza con fare da segugio e che recuperava la siringa da terra, osservandone qualche goccia caduta per terra.
Poggió due dita sulla sua superficie e poi la portó al naso.
-Morfina- sussurró infine, rialzandosi e guardandomi, per poi fissare Leonardo, come per cercare una risposta.
-Mettila sul letto, ha solo bisogno di risposo. Mi serve un panno umido e una brocca d'acqua zuccherata, porta anche un termometro.- ordinó velocemente, mentre Leonardo annuiva e mi poggiava delicatamente sul letto.
-Ele...- sorrisi io alla ragazza, che mi guardó con la coda dell'occhio, mentre mi levava le scarpe e mi rimboccava le coperte.
-Quanti libri ti sei ingoiata?- ridacchiai io, suscitando in lei un lievissimo sorriso.
Anche se potevo sembrare praticamente morta, prestavo attenzione ad ogni cosa mi capitasse sotto tiro, come adesso la piccola Willow che era seduta a gambe incrociate accanto a me, e mi teneva una mano, giocando con i numerosi anelli che la adornavano.
Era veramente carina.
La sua pelle leggermente scura contrastava con il bianco degli occhi e dei denti, quando li circondava con un sorriso colmo di fossette.
Me la immaginai con una piuma marroncina in testa, e mi ricordó Pocahontas.Sicuramente da grande diventerà alta, bella, come la mia eroina Disney.
Quel film mi riportó alla mente del tempo passato insieme a mio fratello, di quanto il nostro legame fosse fitto e profondo, quasi quanto quello delle due ragazze accanto a me.
La mia pelle fu scossa da numerosi brividi, quando pensai alla nostra famiglia, quello che sarebbe dovuto essere il nostro focolare, il nostro riparo; pensai a come mi ricordasse di più una caserma piena di sergenti, bugie e malavita.
Tutto questo mi portó a pensare a nostro cugino, poco prima di chiudere gli occhi.
Il nostro amato cugino Ace.
#EQUESTOÈOOHHHHH
EHEHEHE non ve lo aspettavate.
IO LO SO CHE NON VE LO ASPETTAVATE.
e quante cose che non vi aspettate salteranno fuori...Dettagli, adesso sto tipo per prendere il bus, prima di andare a scuola.
E niente, ieri mi sono svegliata e ho scritto due capitoli da quasi mille parole ciascuno di Hostage, e poi insieme ad Annalisa l'abbiamo rettificata.
Ah, collega.
Vabe, buona scuola a tutti (se fa pe dì)
||av🍃
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Hostage || Lorenzo Ostuni (collab with @InvincibLorenzo)
FanfictionEleonora Eatress è sempre stata una ragazza sulle sue, limitata dalla ricchezza dei suoi genitori, impresari di una grande azienda. Un giorno Eleonora non si fa più trovare in casa, sul suo letto c'è solo un biglietto: "Fate trovare un sacchetto con...