Ti ho visto per la prima volta dentro l'autobus; non mi aspettavo di trovare qualcuno a quell'ora di notte e invece tu eri lí, seduto all'ultimo posto vicino il finestrino con le cuffie nelle orecchie. Non ti sei nemmeno reso conto della mia presenza tanto eri concentrato nei tuoi pensieri; hai mai ascoltato veramente il mondo che ti circondava?
L'autobus è uno dei pochi mezzi pubblici che mi ha sempre aiutato a conciliare il sonno ma quella sera, anche se ormai erano le 3 del mattino, non avevo la minima intenzione di dormire. Sono rimasta ferma ad osservarti abbastanza a lungo da rendermi conto che sei una delle persone piú belle che io abbia mai visto. Per tutto il tragitto non hai mai staccato gli occhi dal mondo che scorreva incessantemente sotto i tuoi occhi.
Hai iniziato a battere i piedi a ritmo della musica e solo per un secondo mi è sembrato di vedere i tuoi occhi neri inumidirsi; hai mosso piano la testa come a voler togliere dalla tua mente dei pensieri poco graditi e ti sei passato una mano tra i capelli biondi. Trascorse quasi un'ora cosí: io guardavo te e tu guardavi Roma, senza per questo vederla realmente.
La voce dell'autista fu l'unica cosa che interruppe i nostri pensieri:" La prossima fermata sarà l'ultima. I passeggeri sono pregati di scendere". Lentamente mi sono alzata, erano le quattro di notte e pur essendo a pochi passi da casa non avevo la minima intenzione di tornarci: i miei con ogni probabilità stavano ancora litigando e, non essendosi resi conto della mia uscita, gli avrei dato solamente un motivo in piú per urlarsi contro.
Ti ho sentito accanto a me, giá pronto per uscire con la sigaretta in bocca; provavo un grandissimo desiderio di parlarti ma la vergogna me lo impediva. Siamo scesi lentamente e sono andata a sedermi a gambe incrociate su una panchina e tu sei rimasto lí, fermo sotto la luce del lampione, a cercare qualcosa dentro lo zaino.
Hai imprecato e ti sei passato una mano tra i capelli. Solo allora ti sei reso conto di me: hai alzato lo sguardo, incrociando il mio e ti sei avvicinato. Sei arrivato ad un passo da me e con voce sicura mi hai chiesto:" Scusa, hai per caso un accendino?" ti ho dato il mio e, mentre tu ti sedevi accanto a me, mi sono accesa una sigaretta anche io ed eccoci lí: di nuovo seduti, questa volta uno accanto all'altro e di nuovo persi in noi stessi. L'unica cosa che ci faceva compagnia era il silenzio in cui la città era avvolta. Nessuno dei due aveva fretta e siamo rimasti a guardare le stelle, godendoci quella sigaretta in santa pace, senza preoccuparci di nulla.
Ho notato che avevi quasi finito la sigaretta cosí ho raccolto tutto il coraggio che avevo per proteggerti la mano e dirti:" Piacere, Grace" mi hai risposto con una stretta sicura e quel tuo sorriso perfetto:"Luca". C'era qualcosa di profondamente sbagliato nella tua presenza lí; stonava quasi una persona solare come te immersa tra le tenebre della notte, sembravi fuori posto.
Quando hai guardato l'orario sapevo che il sogno stava per infrangersi: hai sospirato e ti sei alzato in piedi. Ero già pronta a vederti sparire completamente dalla mia vita invece, con mio grande stupore, mi hai guardato e chiesto:" È tardi, non ho una macchina ma se vuoi posso accompagnarti a casa... A quest'ora non è tanto sicuro girare da sola"
"E chi mi assicura che tu non sia un pazzo?" ti chiesi ridendo
"Effettivamente nessuno ma ti prometto che non ti ucciderò, okay?" il tuo sorriso mi convinse, non avrei mai potuto dirti di no e lo sapevi bene. Mi sono alzata e ci siamo incamminati verso casa mia. "Di solito non c'è mai nessuno da queste parti, come mai sei in gito a quest'ora?" non sapevo se mentirti o sfogarmi ma tu trasmettevi una tale sicurezza che decisi di dirti tutto quanto:" I miei non fanno altro che urlarsi conte e avevo bisogno di silenzio, tu?"
"Avevo bisogno di ispirazione. Scrivo."
"Interessante. Hai trovato qualche idea?"
"La notte porta con se tanti frammenti di tante storie diverse, devi solo trovare la tua e farla rinascere" non ho compreso fino in fondo la tua risposta cosí sono rimasta in silenzio finché non siamo arrivati davanti caso mia:"Siamo arrivati..." ci siamo fermati davanti al portone: le luci erano spente e da dentro non proveniva nessun rumore "Sembra tutto tranquillo, forse adesso troverai il silenzio che cerchi anche dentro" sembravi parlare piú con sè stesso che con me. Ti ho guardato con attenzione, indecisa tra il dire qualcosa oppure no; alla fine mi sono girata e ho aperto la porta. "Sono sicura che la tua storia sarà bellissima. Ciao Luca" ci siamo scambiati un ultimo sguardo e mente chiedevo la porta ti ho sentito dire:"Se un giorno avrai ancora bisogno di silenzio ricordati che io sono su quell'autobus, potrei raccontarti la storia. Arrivederci, Grace"
Sull'autobus ancora non ci sono tornata ma ho iniziato a scriverla quella storia. Quando sarà finita torneró e spero di trovarti ancora lí per potertela leggere.
Arrivederci Luca.Scusate l'assenza nelle ultime due settimane e soprattutto l'orario improponibile ahah spero veramente che il testo vi piaccia.. Votate e lasciatemi un commento se volete, ci sentiamo la settimana prossima
~Vi abbraccio forte Grace✨
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Per noi
PoesiaScrivo questi testi per regalare un sorriso e cercare di dare forza.. Tutti quanti meritiamo di essere salvati da qualcuno, anche te