CAPITOLO 2

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-Bene, penso che sia ora di partire- sento dire da Eleonora mentre mi raggiunge, e sento i passi dei miei che la seguono a ruota, quando ero piccola mia nonna paragonava sempre azione del genere alle oche, poiché le oche seguono sempre l'oca principale, mia cugina è l'oca principale e i miei le oche che la seguono? Forse.
-Tutto ok?- mi chiede mia mamma, -Si sono solo un po' nervosa, tutto qui- dico, dovrei essere euforica al pensiero di lasciare questo postaccio che ho sempre odiato e criticato, ma al pensiero di lasciarlo anche se non me ne sono ancora del tutto andata mi fa già venire nostalgia, mia cugina vedendomi turbata mi mette una mano sulla spalla, lo faceva sempre anche quando eravamo bambine e io cadevo e mi facevo male, a pensarci mi viene da ridere ma mi trattengo. Le sorrido per ringraziarla e vado a mettermi gli anfibi, senza di loro non uscirei neanche di casa.
Mio papà carica le valige in macchina, per fortuna Eleonora è riuscita a convincerli del fatto che non serve che facciano tutta la strada solo per accompagnarmi, anche perché conoscendoli mi sarebbero stati attaccati tutto il tempo facendo figuracce su figuracce provocandomi solo disagio, e vorrei anche evitare, per fortuna fanno tutto ciò che gli chiede, scusate mamma e papà se non sono una figlia perfetta come lei e non vado in chiesa tutte le domeniche, per fortuna andando via non sentirò più parlare solo ed esclusivamente di chiesa, non che io non sia cristiana, ma quando è troppo è troppo.
Vedo i miei venire verso di me, anche se ne sono contraria mi sa che devo abbracciarli, presto detto vedo già mia mamma in lacrime con le braccia aperte, vado verso di lei e ricambio, poi vado verso mio padre e pure lui mi abbraccia, mentre salgo in macchina mi augurano buon viaggio, io ringrazio e subito dopo partiamo.
Più chilometri facciamo più il battito cardiaco aumenta, sono davvero troppo agitata, -Ti dispiace?- dico a Eleonora indicandogli il telefono con gli auricolari già inseriti, -No no, tranquilla fai pure, almeno fai andare via un po' di stress- sorrido e mi metto le cuffiette nelle orecchie, per svegliarmi e darmi un po' di carica decido di ascoltare dubstep, non è il genere che prediligo ma non mi spiace neanche.

***

Dopo quasi due ore di viaggio finalmente arriviamo al suo appartamento, appena arriviamo vedo un ragazzo alto con i capelli castani aspettarci, Eleonora scende e lo va a baciare, perfetto, ci mancavano solo i piccioncini, che poi cosa ci trovano di tanto bello nelle relazioni, sono solo una perdita di tempo che ti fa finire solo con il farti star male. Appena vedo che finiscono di svolgere atti osceni in luogo pubblico scendo dalla macchina, sicuramente vorranno far le presentazioni, che cosa faticosa e odiosa, tanto nell'87% dei casi non ti interessa veramente conoscere quella persona, ad esempio, a me adesso non interessa minimamente conoscere il nome dello scopamico di mia cugina, e me ne rendo conto pure da sola di essere una persona asfissiante e odiosa ma non ci posso far nulla.

Think It's Me ~ AlessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora