Capitolo cinque

18 2 0
                                    

-bhe allora si starà sicuro divertendo- rispondo girandomi verso il mio disegno.

-e non sai quanto novellina-

 -dio che nomi già sentiti usi- dico acida guardando il disegno ma rispondendo al ragazzo alle mie spalle.

Autocontrollo mi sussurra la mia amica ed io mimo con la bocca le parole "l'ho già perso prima" e le sorrido portandomi la matita alla bocca.

-brutto vizio- mi sussurra dietro lo stesso ragazzo.

-che vizio?- rispondo io impassibile.

-quello della matita...lo fanno tutte per attirare l'attenzione di noi stra fighi alla loro bocca-

-non son quel tipo di ragazza- dico con gli occhi fissi sulla spiegazione della prospettiva perfetta di Battista Alberti.

-per fortuna...perchè piccola...onestamente nessuno ti verrebbe dietro- 

Mi giro verso il ragazzo e con uno sguardo glaciale dico:-uno non chiamarmi mai più piccola se non vuoi finire male...due io vado dietro ai ragazzi che possiedono un cervello e che preferiscono una ragazza sola ad un mucchio di oche selvatiche...e terzo di sicuro non guarderei mai uno come te per il semplice motivo che rompi il cazzo- gli mostro uno dei miei sorrisi più falsi e dò il cinque a Leila che mi aveva allungato la mano.

-hey Nicola sei rimasto senza parole?-

-non ti dico ciò che realmente penso su di te solo perchè il mio  migliore amico è tuo fratello...e per te bambolina- mi guarda indicandomi -la prossima volta non mi tratterrò- mi dice con aria da persona suprema.

-la bambolina qui presente ti ignorerà- detto questo mi rigiro verso la lavagna e solo ora noto il silenzio di tutta la classe e il viso preoccupato di  Leila che mi mima un "scusa" penso per non avermi avvertita del fatto che ogni singola persona dentro a quell'aula stava ascoltando la conversazione che avveniva tra me ed il ragazzo.

-signorino Nicola Martiol e signorina Samanta Nidewok...dal preside ora- tuona la voce della professoressa all'interno delle pareti giallognole della classe d'artistica. Io ed il ragazzo ci alziamo ed usciamo in silenzio dall'aula. Complimenti mi urla furioso il personaggio calciando un cestino.

-dov'è l'ufficio del preside?-

Il ragazzo si avvicina a me:-seriamente tu avresti intenzione di andare dal preside?-

Non mi scompongo e ripeto:-sono qui da soli due giorni e non so dove sia il suo ufficio-

-fottiti mi sputa in faccia- ed io carico un pugno che gli arriva dritto in pieno stomaco e lo fa accasciare a terra.

-troia- mi dice agonizzante.

Bene ora mio fratello mi farà il quarto grado sulla motivazione per la quale sono finita dal preside...mannaggia.

Dopo una serie di ricerche arrivo dal preside e spiego l'accaduto e lui mi dice semplicemente che non dovrà riaccadere mai più se no avrebbe dovuto avvertire i miei. Esco dal suo ufficio quando scatta la fine della mattinata. Esco da scuola e all'entrata trovo Jen e Lei che mi dicono:-è completamente diverso da lei vero?-

-chi?-

-il preside...capelli bianchi, basso, grasso e con gli occhi che sembrano privi di ogni sentimento, ma è un uomo buono e gentile- mi dice Jen.

-invece Marie è una zoccola con i capelli rosa tinti e gli occhi con le lenti a contatto blu, è magra e con un carattere da è perfetta so tutto io- sorride concludendo Lei.

-in effetti sono due persone diversissime- poi il mio pensiero viene occupato dalla visione di Riccardo mentre esce dalla scuola con Nicola ed altri due ragazzi.

come la notte e il giornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora