DIARIO GIORNO 1: MARINA

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Il primo incontro avvenne un venerdì qualsiasi, e arrivarono tutti in ritardo. Tutti. Ma una psicologa non si innervosisce per queste cose, anzi sa che sono indice di noncuranza che a sua volta é indice di qualcos'altro ancora. Insomma, arrivarono tardi ma arrivarono, e questo per me era già un risultato. Non voglio riportare parola per parola ciò che ci dicemmo, sarebbe noioso e finirei per scrivere troppo. Preferisco che voi leggiate di loro, dei miei cari "rabbiosi", attraverso le loro stesse parole. Quindi bando alle ciance, vi lascio alla prima pagina di diario di Marina, la mamma avvocato.

DIARIO GIORNO 1: chi sono e perché sono qui

Salve,

mi presento: sono Marina, ho 46 anni e faccio l'avvocato. Sono la mamma di una bellissima bambina di 8 anni e ho un marito adorabile, Tom. Linda, la psicologa, mi ha detto che nella prima pagina del mio diario avrei dovuto parlare di me, della mia vita, della mia famiglia... Non so bene che dire, non amo molto scrivere sinceramente. Posso dire che sono una donna felice, credo. Mi piace molto il mio lavoro perché é ciò che ho sempre sognato di fare e credo anche di farlo piuttosto bene. Mi frutta bene e mi permette di far vivere meglio la mia famiglia. Inoltre,  penso di essere piuttosto attraente nonostante non sia più una giovincella, e questo é per me un grande motivo di soddisfazione. Quando cammino con passo deciso per i corridoi di un tribunale vedo come mi guardano gli uomini, come squadrano il mio corpo. Sono piccola ma sono soda perché mi tengo in forma andando in palestra. A me, se devo essere sincera, piace assecondare quegli sguardi: metto camicette leggere di chiffon e pantaloni neri aderenti. Questo non vuol dire che non ami mio marito, anzi. Io mi tengo in forma principalmente per lui, però non disdegno una bella iniezione di fiducia da parte degli altri uomini, di tanto in tanto. 

Ultimamente io e Tom, purtroppo, abbiamo discusso parecchio, e con mio sommo dolore mi vedo costretta a narrare ora perché sono qui, a scrivere su questo diarietto perché sono arrabbiata e bla, bla, bla. Si, dicevo, io e Tom abbiamo discusso di recente perché purtroppo ho avuto un accesso d'ira che a lui non é piaciuto affatto. Neanche a me é piaciuto ma secondo me lui la fa davvero troppo, troppo lunga. 

Praticamente un martedì qualunque ero andata a prendere mia figlia (che per la cronaca si chiama Benedetta) all'uscita pomeridiana. Erano le 16.15 circa quando lei é salita sulla mia bellissima Mercedes e mi ha salutata senza troppo entusiasmo.

"Bacino" le ho detto porgendole la guancia, e lei mi ha baciata con parecchia riluttanza. Avevo capito che c'era qualcosa che non andava, così ho inziato, da bravo avvocato, a farle una sfilza di domande mirate a sapere che cavolo era successo a mia figlia quel giorno. Benedetta é sempre allegra, socievole, affettuosa... doveva davvero essere successo qualcosa perché si comportasse in quella maniera.

"Che hai tesoro?" chiedo. La risposta è stata un poco credibile "niente". Allora continuo. "Dai amore, sai che alla mamma puoi dire tutto" "Niente mamma, davvero" e continuiamo così per cinque minuti buoni. Per farla sentire meglio e renderla più loquace decido di portarla a prendere un gelato, e mentre lei se lo gusta la guardo, cercando di leggerle in volto che le é successo. "Tu non lo mangi il gelato mamma?" "No tesoro lo sai che mamma non può ingrassare" e poi stop. Non mi dice più niente finché non risaliamo sulla mia macchina. Ed é lì che mi fa davvero infuriare: saliamo e io le dico con la voce più dolce del mondo "tesoro mettiti la cintura" e lei a quel punto mi risponde con un secco "No." Un odiosissimo "No." A me nessuno dice no, ma non é questo il punto. Mettersi la cintura é giusto e lei DOVEVA mettersela. "Amore mettitela" "NO." Ancora no. 

"Senti amore mio, tu te la metti perché se facciamo un incidente la tua faccia si sfracella sul vetro." Allora Benedetta esplode. "No, ti ho detto che non la metto la stupida cintura perché non ho voglia di mettermela, lasciami in pace!!!" Devo ammettere che lì non ci ho visto più. Ho inchiodato e poi le ho detto di scendere. Sì, le ho proprio detto così: "scendi piccola viziata." Lei ha cominciato a implorarmi," no ti prego mamma non farmi scendere", ma io ero decisa e ho aspettato finché non é scesa. Eravamo circa a 3 km da casa quindi in una mezz'oretta sarebbe arrivata. 

Sì, qualcuno potrebbe pensare che sono una madre degenere. E, a posteriori, capisco che non ho fatto una cosa molto bella. Ma io amo mia figlia e in quel momento volevo darle una bella lezione. Quando é arrivata a casa é corsa in camera sua ed é scesa solo per la cena. E allora ecco che é successo DAVVERO il finimondo: Benedetta si é messa a piangere, Tom le ha domandato che avesse e lei ha spiattellato tutto. Tom si é davvero arrabbiato. Non l'avevo visto così dai tempi in cui un ragazzino gli aveva tirato un uovo sull'auto. Per giorni interi, interi dico, non mi ha parlato. Finché una sera non mi ha portato un volantino dove sopra stava scritto "Aiuto per chi non riesce a gestire la rabbia" e sotto l'indirizzo di una specie di  centro sociale, che poi sarebbe il posto dove ci riuniamo il venerdì. E così, eccomi qua, a fare la mammavvocatodonnarrabbiata. Mi vergogno un po' di quello che ho fatto. Ma ormai é successo, quindi... bé mi pare inutile piangere sul latte versato.

Ora smetto di scrivere perché devo lavorare a un caso piuttosto complicato.

Marina


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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 17, 2016 ⏰

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