L'acqua inizia l'infusione e si tinge piano con sottili ramificazioni come quella volta il suo sangue sotto la pioggia.
L'ombra è staticamente arancione per via del sole che sorge dietro le siepi , o semplicemente per via delle erbe.
Fissa concentrata , ma senza vera attenzione il fumo che si eleva fino a sparire.
Inspira forte dalla bocca senza muovere altri arti.
Ha i capelli raccolti in fretta sulla nuca, poco fondotinta , il viso ormai posato, quasi idealizzato.
Casa sua sarebbe completamente deserta se non fosse per la cucina e la sua sedia al centro della stanza.
La luce entra timida dai doppi vetri per poi rimbalzare dappertutto nella stanza, aumentando a tratti, per scintillare sulla scatola dei biscotti Doria dove ora usa tenere alcuni gioielli di bigiotteria dello zio.
E così questo è l'ultimo giorno, qua. L'ultimo giorno così.
Accenna una smorfia, che vorrebbe tradursi in un sorriso.
Ma è troppo distratta e nervosa per curarsene.
Sta china, sul tavolo bagnato da un fascio violento di luce, in una posizione del tutto innaturale.
Sembra stia guardando quel vecchio bicchiere da te dinnanzi a lei.
Ma un osservatore più attento, o qualsiasi persona che sappia cosa sta accadendo, sa che in realtà sta fissando un nastro blu di velluto.
Finisce la sigaretta e la spegne sul piano della cucina.
Il giorno è nato.
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Il dolore delle mani
Mystery / Thriller"Passando sul pianerottolo del suo vicino sente l'odore dei gerani che appassicono. Si ferma un'attimo per chiudere gli occhi e assaporarli. Li riapre. Ha sull'iride dei patti da chiudere. Non è solita tenerli aperti. Le avevano insegnato così, d'al...