Capitolo 2.

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Capitolo 2

Sana era distesa a pancia in giù sul letto della sua camera e stava pensando a qualche ora prima, quando Akito le chiese di uscire, finalmente, da soli. Posò lo sguardo sulla sveglia che aveva sul comodino e con un balzo si alzò dal letto, esclamando:

- Oh... cavoli, sono già le 16: 15...se non mi sbrigo arriverò sicuramente in ritardo all'appuntamento! - Quindi si diresse rapidamente in bagno per farsi un bel bagno rinfrescante; quando uscì, con addosso ancora un asciugamano, si diresse davanti

- Quale metto...oh...sono una frana in queste cose! Ho deciso! – Esclamò, tirando fuori un paio di pinochetti rosa e una maglietta con su scritto "Sana". Si truccò lievemente, si vestì e infine si raccolse i capelli in una coda di cavallo.

- Ecco...adesso sono pronta! - Disse prendendo la borsa ed uscendo dalla stanza.

- Mama... io esco! – Disse mettendosi le scarpe.

- Dove vai di bello? – Chiese la donna,mentre si trasportava con la sua macchinina, seguita da Onda. La ragazza arrossendo lievemente, disse:

- V...vado da Fuka, do...dobbiamo studiare insieme. – Mentì spudoratamente.

- Ah, capisco...bè.. buono studio! - Disse scrutandola.

- A...allora vado....ciao Mama! –

- Ciao! – La saluto Misako.

- Sono sicura che Sana mi abbia mentito...no, non deve andare da Fuka... - Pensò la signora.

- Signora Kurata – Disse Onda con una faccia cadaverica.

- Ah...sei ancora qui? – Chiese quasi sorpresa.

- La prego signora, il manoscritto! – La supplicò, girandosi verso Misako che più rapida di un fulmine se ne andò.

- Signoraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!

Intanto a casa Hayama, Akito, seduto alla propria scrivania, osserva attentamente la foto che all'uscita della scuola era stata scattata, in cui ritraeva una perfetta coppietta affiatata...con la sua Sana.

- Una coppia... Quelli che dimostriamo in questa foto, ma in realtà non siamo...quanto vorrei essere il suo ragazzo, avere almeno il coraggio di dichiararle i miei veri sentimenti! Spero solo che oggi io ci riesca... - pensò. Poi si alzò, prese una maglietta dall'armadio, la indosso ed uscì di casa, diretto verso il gazebo; In pochi minuti, raggiunse il parco, ma vedendo che era in anticipo, decise di sedersi sulla panchina del gazebo, dove tante volte si erano rifugiati e consolati, ad aspettarla.

Non molto lontano dal gazebo, in un vicolo buio...

- Allora, hai capito? – Chiese una ragazza.

- Si...stai tranquilla! – Disse un ragazzo dagli occhi celesti e dai lineamenti perfetti.

Bene, bene...ahaha...(risata maligna) ...finalmente Akito sarà mio! –

- Scusa ma perché non vuoi che s'incontrino? – Chiese lo stesso ragazzo.

- Perché Akito dovrà essere solo mio! Non voglio che quella attricetta da strapazzo gli giri ancora intorno. Desidero che Akito la disprezzi, che non la guardi più! – Disse con occhi pieni d'odio.

- Ma che ti ha fatto? – Le chiese il ragazzo non capendo quale sia il motivo.

- Nulla! Voglio solo che sparisca dalla vita di Akito, voglio solo questo! – Disse. Il ragazzo rimase ad osservarla in silenzio.

- E poi, non vorresti che Sana stia con te? – Chiese con malizia.

- Bè...si, ma... -

- Niente ma! Anzi, hai avvertito a quei tre di farsi trovare qui, vedi che tra poco quella uscirà di casa e sarà qui...avvisali subito! – Ordinò al ragazzo.

- Si, ok! – Disse.

Sana camminava lentamente, era emozionata, tra pochi istanti sarebbe arrivata al gazebo, dove Akito, il suo Akito, la stava pazientemente aspettando. All'improvviso si sentì afferrare il polso, non ebbe neanche il tempo di girarsi per vedere chi fosse, poiché il tizio che la prese aveva il viso coperto da una passamontagna; venne trascinata e scaraventata in un vicolo nero. Vide che erano in tre, uno di loro si mise dietro di lei e le teneva le braccia affinché stesse ferma. Sana a questo punto incominciò ad urlare.

- E' inutile che urli, str***a, non verrà nessuno ad aiutarti... - Disse un altro, aprendole la camicetta e mettendo in bella mostra i seni.

- Wow... sei davvero un bel bocconcino! - disse il ragazzo che la teneva.

- Lasciatemi...vi prego! – Supplicò la ragazza mettendosi a piangere.

- Stai ferma pu****a! – Disse il ragazzo che la teneva.

- No, non voglio! Vi prego, no! – Disse, dimenandosi.

- Su, tesorino, facci vedere il tuo bel culetto....– Disse il ragazzo aprendole la zip dei pinochetti.

- Noooooooo! Non voglio! Basta! – Disse

- ...ormai sei mia! – disse il ragazzo togliendole i pinochetti e lasciandola solo con gli slip.

- Allora, vuoi stare ferma?! – disse irritato il ragazzo che la teneva, ma Sana non si fermava. Allora, il ragazzo, alzò la mano, pronto a darle un ceffone, ma un urlo lo fece fermare.

- POLIZIA... POLIZIA...AIUTO! – gridò un ragazzo che aveva assistito alla scena. I tre ragazzi, lasciarono la povera Sana e scapparono, scavalcando il muro che c'era alla fine del vincolo.

- Sana, stai bene? – chiese il ragazzo, aiutandola ad alzarsi.

- Naozumi?!

Intanto Akito, ancora al gazebo, aspettava la sua Sana.

- Ma insomma...Sana, perché ritardi così tanto?! – Si chiese il ragazzo

- Non sarà che...no, non può avermi fatto il bidone...non è da lei! Ho deciso la chiamo! – Poi secondi dopo...

- Uff.. ha il cellulare chiuso...! Mi toccherà aspettare. – Disse.

Akito era ancora seduto sulla panchina, guardò per l'ennesima volta l'orologio.

- Le 18...ormai non verrà più – disse rassegnato. Quindi si avviò verso casa, attraverso il parco e appena giunse nella zona vicina, vide dalla sua angolazione, due ragazzi che si abbracciavano e baciavano. Si avvicinò per guardare meglio, ma non poté credere a quello che i suoi occhi vedevano...

- No, non è possibile... - Disse con un filo di voce, mentre l'angoscia e la rabbia lo invasero.

Continua...

Perché non mi credi? (Rossana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora