Casa e Amore ( Caleo)

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Multifandom games| Percy Jackson\ Eroi dell'Olimpo
Prima prova:
Caleo dopo che lui la salva da Ogigia.

Il vento fresco scompigliava i capelli già non molto ordinati di Leo Valdez, mentre volava appena sotto le nuvole. Era la fine di agosto, ma sull' Atlantico tirava una brezza marina decisamente troppo fredda per i suoi gusti. Almeno Festus, il drago di bronzo, gli teneva caldo con il suo grosso corpo bollente.
- Ah, ti ho costruito proprio bene, vecchio mio - si congratulò il semidio, battendo una mano sul collo del drago.
- Vanitoso come al solito, Valdez?- una voce leggermente assonnata arrivò da dietro la sua schiena, dove una ragazza aveva dormito accuratamente legata fino ad un attimo prima.
Leo si voltò con il suo solito sorriso beffardo.
- Ben svegliata, Raggio di Sole! Vuoi un caffè?
Calipso lo guardò male e gli tirò un pugno sul braccio, borbottando un malcelato " stai zitto, Omuncolo".
Leo rise apertamente, facendola innervosire ancora di più. La sua specialità insomma.
Dopo averla portata via da Ogigia, aveva voluto farle fare un bel giro del mondo in groppa a Festus. Il drago viaggiava veloce, ma dopo un paio di settimane stavano cominciando a finire vestiti e cibo. Calipso non gradiva molto i tacos al tofu, e tanto meno ammetteva il furto. Noiosa ragazzina dell'antichità....
Comunque, Leo era stato costretto ad obbedirle e far ripartire Festus verso l'America, dopo aver visitato solo la Germania ( bella ma fredda), l'Italia ( ne aveva abbastanza di mostri !) e la Francia. Il figlio di Efesto rise sommessamente al ricordo dei pochi giorni passati a Parigi. Aveva sfruttato la poca conoscenza della ragazza sul mondo moderno, e si erano intrufolati nei musei senza pagare il biglietto. Non che Leo fosse questo appassionato di musei e cose varie, ma aveva usato le vecchie cianfrusaglie tenute là dentro a fare polvere per spiegarle "L'evoluzione del mondo secondo Leo Valdez ". Il bello era stato che Calipso aveva creduto ad ogni parola, almeno finché un guardiano non li aveva sentiti discutere dell' era dei cinque De Valdinez, che secondo il semidio era durata quasi trecento anni durante i quali cinque imperatori spagnoli della stessa dinastia avevano dominato il mondo, e si era messo a ridere come un matto, congratulandosi con Leo per la sua incredibile fantasia ed abilità a raccontare storie. La guancia del ragazzo bruciava ancora per lo schiaffo ricevuto. Dopo quello Calipso aveva chiesto conferma alla gente di ogni cosa che diceva, e lui era stato costretto a dirle la verità. " Più o meno" pensò, sempre con quel sorrisetto da elfo dispettoso in faccia.
La cosa migliore di Parigi, anche più del terrore della ragazza davanti alla Torre Effeil e del suo sconcerto, era stata la colazione al caffè. Pur non avendo i soldi neanche per pagare un' entrata al museo o una notte in un hotel dove potersi riposare per bene e darsi una bella pulita, Leo aveva offerto al suo Raggio di Sole una colazione in uno dei caffè più esclusivi di Parigi, sull' etoile dei buolevard. Si erano seduti ad uno dei tavoli all'esterno, circondati da eleganti signore in tailleur Chanel estivi e distinti signori in giacca, ricevendo una lunga serie di occhiataccie. Calipso si era agitata a disagio, guardandosi intorno preoccupata. Aveva aperto bocca verso il ragazzo, ma in quel momento era arrivato il cameriere nel suo frac. Mr Frac li aveva squadrati con disapprovazione, ma il semidio aveva sostenuto lo sguardo con un sorriso beffardo, sbeffeggiandolo in silenzio. Quel francesino non era tipo da prendere iniziative, secondo lui. E difatti si strinse nelle spalle con una smorfia e chiese l'ordinazione. In francese, che razza di idiota.
- Amico bello, ma ti sembro francese io? English please- disse con finta aria scocciata schioccandogli le dita davanti alla faccia. Calipso aveva sussultato. Ai suoi tempi, poteva anche essere infilzato da una bella spada per una cosa del genere. Il figlio di Efesto le aveva riso in faccia e aveva guadagnato un altro schiaffo in pieno viao.
Leo aveva ordinato una bella colazione francese per entrambi, con un bel croissant, un pain au chocolat, formaggio con marmellata, e una baguette. Da bere, un classico succo d'arancia e un caffè lungo bollente.
- Grazie, Mr Frac- Leo ringraziò il cameriere con il metodo Valdez, prendendolo in giro e facendogli segno di andarsene con la mano.
La sua ragazza lo guardò malissimo, dandogli un calcetto da sotto il tavolo. Stavano mangiando quando Calipso gli tirò una manica, distogliendolo dal fantastico dolce al cioccolato che stava mangiando.
- Perché la gente ci guarda così, Leo?- gli chiese guardandosi intorno - Vengo dall'antica Grecia, ma riconosco gli sguardi straniti...
- Ah non so Raggio di Sole- rispose lui continuando ad ingozzarsi - guardati intorno. Sarà perché siamo vestiti da meccanici caduti in un barile di olio, non ci pettiniamo da un paio di settimane e siamo seduti in mezzo all'alta borghesia di Parigi?
Leo aveva ridacchiato, e aveva mangiato la colazione senza preoccuparsi, ma la ninfa finì la sua porzione osservando la gente intorno a lei.
- Finito, Raggio di Sole?- stravaccato sulla sedia il ragazzo la aveva fissata, avendo finito ore prima di lei.
- Mi manca ques- AH!- Calipso aveva preso in mano la tazza di caffè, e la aveva gettata di lato gridando.
- Ma che ti prende Raggio di Sole?- non lo avrebbe mai ammesso, ma si era un po' preoccupato.
Lei gli aveva indicato freneticamente la tazza a terra.
- Hanno cercato di avvelenarci! - aveva gridato, posando poi lo sguardo sulla sua tazza vuota.
- Oh no. Lo hai bevuto!
Leo aveva guardato prima lei, poi la tazza e di nuovo lei.
- Il caffè? Sì...
Lei era sbiancata e aveva cominciato a tremare.
- È così che lo chiamate ora? E me lo dici con questa tranquillità?! È veleno!
Il semidio era scoppiato a ridere. La situazione si era fatta più paradossale del solito, anche contando l' elegantissima signora che sbraitava contro i ragazzi dopo aver ricevuto un getto di caffè in pieno petto. La ragazza però non la considerava minimamente. Continuava a fissare sconcertata il suo accompagnatore, un po' titubante.
- Ma... ridi? Sei stato avvelenato... la bevanda calda, marrone... e-era trictonio e...- balbettò un po', confusa dalle risate del ragazzo.
Leo si riprese e tentò di spiegarle senza beccarsi un altro schiaffo.
- Sai Raggio di Sole.... di solito le bevande nei caffè non sono veleni. Quello è caffè- le indicò la signora che urlava - è un liquido caldo che noi beviamo. Si fa con dei chicchi macinati, credo. E si beve perché piace e fa rimanere svegli.
Lei aprì la bocca, esitando.
- Quindi.... non è veleno?
- Se ne bevi troppo potrebbe scoppiarti il cuore... ma no. Non è veleno Raggio di Sole.
Si stavano guardando, lui sorridente e lei mortificata, quando il semidio si era accorto che Mr Frac stava tornando, richiamato dalle grida. Non aveva un'aria molto amichevole.
- Ora filiamo, Cal!- la aveva per un braccio e trascinata via, gettando una dracma sul tavolo. Al diavolo gli euro.
Al ricordo il figlio di Efesto rise apertamente, il suono della risata fu trascinato via dal vento, ma la sua fidanzata lo sentì sussultare.
- Cosa ridi?- gridò per farsi sentire.
- Sicura di non volere un caffè, Cal?
La ragazza lo spinse infuriata. Poteva vedere la sua espressioe senza voltarsi.
- Dillo un'altra volta e giuro sugli dei che ti butto giù da Festus, Omuncolo Carbonizzato! Non sei neanche legato, sarà molto facile!
Lui rise, pur sapendo che ne era capace, e continuò a guardare avanti, verso ovest.
Il profilo di una costa si stagliò all'orizzonte, togliendogli il fiato. Rimase a fissarla senza proferire parola, mentre dietro di lui anche Calipso si era fermata e respirava più lentamente.
Si avvicinavano molto in fretta, grazie al drago di bronzo che faceva le fusa sotto di loro. Poco lontano, appena a nord, si intravedeva il profilo di un'immensa città, le ombre dei grattacieli quasi si riflettevano sul mare, la Statua della Libertà confusa nella nebbia del mattino presto.
- Ti dispiace se New York la visitiamo un altro giorno, Raggio di Sole?- chiese alla sua ragazza con voce strozzata.
- Leo Valdez senza parole? È un miracolo.- rispose lei, dolcemente però- Certo che no.
Anche nella sua voce si sentiva l'emozione, e Leo le si strinse più vicino. Fece virare Festus leggermente a Nord, e cominciarono a sorvolare Long Island.
Non dissero una parola per tutto il tempo, rimanendo solo stretti l'uno all'altro, finché non si trovarono di nuovo sul mare.
Leo non ebbe bisogno di dire a Festus dove andare, il drago volò da solo verso ovest, abbassandosi di quota e rallentando. Lanciò un ruggito impaziente .
All'improvviso, senza essere annunciato da nulla, apparve il Campo Mezzosangue. Calipso sussultò, ma il ragazzo la strinse a sé per rassicurarla. Solo in quel momento cominciò a pensare come dovevano stare gli altri. Pensò ad Hazel, che sicuramente era tornata al campo Giove, a quel panda di Frank, al figlio di Ade Nico di Angelo. Dovevano essere stati molto tristi. Pensò a Jason, il suo migliore amico, che sicuramente aveva consolato Piper da bravo innamorato. Oh dei, Piper. Lo avrebbe ammazzato. E solo in quel momento gli passo un pensiero fugace, solo in quel momento pensò che forse era stato un po' egoista. Pensò anche ad Acquaman e Annabeth, e già l'averli pensati come una cosa sola gli tolse ogni preoccupazione per Cal. Sospirò, non tanto per quello che aveva fatto passare ai suoi amici, ma per quello che avrebbero fatto passare a lui.
Si voltò verso Calipso e cercò di tranquillizzarla.
- Tutto okay, Raggio di Sole.- le disse - Non c'è nulla di cui preoccuparsi-tranne la sua seconda morte imminente- Lascia perdere Acquaman. Sta sempre con Annabeth, sono innamorati e lui sa di noi.
Lei lo guardò quasi scusandosi.
- E poi- continuò il semidio- non può certo competere con il Mitico Valdez!
Riuscì a farla ridere, proprio mentre Festus cominciava a scendere verso il Campo con un ruggito di gioia.
I ragazzi del campo non erano moltissimi, perché la sessione estiva doveva già essere finita, ma erano comunque più del solito, per quel periodo. Probabilmente erano rimasti per aiutare la ricostruzione . E forse perché con la questione di Madama Terra ancora c'erano in girl troppi mostri e i ragazzini erano in pericolo.
Leo osservò il profilo familiare della valle. La collina con il pino e il Vello, il drago Peleo che ormai era grande quasi quanto Festus a fare la guardia, l'ala delle capanne, quasi del tutto ricostruita. Più in là, i campi da pallavolo, l'arena per i corsi di spada, il muro d'arrampicata che eruttava lava. Vide un ragazzino cadere giù propri in quel momento. Cominciava a sentire i rumori del Campo, le grida, le cicale nei campi di fragole e le risate di chi si sente a casa sua.
Sorrise, avvicinandosi sempre di più. Aguzzando la vista vide un ragazzo vestito di nero che veniva trascinato dentro l'infermieria da uno più grande, biondo, che lo teneva per un braccio. Gli parve di riconoscere Will Solace, e quello tutto scuro era chiaramente- sorrise fra se per la battuta - Nico Di Angelo.
Stava scorrendo il Campo con lo sguardo, e il suo cuore perse un battito, poi prese a battere più forte. Stupido. Non sei così sentimentale!
Fuori dalla Casa Grande c'era un gruppo di ragazzi, fermi a parlare fra loro.Un ragazzo alto e moro gesticolava con una mano, tenendo l'altro braccio intorno alla vita della ragazza bionda che gli stava accanto. Davanti a loro un altro ragazzo alto era in piedi accanto ad una semidea castana, e stava annuendo. Una ragazza in jeans scribacchiati e camicia li stava a sentire legandosi i capelli rossi in una coda. Una folata forte di vento portò una frase spezzata " costruire templi! Dovremmo viaggiar-". Sembrava la voce di Acquaman, ed era lui a parlare laggiù. Jason gli stava dando ragione- e che è!- mentre le tre ragazze si scambiavano sguardi eloquenti. Anche da lassù sapeva riconoscerli, a forza di averli visti rivolti verso di lui. Erano gli sguardi da "che idioti".
Leo deglutí, e fu felice che Calipso si stringesse a lui.
- Pronta a conoscere la comitiva, Raggio di Sole?
La sentì annuire sulla sua schiena, e si chiese se fosse pronto anche lui. Tanto ormai doveva tornare. Sentì un urlo di stupore dalle parti del circuito delle bighe, e capì che lo avevano visto.
-Ora o mai più. Andiamo a interrompere una chiacchierata, Festus!- gridò, e il drago si lanciò in picchiata verso terra, strappando un urlo alla ninfa, che stritolò Leo in una stretta terrorizzata. Precipitando verso il suolo ad alta velocità, il figlio di Efesto urlò e rise, ma il fischio del vento nelle orecchie coprì sia le sue grida che le urla dei semidei del campo.
Festus era perfettamente in forma e atterrò sulle zampe, ma l'impatto con il suolo fece comunque rintronare le precchie ai due ragazzi sul suo dorso. L'atterraggio aveva sollevato una nube di polvere, che si diradò lentamente mentre Leo aiutava Calipso a rialzarsi e le sue orecchie riprendevano a funzionare.
La vista che ebbe quando si voltò fu impagabile. I cinque ragazzi lo guardavano da dietro la polvere, un braccio alzato a proteggere gli occhi, con l'altro gli puntavano contro un'arma. Leo poté contare un gladio, una spada greca, una spada con la lama seghettata da figlio di Borea, una spada lunga d'avorio e una spazzola di plastica blu. Una spazzola?! " È quella con cui ha colpito Crono in un occhio" ricordò a sé stesso, e rabbrividí.
La polvere finalmente si posò a terra. Il tempo sembrò come fermarsi. Leo vide gli occhi di tutti allargarsi, le espressioni guardinghe diventare sconcertate, poi spaventate, confuse e un misto delle tre. Vide la spada si Piper cadere, il braccio di Jason tremare, mentre Percy strinse più forte Vortice. Percepiva Calipso dietro di lui, che osservava la scena un po' preoccupata. I suoni e le grida del Campo erano ovattati.
D'improvviso, la stasi finì.
L'espressione di Piper divenne arrabbiata e la ragazza si chinò velocemente a raccogliere la spada per puntargliela contro di nuovo.
- Che cosa vuoi?- ringhiò, con le lacrime agli occhi - Cosa sei? Fatti vedere per come sei!
La lingua ammaliatrice gli fece passare un brivido, ma non ebbe effetto. Lui era già com'era.
Avanzò di un passo.
- Ma come, non ti piaccio così? Sono bellissimo!- le disse sorridendole, in un vano tentativo di calmarla.
I ragazzi alzarono di più le spade, i volti lividi di rabbia.
- Ora basta. Ora basta!- Piper piangeva ora. Leo sentì Calipso sussultare.
- Fatti vedere, non puoi prendere la forma di Leo! Non ne hai il diritto!- la sua amica gridava, e Jason le si parò davanti, infuriato.
Guardando i suoi amici, Leo si sentì in colpa. Li aveva fatti soffrire.
Annabeth avanzò a fianco del figlio di Poseidone, che gettò un'occhiata stranita anche alla ninfa dietro di lui.
- Sei solo un mostro. Non so come hai fatto ad entrare al campo, ma sei solo un mostro- la figlia di Atena sembrava trapassarlo con lo sguardo.
- Non ci facciamo ingannare - Percy fissava sia lui che Calipso con espressione gelida. Era strano vedergliela in viso.
Jason continuava a stare davanti alla sua fidanzata, e lo fissava. Leo vide il dolore nei suoi occhi, e la rabbia. - Non ti è convenuto farti vedere in quel corpo, chiunque tu sia- gli disse.
Il figlio di Efesto ora doveva trovare un modo per fargli capire che era veramente lui. Non aveva contemplato l'ipotesi che non gli credessero. Calipso, dietro di lui, era spaventata.
Leo prese un respiro profondo e fece un altro passo. Le spade si alzarono di più, ma lui non si fermò.
- Reginetta di Bellezza?-chiamò- E se io fossi quell'idiota totale di Leo Valdez, che è stato così stupido ed egoista da fare in modo che Festus fosse resistente alle esplosioni e che avesse la cura del medico dentro di lui per iniettarmela una volta in volo verso Ogigia, per salvare Calipso, farle fare un giro del mondo e poi tornare qui da voi come un idiota totale? Mi dispiace ragazzi, sono stato davvero egoista e stupido.- aveva rivolto a tutti l'ultima frase, ma senza togliere gli occhi da Piper, che ora lo guardava con le sopracciglia leggermente aggrottate, confusa e senza parole, le lacrime che vontinuavano a scenderle lungo le guance. Leo aveva parlato senza pensare, le aveva solo detto quello che gli veniva, senza battute come al solito. Anche gli altri lo fissavano più esitanti.
-Un mostro che dovesse fingersi Leo...non direbbe cose del genere- disse la figlia di Adrodite, le tremava la voce.
Jason era sconvolto.- Leo non si sarebbe mai dato dell'idiota da solo- disse.
- Ne avrebbe ammesso un errore e chiesto scusa- continuò Annabeth.
Lo fissavano tutti, spaventati e titubanti. L'unico ad aver mantenuto una presa salda sulla spada era Percy. Non si fidava.
- E quindi un mostro che dovesse fingersi lui non le direbbe- concluse.- Forse.
Il figlio di Efesto non ne poteva più. Non riusciva ad ammetterlo, ma voleva riabbracciare i suoi compagni, ed era esasperato.
- Ragazzi!- gridò guardandoli, dietro di lui Calipso era ferma e li osservava in silenzio. Non sapeva cosa fare. Intorno a loro si stava raccogliendo una piccola folla di semidei, che non proferivano parola ma avevano tutti le mani alle spade.
Riconobbe Nico vicino agli altri, insieme a Will. Il figlio di Ade lo guardava concentrato, come se cercasse si risolvere un'espressione di matematica.
Leo fissò di nuovo lo sguardo sui ragazzi della profezia. Era così serio che non si riconosceva.
- Per favore, come faccio a convincervi ? Devo costruire un'altra Argo?- era quasi una preghiera. Ma dov'era Leo Valdez?!
Stava per uscirsene con una delle sue battute, nel tentativo di far cambiare espressione a quei quattro che lo fissavano senza dire nulla, quando Nico ruppe la fila e parlò.
- La morte di Leo, la abbiamo percepita sia io che Hazel- disse. E lui che sperava avrebbe detto qualcosa di buono.
- Ma era strano. C'era qualcosa di strano - continuò, guardando Leo e gli altri, che lo ascoltavano fissando il figlio di Efesto.
- La spiegazione potrebbe essere la cura del medico.
Leo fece quasi un mezzo sorriso. Evviva i figli di Ade!
Jason, Annabeth e Percy si erano voltati verso Nico, mentre Piper non toglieva lo sguardo dal viso del semidio con il potere del fuoco, come se volesse leggervi la verità.
Nessuno si muoveva.
- Ragazzi, è Leo!- gridò allora il figlio di Ade, ridendo quasi di gioia, cosa così rara che tutti si riscossero e cominciarono a gridare esultanti.
Il ragazzo non fece in tempo a voltarsi verso il suo Raggio di Sole che Piper gli era saltata addosso con un "Oddei!" acutissimo. Un attimo dopo sentì un altro braccio stringersi intorno a loro e la risata liberatoria del suo migliore amico gli risuonò nelle orecchie.
- Ah..Ragazzi... mmmi sosoffoca... te- riuscì a dire, senza fiato. Il figlio di Giove si allontanò e la ragazza lasciò la stretta. Leo fece segno a Calipso, che guardava tutti intimorita, di avvicinarsi.
Anche Annabeth e Percy fecero qualche passo verso di loro.
Piper scuoteva la testa incredula, Jason aveva l'aria di chi ha visto un fantasma-e infatti...- e la figlia di Atena sorrideva e gettava qualche occhiata a Calipso. Non era ostile, solo....non sapeva come definirla. Sembrava qualcuno che guarda una persona che l'abbia fatto soffrire, ma senza rancore.
Anche Percy guardava Calipso. Il suo viso diceva " sono felice che siate tornati e che Leo sia vivo" ma anche " avrei dovuto controllare che ti liberassero, scusami" e poi, Leo non capiva, " sono leggermente arrabbiato con te". Da quando era così bravo a dedurre le emozioni della gente dalla loro espressione? Sempre che non avesse dedotto un mucchio di cacca di pegaso, certo. Va be.
Strinse a sé Calipso che finalmente sorrideva, e la presentò.
- Allora signori, lei è il mio Raggio di Sole! L'ho salvata da un'isola nel mare del nulla e l'ho portata a fare un giro in Europa con Festus! Che vuole le coccole, tra parentesi- il drago infatti stava cercando di richiamre la loro attenzione da quando erano atterrati.
- Ho detto qualcosa di male?- chiese poi, notando che Piper stava passando da gioia assoluta a gioia rabbiosa, se non infuriata. E così quella i tutti gli altri.
-Ragazzi?
Piper gli piantò gli occhi nei suoi, e parlò con voce molto molto arrabbiata.
- Leo Valdez. Tu. Tu hai pensato bene di prendere la cura del medico e andare da lei, non che tu mi stia antipatica eh- disse voltandosi un secondo verso Calipso, per poi tornare a Leo- e farci credere di essere morto?!
Si avvicinò minacciosamente, ad un millimetro dal suo naso. Leo si guardò intorno in cerca d'aiuto, ma ogni ragazzo tranne quelli che erano andati a cercare Chirone aveva la stessa espressione della sua amica. Leo cominciò ad essere terrorizzato. Sentì la sua ragazza ridacchiare e allontanarsi di qualche passo.
- Ci hai fatto credere di essere morto, idiota!- gli gridò contro Jason, mentre un tuono scuotava il cielo. Wow, era riuscito a fargli perdere il controllo.
- Non hai pensato che magari avremmo potuto aiutarti, o anche no, ma farci sapere che non eri morto almeno!- persino Annabeth lo fissava infuriata.
Percy stava facendo tremare l'acqua del laghetto, che ribolliva come se fosse arrabbiato anche lui. - Non hai pensato a come si sarebbero sentiti i tuoi amici credentoti morto?!- esclamò, e aveva un'aria cosí di potenza e minaccia che per una volta a Leo non venne voglia di chiamarlo Acquaman.
- Piper era distrutta, Jason anche ma doveva consolarla, Hazel aveva sentito la tua morte e pensava che non ci fosse speranza, Annie era triste anche se non ti sopporta, tuoi fratelli....- Percy preoccupato per gli altri, come al solito. - E... Porco Crono, anche io, razza di idiota!- sbottò alla fine.
- Ragazzi davvero, lo so...- cercò di salvarsi Leo, lui si sentiva in colpa, come al suo solito aveva agito senza pensare agli altri.- Mi dispiace? Vi costruirò un Valdezqualcosa....
Ma loro continuavano a fissarlo arrabbiati, sempre felici che fosse vivo, ma infuriati.
Il suo Raggio di Sole rideva di lui, in piedi insieme agli altri semidei ad aspettare cosa sarebbe successo.Bambina crudele. Ma ne era innamorato, che cosa poteva farci?
Dopo un minuto di sguardi truci, Piper sorrise. Il figlio di Efesto stava quasi per tranquillizzarsi, quando notò che non era affatto un sorriso rassicurante. Proprio no.
- Percy, cos'avevi detto un paio di settimane fa, sotto la veranda?- chiese al figlio del dio del mare.
- Era qualcosa tipo...
- Tipo " Forse ha trovato un modo "...- disse Jason, sollevando un angolo della bocca in modo inquietante.
- "È di Leo che stiamo parlando. Potrebbe tornare da un momento all'altro"...- continuò Annabeth.
-" E poi lo strangoleremo a turno". Sì era qualcosa del genere- concluse Percy.
Leo cominciò ad arretrare. Dai semidei riuniti arrivò un coro di "Oh-oh" collettivo.
Piper continuava a sorridere minacciosa. - Ecco sì. Mi sembra un'ottima idea!
Avanzarono tutti e quattro, lentamente, come un muro umano. Non aveva vie di fuga.
- Anche a me- disse Percy, sorridendo davvero - E comunque mi commuove come ricordiate le mie parole con tanta precisione!
- Sta zitto Testa d'Alghe!- rise Annabeth, cominciando a camminare più velocemente.
Anche Jason rise .- Pronti?
Il semidio mise le mani avanti e scosse la testa.
-No no no no ragazzi... No vi pr-
-VIA!
Il grido collettivo interruppe a metà la sua frase, e i quattro gli saltarono addosso ridendo. Finirono tutti a terra, e Leo si ritrovò schiacciato tra i suoi amici, che lo strangolavano, gli facevano il solletico o semplicemente rotolavano con lui nella polvere. Una risata cristallina, che avrebbe riconosciuto fra mille, si unì alle altre, e un altro peso si aggiunse a quelli che già lo schiacciavano.
Ridendo tutti come degli scemi continuarono la loro lotta di solletico, dandosi spinte per scambiarsi di posto e anche baciandosi, qualche volta. Uno per uno tutti i ragazzi del Campo si unirono alla mischia, a cominciare dai fratelli Stoll, che trascinarono con loro le sorelle Gardiner. Leo aveva sempre sostenuto che si piacessero, ma loro non gli davano retta!
Quando Chirone arrivò al galoppo trovò solo una massa confusa di ragazzi a terra, impegnati in una lotta " tutti contro tutti ma uniti contro Valdez".
Improvvisamente, dopo averlo torturato senza pietà, Jason e Percy scomparvero, provabilmente tirati via da altri compagni o dalle loro belle. Al loro posto Leo trovò accanto a lui il suo Raggio di Sole. Rideva anche lei, tutta impolverata, e lui la strinse con la scusa di farle da scudo con il suo corpo. Era bellissima. Sembrava illuminare ogni vosa attorno a sé. Lei lo abbracciò stretto e lo baciò.
- Omuncolo, temo di essermi innamorata.
-Raggio di Sole, come avresti potuto non farlo? Io sono io!-
Si guardarono.- Ti amo- dissero contemporaneamente, e poi risero ancora e si baciarono ancora, stretti sulla polvere del terreno, insieme agli altri che li sommergevano.
La strinse di più, non avrebbe voluto più lasciarla andare.
Era lì, abbracciato alla ragazza di cui si era davvero innamorato, circondato dai auoi amici che volevano ammazzarlo, poteva sentire i ruggiti del suo drago anche da sotto la montagna di gente. Il suo cuore batteva forte.
Aveva il suo Amore, Era a casa.

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