The beauty and the beast
Prima parte
'Una viola'
Maurice si svegliò alle prima ore del mattino. Si trovava ancora lì, nel castello maledetto.
Sebbene fosse giorno, la luce arrivava debole e il palazzo restava comunque oscuro e buio.
C'era qualcosa di misterioso in quel luogo.
Si alzò da sotto l'albero in cui si era appisolato e decise di dirigersi all'interno per esplorare l'ambiente.
Era cosciente di non doverlo fare, ma forse stava solo cercando di rendere orgoglioso di lui suo figlio Angel.
Lo credeva un esploratore impavido e Maurice non aveva mai avuto il cuore di smentire quella sua innocente convinzione.
In questo modo, una volta tornato a casa, avrebbe potuto raccontargli tutto di quella sua piccola 'avventura'.
Il castello era grande e bellissimo, di un fascino antico, quasi appartenesse ad un'altra epoca.
Superati una lunga serie di corridoi esterni, si apriva in un magnifico cortile. Il più meraviglioso che avesse mai visto in tutta la sua vita, e Maurice ne aveva girati di posti.
Piante di varie specie, dalle mille sfumature e odori tutti diversi, si accavallavano le une alle altre, arrampicandosi su per i muri e ricoprendo quasi tutto lo spazio. Un breve sentiero si perdeva tra le verdi fronde, conducendo al cuore del giardino: un basso campo di semplici viole profumatissime.
Istintivamente Maurice vi si avvicinò, accarezzando i soffici petali di quei piccoli fiori.
Gli tornò in mente la richiesta di Will: una semplice viola.
Inizialmente non aveva compreso il motivo di un desiderio così bizzarro, tutti gli avevano domandato beni materiali più consistenti e comuni, ma in quel momento, con l'inebriante odore pungente di viola nelle narici, poteva capire il perché.
Dietro un piccolo fiorellino si nascondeva una preziosa e rara bellezza.
Will era sempre stato in grado di andare oltre le apparenze e scavare a fondo con quei suoi intensi occhi blu, meglio di chiunque altro.
Forse proprio perché, anche lui stesso, non era ciò che appariva.
Con decisione strappò una manciata di viole ancora non schiuse dalle radici e si girò per andarsene.
Ed improvvisamente eccolo lì.
Dove un secondo prima non c'era niente, ora c'era lui. La Bestia.
<<È questo il tuo riconoscimento per la mia ospitalità? Derubarmi? >>
La voce era ombrosa, roca e bassa proprio come la sua figura, che quasi si confondeva con le ombre dei corridoi.
Maurice fece un passo indietro e nella fretta di allontanarsi il più possibile lasciò andare il più delle viole. La paura continuava ad affluirgli al cervello.
Se la leggenda era vera, allora...
<<N-non era mia intenzione farle un torto. Io-io...>>
Non sapeva che dire, cosa aggiungere o come sdebitarsi. Stringeva ancora tra le dita l'unico piccolo fiore rimasto, cosa che sembrava star facendo arrabbiare ancora di più il mostro.
<<Ma l'hai fatto e saresti anche scappato via se non ti avessi fermato prima. Sei un approfittatore, un egoista ed un codardo. Quelli come te non meritano nemmeno di vivere...>>
'Non posso morire.' pensò 'non senza aver salutato la mia famiglia. Non senza aver assicurato loro un futuro degno.'
Si gettò ai piedi della Bestia, supplicandolo in ginocchio.
<<La prego, per favore. Ho una famiglia a casa che mi aspetta. Ho dei figli... Questa- questa viola era per uno di loro. Mio figlio Will... è la persona più buona che io conosca, era un regalo per lui. Per il suo cuore d'oro. La prego, la supplico, mi lasci tornare da loro. Mi lasci dir loro addio.>>
Qualcosa tra l'oscurità delle ombre, si illuminò, rivelando due profonde pozze di carbone ardente osservarlo.
Gli occhi della Bestia.
<<Tuo figlio... dici che è una persona dal grande animo, dici di averlo fatto per lui. Allora torna a casa e portalo qui. Lascia che io lo veda, lascia che si prendi lui ciò che meriti tu. E se veramente è così buono come dici lo risparmierò.>>
Maurice rabbrividì. No, non poteva fare questo a Will.
Non voleva nemmeno immaginare cosa gli sarebbe potuto succedere nelle mani di quell'orribile mostro.
Ma ne avrebbe approfittato, sarebbe tornato a casa dai suoi figli e avrebbe lasciato loro un ultimo bel ricordo di se.
Annuì debolmente, distrutto.
<<Vattene, allora. Corri dalla tua famiglia. Ma bada bene, se entro due giorni non tornerai di nuovo qui, non sarai l'unico a pagare le conseguenze delle tue azioni. E nel modo peggiore che possa esistere.>>
Non ebbe il coraggio di rispondere a voce e annuì ancora con la testa.
Poi raggiunse Philippe vicino al cancello e vi salì in groppa: pronto a tornare a casa per quella che sarebbe stata l'ultima volta.
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The Beauty and the Beast // Solangelo
FanfictionWill è solo un comune paesano di Vatten, minuscola cittadina francese persa nel nulla. Tutto ciò che conosce sono i tetti bassi delle cascine dove abita, il canto del gallo la mattina all'alba, il gusto del bestiame appena cacciato e i miglior rimed...