Capitolo 4

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Mi sveglio e dirigo il mio sguardo verso la radiosveglia. Oh mio Dio sono le 07:00, perché mi devo svegliare così presto anche quando non devo andare a scuola? Bah.
Vado in bagno e guardo il mio riflesso allo specchio, sono un casino. Mi sistemo un po e lavo i denti per non rischiare di uccidere qualcuno... poi corro di sotto per preparare la colazione a mio fratello. Scendendo le scale pensai alla sera prima, a Luca che aveva tentato di baciarmi, che imbarazzo che ho provato nel respingerlo, immagino che anche lui non si fosse sentito da meno. Ah si, Luca, preparo la colazione anche a lui gia che ci sto. Apro il frigo e non c'è quasi niente di dolce per fare colazione, anche il latte é finito... uffa.
Vado di sopra e mi vesto velocemente, conoscendo mio fratello si alzerà verso le 10, quindi ho tutto il tempo di questo mondo per andare a comprare qualcosa.
"Psss! "
Sobbalzai al richiamo.
Mi voltai, vidi Luca poggiato alla cornice della porta frastornato dal sonno.
"Dove andiamo così presto? "
Mi chiese raggiungendomi mentre si infilava la felpa.
"Non c'è niente per colazione, volevo andare a comprare qualcosa per te e per Leo, per farvi trovare qualcosa insomma."
Abbozzai.
"Vengo con te."
Accettai.
Luca si mise le scarpe, si scompiglió i capelli e prese le chiavi dell'auto... lo fermai e lo invitai a prendere la bicicletta di Leo. Sbuffó ma non si oppose.
Pedalammo fino al mio amato fornaio, prendemmo un po di cornetti e una bottiglia di latte fresco, chiacchierando nella strada di andata e ritorno.
É davvero simpatico, mi fa ridere molto questo rompiballe.
"Portiamo la colazione al dormiglione vah.. "
L'orologio segnava le 08:00 e io volevo svegliare Leo per non rimanere sola con Luca, non che non volessi, ma così si sarebbe annoiato.
Feci per mettere due cornetti farciti di nutella e un bicchiere di latte sul vassoio.
"Perché non lo lasciamo dormire un'altra oretta? Non è uno mattutino... E lo sai bene anche tu, é tuo fratello!"
Mi disse strizzando l'occhio.
"Ehm... ok. "
Dissi così e salii in camera mia, sentii dei passi seguirmi. Perché mi seguiva? Mica gli avevo detto di farlo...
Entrai, presi la chitarra e mi poggiai sul letto con le gambe incrociate, pochi istanti dopo entrò Luca e si mise accanto a me,togliendo le scarpe all'entrata a mia richiesta.
Si mise seduto accanto a me, dopo aver chiuso la porta per non svegliare Leo, che si trovava nella stanza di fronte la mia.
"Allora che mi suoni? "
Non risposi, lo guardai, rimasi un attimo rapita dai suoi occhi neri neri neri, puntati sui miei fragili occhi chiari... abbassai lo sguardo, sentii arrossare le guance, rizzarsi i peli sulle braccia... sentii l'istinto di sorridere. Ma cosa mi prendeva, sembravo un'idiota.
"Ali... Mi hai sentito? "
Disse spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Sbiancai.
Gli sorrisi ed iniziai a suonare la prima canzone che mi venne in mente... 'Don't cry' dei Guns 'n Roses. Intonai le prime strofe e Luca passò le mani sulla faccia come a svegliarsi da un sogno, sorridendo come uno svalvolato.
Perché una semplice canzone provocò in lui quella reazione. Mi fermai dopo il ritornello, e lo guardai interrogativa.
"Questa conta troppo per me lo sai?... "
Disse continuando a sorridere, guardandomi come se fossi una veggente pari a Calcante.
I suoi occhi brillarono.
Posai di fretta la chitarra e corsi di nuovo sul letto accanto a lui, per scoprire un po di più sulla sua preferenza.. Perché 'don't Cry'? É una canzone così particolare. Non mi sembrava il tipo da 'io ascolto la musica per i messaggi che trasmette', un tipo come me insomma...
"Seriamente, e perché questa canzone? É così particolare... così bella. "
Chiesi senza smettere mai di guardarlo negli occhi, cercavo di intravedere ogni suo pensiero in quelle lagune nere e oscure che riflettevano la luce.
"Vedi... Ti dirò una cosa che non molti sanno, mi sento di potertela dire." Mi guardò quasi a ripensarci ma poi riprese. "Quando avevo 12 anni, mia mamma scappò di casa, lo ricordo come se fosse ieri.. scesi le scale e trovai un bigliettino, lo lessi e cominciai a piangere. Sapevo dentro di me che mia madre era andata via perché non si sentiva appartenere a quel luogo, non amava più mio padre, anzi lo odiava, e in me vedeva soltanto lui... Mi ha avuto giovane e non mi aveva in programma. Io ero innamorato di mia mamma e questa era la canzone che sentivo ogni notte da quando lei lasciò me e mio padre con quella lettera per tornare a vivere in Spagna, con i miei nonni. La rividi solo un'altra volta, un anno dopo, quando venne per farsi firmare le carte del divorzio. Mio padre non discusse e firmò... mentre lo faceva, credo di aver visto i suoi occhi bagnarsi di tristezza. Lo ricordo benissimo, l'unica volta che vidi mio padre piangere. Era innamorato di mia madre, da quando la incontrò in Spagna per uno scambio culturale. Ora sta con un'altra donna, e questa mi ha cresciuto come un figlio suo, gli voglio molto bene. Ma non smetto di pensare a mia madre e ogni sera metto questa canzone e vorrei struggermi in lacrime, ma so che non posso.... un uomo non può piangere. "
Mentre raccontò, ero rapita dalle sue parole e dal modo in cui trattenne le lacrime quando raccontava... Si vedeva che non era abituato a parlarne.
Si accorse del mio pensiero e sdrammatizzó subito.
"Ehy é tutto ok, é passato molto tempo, mi sono abituato ormai a non sentirla più... Non devi dispiacerti per me. "
Sorrise malinconico.
"Non credevo ci fosse così tanto, lo manterró come un segreto."
Dissi così, e mi venne d'istinto prendergli la mano e poggiarla a sinistra del mio petto, esattamente sopra il cuore, quasi a giurarlo su esso.
Lui sorrise e mi abbracciò.
Lo strinsi forte a me e credo di averlo sentito piangere per un secondo mente era immerso nei miei capelli.
Ci staccammo e vaga controllai la federa del cuscino su cui erano poggiate le nostre teste, un puntino bagnato, una lacrima.
Chissà da quant'era che non si sfogava, forse non l'aveva raccontato a nessuno fino allora.
Perché dirlo a me?
Le nostre mani non si erano lasciate, lo sentivo cosí vicino in quell'istante... come se lo conoscessi da una vita, da sempre.
Il pantalone gli era un po calato e intravidi una scritta, " Give me a kiss before you tell me goodbye " a destra del basso ventre.
Subito ricollegai alla canzone. Lo aveva persino tatuato sulla pelle? Forse non sarebbe stato meglio dimenticare?... no, non voleva. Lo capivo dal suo sguardo, avrebbe sempre sognato la sua vera mamma al suo fianco, si sarebbe sempre chiesto il perché della sua decisione, perché lasciare un bambino, il tuo bambino, abbandonarlo con tuo marito, persone con cui hai vissuto 12 anni della tua vita, donandogli 12 anni di falsità e menzogne. In quel momento lo guardai e lo vidi indaffarato nei suoi pensieri, mi sembrò di leggere nei suoi occhi "chissà se mi ha amato veramente o se ha fatto finta per tutto quel tempo."
Nemmeno me ne accorsi che dissi ad alta voce.
"Non preoccuparti, tua madre sicuramente ti avrà amato con quello che poteva, ma evidentemente ha messo la sua felicità davanti alla tua e a quella di tuo padre, ha fatto quello che sentiva e per questo nessuno ti dice di non odiarla, ma credo che in fondo tu l'abbia già perdonata."
Annuì e mi abbracció di nuovo.
"Grazie, é stato bello sfogarmi con qualcuno dopo tanto tempo. Se ci penso che sono passati 7 anni rabbrividisco. Ma ora basta con questa storia, mi porta solo malinconia ricordare."
Tornò sui miei occhi e mi prose un sorriso sincero che contraccambiai.
Erano le 09:00.... Abbiamo parlato un'ora intera?!

Scossi la testa e mi alzai per sgranchirmi un po.
"Ali, potrei segnarmi il tuo numero? A meno che non ti dia fastidio.. "
Mi chiese passando la mano tra i capelli.
"No, figurati! Anzi. "
Gli diedi il mio numero e mi salvò nella rubrica.
"Vabbe, andiamo a svegliare Leo."
E insieme ci chiudemmo la porta della mia camera alle spalle, lasciando lì tutta la sua malinconia e i suoi vecchi ricordi.
Sapevamo entrambi che tra noi sia stava creando un legame, in quel poco tempo, mi aveva già raccontato il suo problema più grande e non mi sarei mai sentita di deluderlo,non volevo farlo per nessun motivo al mondo. É un ragazzo cosí buono, credo abbia sofferto molto e credo soffra tutt'ora... leggevo nei suoi occhi che già si fidava di me, e con il tempo forse avrei imparato anche io a farlo con lui.
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Hola!
~kurtmyangel🌊🌸

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