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Mi sveglio. Mi trovo nel mio letto. Mi viene subito in mente la serata di ieri. Ma se mi sono addormentata nel divano, come caspita ho fatto ad arrivare al mio letto? Scrollo le spalle. Guardo la sveglia. Sono le 6.30 e la scuola comincia alle 8.

Mi dirigo direttamente in bagno e mi sciaquo la faccia e mi lavo i denti. Al posto dei miei capelli, mi ritrovo un nido di rondini. I miei capelli sono un disastro. Gli pettino sgrovigliando i nodi e gli lego in una coda di cavallo alta.
Scendo le scale e mi dirigo in cucina, dove trovo già mamma che prepara la colazione. Si gira verso di me con un sorriso che mi scalda il cuore. Adoro questi piccoli momenti tra me e lei.

- buongiorno

-buongiorno, Gemma. Allora. Pronta per l' interrogazione di inglese?

-e la verifica di matematica..

-giusto. E la verifica di matematica?

-Non so, mamma. Sono nervosa.

- andrai a meraviglia. Non ti preoccupare.

-e tu?

-e io cosa?-

-come va con il lavoro?

-bene. Anche se non mi dispiacerebbe una vacanza, come serve a te d' altronde-

-magari

Appoggia la colazione davanti a me e inizio a mangiare. Pancetta, uova strapazzate e succo di frutta. Finisco dopo 10 minuti. Prendo la mia cartella, do un bacio a mamma ed esco.

L' autobus passa alle 7.30. Cammino verso la fermata. Ammiro il paesaggio. Le colline, il bosco alla mia destra e il profilo delle case a sinistra. Mi ha sempre incuriosito quel bosco. Ci vado spesso, a raccogliere funghi, bacche o fiori, o molto spesso per prendermi una pausa dallo stress della mia vita. Sentire il frusciare delle foglie dal vento, gli uccellini che cinguettano, gli scoiattoli che corrono sui rami. Mi rilassa.

Arrivo alla fermata e mi siedo sulla panchina che c' è ed aspetto. Mancano 5 minuti alle 7.30 e io me ne approfittai per ripassare.
Lo so cosa state pensando. E vi rispondo solo una cosa. No, non sono una secchiona. Ma non mi piacerebbe prendere un insufficienza, tutto qui.

Vedo arrivare l' autobus. Salgo e timbro il biglietto. Il tragitto da casa fino a scuola è di circa 20 minuti, quindi mi metto le mie adorate cuffiette e inizio ad ascoltare musica. Non sento nessuno. Ci siamo solo io, la mia musica e il meraviglioso paesaggio. Il sole che si alza piano piano, con una lentezza che invidieresti. Magari facessi anche io tutte le mie cose lentamente. Non mi stresserei molto.

Non mi accorgo neanche di essere arrivata. Scendo dal autobus e mi avvio verso scuola. Devo fare ancora un piccolo tratto di strada fino a scuola. Mi rilassa, mi godo la libertà prima di essere rinchiusa in prigione, e affrontare il poliziotto stra-mega cattivo della mia professoressa di inglese. Non esagero dicendo che è molto cattiva e allo stesso tempo strana.

Se sbagli solo una minima cosa ti abbassa il voto. Per non parlare di quanti compiti ci da. Senza fine. Poi quello di matematica, ce l' ha a morte con me. Mamma mi ha dato un consiglio. Fagli vedere chi sei. Non farti abbattere dalla loro cattiveria. Falli vedere che hai ottimi risultati anche senza la loro compassione.

Anche questo è uno dei motivi per cui studio molto. Sono arrivata a scuola ed entro, filo dritta nella mia classe. Alla prime due ore ho arte, quindi devo andare al terzo piano. Nella nostra scuola, c' è un aula per ogni materia e noi dobbiamo cambiare aula guardando il nostro orario.

Arrivo al terzo piano e trovo già metà classe. Mi sistemo in un posto libero. Mentre aspettiamo che la campanella suoni, arriva il resto della classe. Per ultimo il nostro prof di disegno. È gentile, e molto bravo, ma ti fa fare sempre delle figure imbarazzanti. La maggior parte delle lezioni ci lascia liberi di disegnare quello che vogliamo.

Inizio a disegnare il bosco che c' è davanti a casa mia. Gli animali, la vegetazione, il sole che tramonta e il profilo della città.

Non mi accorgo minimamente che siano finite le sue ore. Trovo interessante il modo in cui scorre il tempo. Quando si è felici il tempo trascorre con un battito di ciglia. Invece quando si è in imbarazzo oppure tristi o di mal umore il tempo sembra infinito. Vorrei tanto che i momenti belli non terminassero mai e che i momenti tristi passino con uno schiocco di dita. Ma sappiamo che è impossibile, ma niente è impossibile.

Adesso abbiamo la verifica di matematica. L' aula di matematica si trova al secondo piano. Sono la prima ad entrare e ovviamente trovo già il mio adorabile professore che non manca di fulminarmi con lo sguardo. Mi siedo al ultimo banco, come sempre. Tiro fuori la penna e aspetto gli altri. Quando la classe è al completo, il professore distribuisce le verifiche. La faccio facilmente. Ma le cose facili non sono veramente facili, sono difficili. Consegno il compito ed esco a prendere una boccata d' aria. Adesso abbiamo disegno tecnico.

Il prof inizia a spiegare e come al solito non ci capisco niente. Finisce anche quest' ora e adesso tocca, sfortunatamente, a inglese.
Mi dirigo in classe. Quando entro, trovo la prof che sta urlando contro il registro elettronico. Mi lascio sfuggire una risata, che fortunatamente lei non sente. La classe è al completo.

-Bene, ragazzi. Come avevo detto la settimana scorsa. Oggi dedico tutta l' ora al interrogazione. Iniziamo da Dylan

Mentre la prof interroga Dylan, ripasso e continuo a farlo durante tutte le interrogazioni finché non tocca a me

-Gemma

Mi alzo e mi dirigo alla lavagna, inizio a spiegare le regole e a tradurre qualche frase come mi dice lei. Quando finisco, ha una smorfia di dolore in faccia.

- Gemma, 9 e mezzo

Vorrei tanto saltare dalla gioia, ma mi limito a sorridere e ad andare al posto. Sento gli sguardi di tutti i miei compagni sulla nuca.

Finisce l' ora e torniamo finalmente a casa.

Appena arrivo a casa trovo mamma ad aspettarmi.

- come è andata?-. Sorrido e lei appena mi vede mi abbraccia

- 9 e mezzo!-

-bravissima!-

Appena mi lascia, corro in camera mia e mi lascio cadere sul letto. Finalmente questa giornata è finita.

Lo so. Questo capitolo è noioso, ma è molto importante. Lo scoprirete più avanti. Se vi è piaciuto lasciate una stellina o/e un commento.

The White Blood' s Wolf [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora