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Niente scuola oggi. Quanto posso amare le domeniche!? Mi sento finalmente libera. Entro subito sotto la doccia.

L' acqua che mi scorre sulla pelle mi rilassa e rifletto. Sono un' po' triste però. Non potrò godermi questa domenica appieno. Ovviamente, per via dei compiti.
Esco dalla doccia e mi infilo dentro al accappatoio. Il tessuto morbido sulla pelle mi tranquillizza. Mi vesto con una t- shirt nera con un cuore e la scritta You are my all e dei pantaloncini corti neri e gli anfibi. Scendo di corsa le scale e arrivo in cucina.

Trovo un bigliettino attaccato con una calamita sul frigo. Sono andata a fare alcune commissioni, tornerò tardi. Troverai tutto nei ripiani e nel frigo. Ti voglio bene, ma

Ho la casa tutta per me! Che bello! Libertà! Non che non mi piaccia stare con mamma, ma anche io ho bisogno di spazio. Faccio colazione con cappuccino e brioche. Appena finito la colazione, vado su whatsapp per vedere se qualcuno mi ha mandato qualche messaggio, e come al solito niente. Ho pochissimi contatti. Mia mamma, mia nonna, mia zia, mia cugina e un amica alla lontana che non vedo più da qualche anno. Spengo il telefono e inizio a guardare qualcosa in tv, ma non trovo niente. Guardo fuori dalla finestra, vedo un movimento tra i cespugli. È una calda giornata, tra poco iniziano le vacanze estive. Vedo le farfalle che volano in giardino, gli uccellini che cantano e la brezza del estate. Decido di uscire fuori.

È bellissimo fuori. Essere baciati dal sole e accarezzati dalla brezza, circondati da rumori della natura e vegetazioni. Decido di andare al bosco. Prendo la mia borsa e chiudo la porta a chiave. Prendo il sentiero principale del bosco. Mi fermo ad osservare ogni cosa, come farebbe una bambina in un negozio di giocattoli.

Scoiattoli con le loro ghiande, uccellini appena nati che chiamano la propria mamma, il frusciare delle foglie. Sento di nuovo qualcuno o qualcosa spostarsi tra i cespugli. Mi giro dalla parte in cui proviene il rumore. Faccio finta di niente e vado avanti.

Il bosco diventa sempre più fitto e devo prendere un piccolo sentiero. Noto dei cespugli carichi di more. Ne raccolgo un po' e le metto dentro alla borsa. Vado avanti, ma sento uno strano rumore alla mia spalle. Decido di andare avanti. Trovo dei funghi porcini vicino a un albero di cipresso.

Riesco già a gustarmi il risotto speciale di mamma con funghi porcini. Delizioso. Mi chino per raccoglierne alcuni. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei. Mentre sto per raccogliere il settimo, alzo lo sguardo e incontri due occhi gialli. Lascio cadere il fungo che avevo in mano. Mentirei se dicessi che in quel momento non avevo paura.

Un lupo. Con il manto castano chiaro e gli occhi gialli. Che ci faceva un lupo nel bosco!? Il mio cuore era a mille. Puntava i suoi occhi dritti nei miei. Non riuscivo a distogliere lo sguardo, non so se per la sua bellezza o per la paura.

Ad un certo punto, scopre le zanne. Cerco di alzarmi lentamente, ma inizia a ringhiare e sento il mio cuore a mille. Bum, bum, bum, bum. Respiro lentamente.

-ehi bello. Adesso io me ne vado e ognuno va per la sua strada-. Inizio a parlare con il lupo, come se lui mi capisse, ma è l' unica cosa che mi viene in mente da fare.

Ad un tratto, mi salta addosso. Cerco di spingerlo via, ma la sua presa è salda. Lo graffio, ma niente. Sento una fitta al braccio. Abbasso lo sguardo e vedo i denti del lupo conficcati nella mia carne. Vedo sangue. Molla finalmente il mio braccio e scappa.

Sono ancora per terra, semi cosciente. Inspiro ed espiro, inspiro ed espiro. Cerco di alzarmi, una fitta al braccio mi riscuote. Guardo la ferita e vedo i buchi dei denti del lupo nella carne. A scuola ci hanno insegnato che la saliva umana disinfetta le ferite.

Il sangue, il mio sangue, ha un colore rosso scuro. Un colore che mi attrae, vedo un goccia scivolare. Prima che cada, la lecco. Non ha il sapore di sangue. È un sapore più dolce, di latte. La ferita brucia, decido di ritornare a casa. Prendo la mia borsa che è finita a qualche metro più in là. Mi incammino fino a casa e apro la porta.

Inizio a vedere dei pallini. Nero, blu, verde, rosso, bianco. La testa mi gira. Ho le ginocchia che tremano. Tremo dalla testa ai piedi. Non riesco a stare in piedi, mi sento mancare e cado. Sbatto la testa sul l' angolo del tavolo e dopo vuoto. Nero.

Ciao ragazzi.
Allora questo capitolo lo dedico a una mia carissima amica, che so che sta leggendo questo capitolo. La frase della maglietta di Gemma "you are my all" (tu sei il mio tutto) è dedicato appunto a lei. Ti voglio un mondo di bene, Marty❤

The White Blood' s Wolf [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora