Capitolo 6.

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'Se il buongiorno si vede dal mattino, oggi sarebbe meglio dormire tutto il giorno' pensai mentre mi giravo per la ventesima volta,ma non riuscivo a chiudere occhio. Non sapevo cosa mi stesse prendendo volevo solo una giornata speciale,con il mio migliore amico e invece? Proprio per colpa sua,questa giornata non sarà come me la immaginavo.

'Nuovo messaggio' apparse sullo schermo del mio cellulare.

'Sarà il decimo messaggio che mi manda,cazzo,che cosa vuole da me ancora?'

Afferrai il mio telefono e aprii i dodici messaggi di Justin.

'Ehi piccola ti prego,odio l'idea che tu sia arrabbiata con me'  

'Ti prego,rispondi,dimmi che ti succede.'

'É per la cameriera vero?'

'Dai Jessie stavo solo scherzando e poi scusa...tu da quando sei gelosa di me?'

Mi fermai. Chiusi gli occhi e respirai profondamente o sarei scoppiata da un momento all'altro. Decisa su cosa fare,afferrai il mio telefono e uscii fuori dalla stanza. Scendendo le scale vidi mia madre che si girò non appena appoggiai il piede sul primo scalino. Mi fissava quasi con dolore,fissava i miei occhi gonfi,volevo andarmene,ma ero come intrappolata dai suoi occhi.

'Jessie,ma stavi piangendo?' chiese inclinando il capo,con aria di stupore. Io tirai dritto in cucina,senza darle una risposta. Afferrai un pacchetto di dolci,posti su un ripiano e senza guardare mia madre negli occhi,mi avviai verso l'uscita di casa. Con passo svelto mi avviai nel posto in cui mi rilassavo,quel posto che sembrava quasi risolvere i miei problemi. Alla vista meravigliosa che avevo davanti agli occhi non potei fare altro che rimanere lì,immobile a fissare il vuoto. Lentamente,senza staccare mai gli occhi da quel paesaggio,mi sedetti,poggiando i dolci sulle mie ginocchia e il telefono sull'erba ancora bagnata.

 I miei muscoli tesi si rilassarono e lentemente aprii il pacchetto di quei deliziosi cioccolatini e ne afferrai uno. Prima di cacciarlo in bocca respirai profondamente e quell'odore di fiori entrò nelle mie narici. Era così rilassante,sapevo che tutto ciò mi avrebbe calmato. Mi stesi sull'erba soffice,chiusi gli occhi e mandai giù il cioccolatino. Sentire l'aria sul viso e quel pacifico silenzio mi fece tornare in mente tutto,come se il vento mi sussurrasse cosa fosse successo. Le lacrime pizzicavano implorando di lasciarle uscire,ma guardai il cielo,chiusi gli occhi per impedire che quelle fottute lacrime scendessero e pressai le labbra. Niente da fare,le lacrime iniziarono a percorrere il mio viso come non mai,trascinai le mani sul viso,in segno di disperazione.

'Sarà l'adolescenza che porta a piangere spesso,o sono io?'

Chiusi gli occhi e ormai sconfitta,lasciai le lacrime bagnare il mio viso,mentre io lasciavo la mia mente libera dai suoi pensieri.

La vibrazione del telefono mi fece riaprire gli occhi,spostando lo sguardo sullo schermo illuminato del cellulare.

Nuovo messaggio da: Justin.

'Piccola,sono a casa tua,dove sei?'

'Merda' imprecai.

'Chi gli ha dato il permesso di venire?'

In realtà era quello di cui avevo bisogno ma non volevo ammetterlo. Riappoggiai la testa sull'erba e ignorai quel messaggio. Nell'aria si sentiva solo il mio respiro,calmo e profondo. Aprii gli occhi giusto il tempo di prendere un altro cioccolatino,quando una mano afferrò la mia.

Girai la testa di scatto per lo spavento e rimasi sorpresa per ciò che vidi.

'Justin,lasciami,mi hai spaventato'.

Justin non mollò la presa dalla mia mano,era piuttosto impegnato a fissare i miei occhi che non ricambiavano lo sguardo.

'Ho detto lasciami!'

Fu così che finalmente mi lasciò lentamente la mano,portandola però sulla mia guancia bagnata accarezzandola. 'Perchè stai piangendo?'

Abassai lo sguardo pressando le labbra,facendogli capire che non avrei aperto bocca per dare una risposta. 'Rispondimi,ti prego.'

Un'altra lacrima scese sul mio viso,quando stava per cadere sull'erba,Justin la scacció via con un dolce movimento delle dita. 'Non piangere.'

Sollevó il mio mento con le sue dita in modo che i nostri occhi si incrociassero.

I suoi occhi color miele sui miei provocarono un brivido al cuore. Il silenzio era caduto su di noi,i nostri occhi parlavano da soli,parlavano di compassione,di sensi di colpa,di dispiacere. Non ce la facevo più. Allungai le braccia verso il suo collo e mi ci aggrappai intenzionata a non staccarmici più. Lo abbracciai,più forte che mai,ne avevo bisogno. Justin ricambiò l'abbraccio e appoggio le sue mani nei miei capelli,accarezzando la mia testa. Iniziai a singhiozzare,le lacrime avevano preso il sopravvento.

'Perchè stai piangendo?'

Aveva il tono di voce dolce,continuava a passare la mano sui miei capelli. Singhiozzando risposi.

'Non lo so Justin,non lo so,è solo che..'

Le lacrime non mi permisero di finire la frase.

'Scusami per stamattina,volevo passare una mattina con te e guarda cosa ho combinato.'

Spostai la testa dalla sua spalla,finendo di fronte a justin,a pochissimi centimetri dalla sua faccia. Mi morsi il labbro,ero un po' imbarazzata. I nostri occhi,erano vicinissimi,le nostre labbra. I nostri occhi si abbracciarono,avevano bisogno gli uni degli altri. Justin passò la mano tra i miei capelli,asciugando infine le ultime lacrime rimaste. 'Non so perchè sto piangendo.' irruppi il silenzio.

'Davvero non lo so,non dovrei piangere,non hai fatto niente di male,io...'

Abbassai lo sguardo.

'Tu...?'

mi invitò a finire la frase.

'Ero gelosa.'

dissi timidamente mentre le mie guancie avvampirono dal calore.

'Bhe quello lo avevo capito anche io piccola,ma..perchè?'

'Probabilmente perchè sei la persona a cui tengo di più e non voglio che qualcuno ti porti via da me.'

Lui,senza smettere di guardare i miei occhi,passò il pollice sulla mia mascella. Lo vidi avvicinarsi a me lentamente.

Il mio cuore batteva sempre più forte. Lasciò un piccolo bacio nell'angolo delle labbra,senza toccare quest'ultime. Iniziai a respirare pesantemente,sentivo il suo respiro sul mio viso. Non volendo che lui facesse qualcos'altro,appoggiai la testa sulla sua spalla e chiudendo gli occhi,sentii un piccolo bacio lasciato sul collo.

'Ti voglio bene.'

Furono infine i sussurri che mi attraversarono tutto il corpo.

He saved me.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora