PROLOGO

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10 anni prima
Meredith è sempre stata una donna sicura di sè, impenetrabile. Quando qualcuno faceva qualcosa di sbagliato, che non le piaceva, bastava uno sguardo per mettere tutto in riga. Da piccola seguiva attenta tutte le regole che le dettava la madre, è stata una bambina "davvero esemplare", come direbbe lei.
In quella siruazione, però, non era per niente forte. Tutte le sue pareti fatte di apparenze crollarono. Sentiva il parquet sotto di lei girare vorticosamente in tondo, e il soffitto sembrava le stesse per cadere addosso.
《Mamma! Mamma! Perchè non entri dentro?》i piedini della bambina sbattevano sul pavimento e si avvicinarono sempre di piú a Meredith.
Con una forza che non credeva possibile, la donna si alzò di scatto e si precipitò verso la figlia.
《No! Torna in camera tua, Judy》guardò duramente la bambina, fino quando non abbassò lo sguardo e si ritirò nella sua piccola cameretta rosa, al piano di sopra.
Con l'andatura di un bradipo, Meredith tornò sul ciglio della strada di fronte alla sua villa, e si accovacciò sui talloni.
Sua madre le aveva insegnato ad essere insensibile fin da piccola. Alla morte di suo padre John, sia l'una che l'altra non avevano mai versato una lacrima. E continuando per tutta l'adolescenza, Meredith non aveva mai pianto, nemmeno una sola volta. Al contrario di lei, sua figlia Judy era una bambina molto sensibile. Si emozionava quando riceveva i regali di compleanno, e piangeva quando sua mamma la sgridava. Ma non era una di quelle bambine che frignava in modo viziato, ma versava le lacrime in camera sua, in silenzio, senza farlo vedere a nessuno. Quello era l'unico aspetto che aveva ereditato dalla madre.
Infatti la donna, nonostante quella scena raccapricciante che le si parò davanti agli occhi, non crollò. Si limitò a spalancare gli occhi, incredula.
Allungò una mano verso il viso del ragazzo, accarezzandogli la guancia morbida.
《Scusami..》furono le uniche parole che riuscì a pronunciare: non un "ti voglio bene", "mi mancherai", niente di niente. In tutta la sua vita, il ragazzo non aveva mai sentito quelle poche parole pronunciate dalla bocca della madre. E nemmeno in queste circostanze il suo cuore era riuscito a sciogliersi.
Meredith alzò lo sguardo in cielo: stava giungendo la sera, e il cielo era di un colore che dall'azzurro andava a sfumare verso il rosso acceso, all'orizzonte.
Si sentivano le sirene dell'ambulanza, ma non le aveva chiamate lei, devono essere stati i vicini, pensò.
Infatti una piccola folla che parlottava sottovoce si era riunita intorno a loro due, attirata dal botto.
《Si sposti signora》un infermiere la spintonò leggermente, per trasportare il corpo del ragazzo sopra una barella.
Meredith si allontanò, sempre con una lentezza estenuante, dirigendosi verso il grande portone di casa.
Rimase in piedi lì, mentre le luci rosse e blu divantavano più piccole, come delle stelle luminose.
* * *
《Mamma! Dopo posso comprare un vestito nuovo? Questo non mi piace》 Judy fece una smorfia, tirandosi verso il basso l'orlo nero.
Aveva un'aria buffa, con quei dentini storti e larghi e i capelli raccolti in due trecce bionde lunghe fino al bacino.
《Certo. Senti Judith》Meredith si piegò sulle gambe al livello della figlia《ti andrebbe di fare un disegno per Dylan? Gli piacciono tanto i tuoi disegni》
《Si!》esclamò la bambina, correndo a prendere un foglio e i pastelli colorati.
Aveva la passione del disegno, e rappresentava qualunque cosa pensasse. Man mano che la sua manina tracciava linee storte sul foglio bianco, il disegno prendeva forma: c'era un ragazzo, vestito da supereroe, che reggeva in braccio una bambina con un vestito di jeans. Stavano volando in mezzo alle nuvole, e su una di esse la piccola scrisse il suo nome e quello del ragazzo, circondati da tanti cuoricini. Soddisfatta del suo lavoro, Judy corse giù per le scale con il foglio in mano.
《Mamma! Ho finito, guarda》la bimba le sventolò sul viso il suo "capolavoro".
《È bellissimo Judith》Meredith, seguita dalla figlia, andò in cucina.
Era moderna, con mobili di un giallo chiaro, e illuminata da una grande finestra.
L

a donna appese il disegno sul frigorifero con una calamita a forma di quadrifoglio e una con una paperella, e si fermò a guardarlo. Rimase con lo sguardo perso per un tempo che non stette a contare. Proprio un supereroe.., pensò Meredith.
《Mamma, dov'è Dylan?》

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