CAPITOLO 1

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"Un libro non può essere paragonato a niente e a nessuno. Esso ti consola come il migliore amico e ti capisce come la tua famiglia. Con un libro, non si è mai soli."

Le scarpe da ginnastica calpestavano l'erba coperta di rugiada, producendo un rumore strano ma piacevole. Intorno non vi era altro che silenzio quasi assoluto. Si sentivano i rumori di alcune macchine in lontananza e si respirava un'aria carica di pioggia. Nonostante il brutto tempo, Judy arrivò al loro parco. Non c'era nessuno, a quell'ora dormivano tutti.
Quando la ragazza si sedette sulla panchina la sua schiena fu attraversata da un brivido: non sapeva il motivo per il quale era lì, alle 4 del mattino, al freddo, e proprio in quel parco. O forse lo sapeva ma non voleva ammetterlo nemmeno a se stessa. Dicono che gli odori sono i ricordi che rimangono più a lungo nella nostra memoria, e quest'affermazione Judy poteva confermarla proprio quella mattina. Inspirò forte, sentendo l'odore dell'umiditá mischiato ad un altro profumo, maschile. Devo essermelo immaginato, pensò lei, lui non è davvero qui. I battiti del suo cuore accellerarono, e dovette fare dei respiri profondi affinché tornassero regolari. Judy decise di tirar fuori dal suo zaino il suo libro preferito. Ormai le pagine si erano consumate, diventando di un colore giallino, e la copertina flessibile era tutta spiegazzata. Lo aveva letto moltissime volte, ma non si stancava mai di rifarlo. Come al solito si perse tra le righe, e notò con stupore che aveva letto per solo mezz'ora.
Posando di nuovo lo sguardo sulle pagine sentì un altro corpo sedersi sulla loro panchina, emanando un forte profumo di muschio. Judy girò la testa, e vide un ragazzo dai capelli rossi e le lentiggini spruzzate leggere sulle guance. Aveva un'aria familiare per la ragazza, credeva di averlo già visto.
《Dylan! Acchiappami!》la bambina correva goffamente lungo la piccola strada di fronte a casa sua, ridendo e facendo finta di essere una farfalla che vola 《tanto non ci riesci!》
《Ma davvero?》il ragazzo la prese e se la caricò in spalla, ridendo mentre ascoltava la vocina stridula di Judy.
《Mettimi giù!》urlò lei, e notò che stavano percorrendo tutta la stradina.
Alla fine Dylan cedette, e la lasciò barcollante sulla strada, sedendosi vicino a lei. La guardò sorridendo negli occhi e le toccò il nasino con il suo, strofinandolo assieme.
《A cosa pensi?》
La piccola indicò con la mano un punto a pochi metri di distanza, fino a far finire lo sguardo di Dylan sul bambino dai capelli rossi.
《Abita in fondo alla strada, ma non parla con nessuno, o legge o scrive》Judy fischiò quando pronunciò la "s" , cosa che fece sorridere ancora di più il ragazzo.
《Magari è timido. Ora andiamo, che mamma ci prepara la merenda》si tirarono su entrambi.
《Si! Mi piacciono tanto le torte al cioccolato della mamma》la bimba strofinò la punta dell'indice sulla guancia, sorridendo.
Ecco chi era. Era il bambino dai capelli rossi, ne era sicura.
Lanciò un'occhiata sfuggente al ragazzo, che scriveva concentrato su un piccolo quaderno giallo.
Judy tornò alla lettura del suo libro, mentre si chiese cosa ci facesse quel ragazzo, alle quattro e mezzo di mattina, a scrivere su quel bizzarro quaderno.
Tra pagine e pensieri il tempo era volato, ma il ragazzo con i capelli rossi non aveva smesso di scrivere. Cos'é, un libro? Oppure un diario?, pensò la ragazza. Ad un tratto piccole gocce di pioggia bagnarono lievemente le pagine gialline del suo libro. Judy lo rimise nel suo zainetto rosso, infilò gli auricolari e si alzò dalla panchina scricchiolante. Nello stesso momento il ragazzo si tirò su e,alzandosi il cappuccio della felpa, s'incamminò verso destra. Judy dalla parte opposta.

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