CAPITOLO 3

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"Il colpo di fulmine esiste. Esiste quando inizi ad amare, ma anche quando inizi ad odiare"

《Judith chiudi bene la porta!》urlò Meredith mentre saliva a bordo della macchina. Prese il piccolo specchietto dalla sua borsa e iniziò a passarsi il rossetto chiaro sulle labbra.
La portiera si aprì ed entrò Judy, vestita come al solito con jeans e felpa. Il suo armadio ne era pieno, praticamente non aveva quasi nient'altro.
《Pronta per il tuo primo giorno di lavoro? Ho assunto un ragazzo, è più grande di te di circa due anni. Spero che andiate d'accordo.》la macchina partì e nel veicolo risuonarono le note leggere di una vecchia canzone.
Il paese dove si trovavano non era molto grande, quindi bastarono cinque minuti per arrivare davanti alla pasticceria. Meredith ci lavorava da qualche mese, e solo quel giorno Judy aveva deciso di aiutarla. Non avendo preso l'universitá, a 19 anni doveva rendersi utile in qualche modo. Era proprio curiosa di sapere chi fosse il nuovo ragazzo.
《Allora, iniziamo, quale grembiule vuoi?》Meredith le mostrò tre tipi: il primo era rosa con delle margherite, il secondo era viola con gli orli di pizzo, il terzo era azzurro con le strisce bianche. Judy optò per il più "sobrio", l'ultimo. Mise sul taschino una targhetta con il suo nome e si legò i capelli biondo cenere in una crocchia.
《Bene. Quello che devi fare è stare alla cassa, scrivere le ordinazioni da asporto e consegnarle in cucina. Le ordinazioni che si consumano qui devi scriverle e darle al nuovo ragazzo, che le servirà ai tavoli. Io sarò in cucina se avrai bisogno di qualcosa》Meredith parlava come le persone che conducevano il telegiornale, ma aveva un tono felice e leggero. Il sonaglino sulla porta suonò quando essa si spalancò, facendo entrare un ragazzo dall'aria sicura di sè. Oddio che montato, pensò Judy.
Si avvicinò a lei 《Sono il ragazzo del lavoro, dove devo andare di preciso?》si appoggiò al bancone mentre masticava fastidiosamente una chewing-gum, facendo un suono irritante.
《Vai in cucina, c'è mia madre, ti dirà tutto lei》Judy fece un cenno con la mano, come a scacciare via una mosca.
《Tu sei la mia nuova collega? Piacere, Troy. Tu come ti chiami dolcezza?》il suo sguardo non aveva traccia di timidezza.
《Judith, ora va'》la ragazza fece di nuovo quel gesto con la mano.
《Certo certo, che caratterino》
Ora Judy non era per niente felice della sua nuova conoscenza.
***
Da dietro l'albero, Derek guardava il foglio, ancora liscio, immobile sulla panchina. Aspettava l'arrivo della ragazza, ma non era sicuro sarebbe arrivata. Non erano le prime ore del mattino, erano appena le sei del pomeriggio. Ma, quando stava per riprendersi il biglietto e andarsene, vide che Judy stava camminando nella sua direzione, con l'intenzione di sedersi su quella panchina.
Non sapeva il motivo per il quale lei era lì, ma sapeva solamente che lui era un fascio di nervi. Fortunatamente, da quella posizione, Judy non poteva vederlo, altrimenti avrebbe notato il rossore sulle sue guance e piccole gocce di sudore formatesi sulla fronte del ragazzo.
Derek non sapeva il motivo per il quale era così ansioso, forse poteva giustificarsi dicendo che era il troppo caldo, oppure il fatto che lo aveva punto un'ape. Sul bigliettino c'erano scritte solo tre parole, vado in Italia. Non sapeva che effetto avrebbero potuto avere su Judy.
Girò lentamente la testa, e notò che una lacrima silenziosa aveva percorso la guancia della ragazza fino a posarsi sulla carta del foglietto. Non voleva farle del male, lui semplicemente non doveva affezionarsi alle persone. Perchè, se ciò succedeva, non sapeva più tirarsi indietro e doveva crollare non appena fosse stato distrutto. Judy non meritava un' "addio" così breve, quella ragazza doveva ricevere molto di più di un semplice bigliettino. Derek tornò a casa per prendere la piccola valigia a rotelle per il viaggio. Vi infilò dentro solo il necessario, e poì uscì di casa. Salì su un autobus, che lo accompagnò all'aeroporto più vicino. Non aveva mai viaggiato da solo, e si chiese come si sarebbe sentito una volta arrivato a Roma. Mentre il suo aereo decollava, l'immagine di Judy era fissa dietro agli occhi di Derek, e non dava accenno ad andarsene dai suoi ricordi.
Come stará adesso? , pensò lui.

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