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La mia vita era normale,anzi normalissima finché il capo dell'azienda dove lavora mia madre ha deciso di cambiarle città e di spostarla casualmente proprio dove si sta trasferendo lui:a New York.
Si,mi piace, come città è bella,festaiola e tutto il resto, ma rifarsi la vita da capo non è semplice.
Dovrò ricominciare tutto dall'inizio,nuova scuola, nuova gente, nuova casa, nuovo tutto.
La nuova università sarà la NYU, dal sito che ho visitato sembra una scuola ben attrezzata ma ciò non cambia la mia opinione sul trasferimento.
Cavolo non posso sopportare il pensiero che mia madre abbia una storia con il suo capo. Si, perché  secondo me è così; loro due hanno una storia,o comunque escono insieme,ma non sopporto il fatto che mia madre me lo tenga nascosto.
Che lei possa essere di nuovo felice non mi dà fastidio per niente; è solo che io non riesco a cancellare il ricordo di mio padre come, a quanto pare, ha fatto lei.
Mentre rifletto su tutto questo sento bussare alla porta della mia nuova stanza: è mia madre che mi riscuote dai miei pensieri.
Dopo aver bussato apre leggermente la porta chiedendomi:
«Ehi Nicole, posso entrare?»
Le faccio cenno di sì con la testa e lei, entrando, chiude la porta alle sue spalle e si siede sul letto di fronte a me.
Allora rompo il ghiaccio e chiedo:
«Devi dirmi qualcosa?» - nella speranza della sua confessione per quanto riguarda la storia con il suo capo.
Lei risponde: «No tesoro, volevo solo sapere come ti trovi qui, nella nuova casa».
In tono più ironico di quanto volessi le rispondo: «Bene mamma, ho solo tutte le mie cose e i miei ricordi lì a Boston...non so se ricordi».
Lei mi intima di non parlarle con quel tono e se ne va chiaramente dispiaciuta,ma sinceramente per ora non mi interessa. Si, cioè, è ovvio che non voglio farla stare male ma, cazzo, c'è tutta la mia vita a Boston, compreso mio padre, lì da qualche parte.

Quel maledetto lavoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora