Due

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Cole

Grazie al fresco effetto rinvigorente della birra che scende lungo la gola e il potere di due sigarette consecutive, mi calmo quel che basta per non sclerare del tutto.

Accanto a me Travis spara parole a caso nel tentativo di calmarmi e calmare se stesso, anche se nulla di quello che dirà avrà l'effetto voluto.

Il locale lì di fianco continua a pompare musica metal ed è come non la sentissi.
Stavamo per ricoprirci di merda e dovevo risolvere al più presto la faccenda.
"Andiamo al Triumph" Sbotta ad una certa Trav venendomi incontro. Realizzo di aver poggiato abbastanza il culo su quel muretto da essermi calmato, quindi mi alzo.
"Non ancora. Dobbiamo beccare quel coglione, Trav."
Sputo con tono acido.
"Dove potrebbe essere?!"
Il 90% della gente era degli idioti totali, e jimmy non era di certo Einstein, ma al parco pubblico dove di solito andava a farsi, sicuro non l'avremmo trovato: troppo scontato.

Sento il vibrare del telefono. Nemmeno mi scomodo a tirarlo fuori. Sarà la ventesima volta che chiama oggi. La odio. Odio lei e quel suo fottuto nuovo marito.
Odio la sua finta preoccupazione per me; odio la sua costante e finta fissa di voler tenere insieme una famiglia ormai sfasciata.
Odio i suoi pregiudizi! Detesto l'odio che cerca di mascherare alla mia vista, ma che si sforza di tenere a bada.
Odio tutte le volte che mi sbatte in faccia quella notte, e tutte le volte che me la fa ricordare: come se non fosse mai presente nella mia testa.
È da tanto che cerco di mantenere il silenzio verso di lei, ed è ancora più tempo che non la vedo. E voglio che resti così. Se non mi accetta, e non mi accetterà mai, andrà così.

"Uoo Cole! Rispondi a quella cazzo di chiamata! Mi sta snervando quella vibrazione!" Sbotta il tipo di fianco a me.
Torno alla realtà.
Vedendo la mia reazione si irrigidisce. "Tua madre" dice risoluto.

Io e Trav siamo come fratelli, ci conosciamo fin da quando sguazzavano nel fango insieme, e siamo ancora qui. Io so tutto di lui e lui tutto di me. Era a conoscenza della situazione e quella notte c'era anche lui. Non occorre aggiungere altro e lasciamo cadere l'argomento.

"Ancora qui siete?!" Dice Chaz venendoci incontro alzando il mento, abbozzando un saluto.
"Ho sentito che Jimmy e quegli altri idioti stanno da Tony."
Io e Trav ci scambiamo uno sguardo complice: solo lì poteva essere... Così, con Chaz, cominciamo ad avviarci verso il pub.
Il vecchio Tony era il proprietario del Giorgia's, un locale apposto, a pochi chilometri da lì. Ci andavamo spesso, ma non oggi.
Questa sera, come ogni sabato sera, ci andavano i figli di papà, universitari del cazzo e ricconi, a sbronzarsi prima di entrare in qualche night club.
"Non può pensare di passarla liscia"- "stavolta col cazzo lo lasciamo andare!" Sento Chaz e Travis borbottare.
Io stesso cerco di mantenere la calma, faccio respiri profondi, perché se gli metto le mani addosso, non sono sicuro di riuscire a fermarmi.

Difronte a noi le luci intermittenti al neon del Giorgia's, segnano che siamo arrivati. Davanti al locale pieno di macchine sportive e suv.

"Cole, Chaz, Travis! Dovunque eravate potevate anche restarci!" Grida Tony da dietro il bancone."Ci sei mancato anche tu vecchio pazzo." Ribatto raggiungendolo al bancone. Mi allunga una birra e io rifiuto. "Non sta sera" allora Trav, veloce, la prende al posto mio.

Mi sento osservato, la maggior parte della gente ci sta fissando: avevamo una certa fama, in città, anche se non troppo positiva.
Mi guardo intorno e tra i diversi sguardi noto il suo. Gli occhi sbarrati puntati nei miei. Senza far troppo casino e farci sprecare tempo, dice qualcosa verso i suoi amici e si avvia verso il retro.

Lascio Trav troppo impegnato sulla quarta della tipa al bancone, e mi porto dietro Chaz.

Con un calcio apro la porta del retro e spingo quel cazzone di Jimmy in mezzo al vicolo. Vedo Chaz intento a controllare la situazione intorno e mi fa un cenno: ciò vuol dire che ho via libera.

Mi avvicino al malcapitato e dopo un gancio alla mascella e un pugno allo stomaco è già per terra. "Ti avevamo avvisato! Si o no?!" Gli tiro un calcio per colmare il vuoto del silenzio creatosi. "Sapevi a cosa andavi incontro. Sapevi i benefici, ma sapevi anche i rischi! E ora ci stai dentro fino al collo!"
Vedo che sputando sangue si sta tirando su. Allora mi avvicino e lo prendo per il colletto della sua cazzo di polo, costringendolo al muro. "Questa è la terza volta che veniamo a cercarti, non ci sarà una prossima" dico abbassando il tono quasi sussurrando.
Vedo che si sta letteralmente cagando sotto, E mi piace. Cazzo se mi piace.

Mi piace questo potere che ho su di lui, sulle persone. Potere di riuscire a gestire la situazione. Potere sulla mente della gente. Quel potere che hai su un burrone, quando decidi se lasciare la presa della persona che stai tenendo o metterci la tua forza e tirarla su. Potere di incutere paura con uno sguardo; quel potere di far fare alle persone ciò che voglio. Potere di decidere vita o morte.

E jimmi lo sapeva bene. "Hai capito?!"

Non sentendo alcuna risposta
lo attiro quel poco verso di me e lo sbatto di nuovo al muro, con più forza, facendogli battere la testa. "Ss... Sì."
Stringo la presa intorno al collo, e vedendolo annaspare in cerca d'aria, avvicino ancora di più i nostri visi, portando l'orecchio vicino la sua bocca. "Non ho sentito.. Cosa?!" Esce come un sussurro dalla mie labbra. "S... Sì certo!" Dice cercando aria.

Lascio la presa, si affloscia al suolo, e allontanandomi da lui gli sferzo un calcio al fianco.
"Hai una settimana, Wilson!" Sputo fuori incazzato e autoritario.

Gli tiro ancora un calcio, e gli dó le spalle, dirigendomi verso Chaz. "Ma, ma è... Trop troppo pp... Poco! D dove... li trovo dieci... Diecimila dollari..."
Faccio per rispondere, ma Chaz mi precede. "Non sono cazzi nostri. Se non li avrai il prossimo sabato sai cosa succede." Lo sguardo, e l'espressione dura, da faccia di bronzo di Chaz, non mentono.

Al chè ci giriamo entrambi dandogli le spalle e lasciandolo accucciato nel vicolo nel suo stesso sangue.
"Un consiglio Jimmy, la prossima volta almeno, sii così furbo da non farti beccare, non ce ne saranno altre di occasioni." Dico continuando ad avanzare e alzando due dita in un saluto sarcastico.

Rientriamo nel bar e ci trasciniamo dietro Trav, intento ad esaminare la cavità orale della tipa.
Faccio un cenno a Tony e uscendo dal locale ci incamminiamo al Triumph.

"Amico, stavo per concludere" sbotta Travis irritato.
Trattengo una risata e gli dò una schiaffa alla nuca.

Arrivati al night club, facciamo un cenno al buttafuori che con un rapido movimento ci scosta la cordicina rossa, lasciandoci libero acceso al dolce inferno del locale.

La musica a palla, ragazze seminude pronte a strusciarsi su di te senza un domani. Il solito privè, omaggio personale di jack, il proprietario, a cui procuriamo roba per il locale. Tutto come un grosso paragone a rappresentare la sregolatezza della nostra vita.

Sprofondo nel divanetto in pelle rossa, e mi concedo un attimo di calma. Tiro fuori la bustina dalla tasca della giacca e la verso in un grumo sul tavolino in vetro. Chaz mi porge una tesserino e Trav mi passa la banconota da un dollaro, con cura arrotolata. Divido in tre paia di binari quella bianca polverina e come la sento pomparmi nelle vene a ritmo di musica, mi rilasso e tutto quel nervosismo e frustrazione finalmente mi abbandonano.

Ci scambiamo sorrisi complici.
"Bene ragazzi, possiamo cominciare."

Beneath the shadowsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora