Sette

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kelsey

Faccio un lungo e profondo sbadiglio. Cerco di alzarmi, per quanto difficile mi riesca e vado a sistemarmi in bagno. Sulla sveglia le 7:15 di venerdì, quasi passata la prima settimana di scuola. Benissimo  sono già in ritardo.

Esco di tutta fretta guardando l'ora. Accidenti! Infilo velocemente la camicetta con sopra la giacca e la gonna, a mio parere decisamente troppo corta per far parte della divisa scolastica. Cerco di tirarmi le calze più su possibile. Mi ha sempre messa a disagio mostrare parti del mio corpo.

Scendo distrattamente le scale. "Signorina Moore mi scusi, sua madre mi ha chiesto di riferirle che qui fuori la aspetta il signor Jeffrey per portarla a scuola."
"Amelia non salirò in nessuna a.." "Lo so signorina, sua madre infatti lo aveva previsto, per questo mi scuserà ma la devo accompagnare."

Amelia è sempre stata una donna così gentile, lavora per noi come domestica sin da quando ero piccola, una seconda mamma, l'amica che non ho mai avuto; è ancora si ostinava a rivolgersi a me con del lei. Assurdo.  Ma questa è la politica di mia madre, che mai capirò.

"Va bene Amelia, agli ordini!"
Esco quindi dalla casa diretta verso la macchina. Jeffrey si appresta ad aprirmi la portiera posteriore e salgo quindi sulla berlina nera.
"Buongiorno signorina" intona Jeffrey appena salito in macchina. "Ciao Jeffrey, anche a te ho detto mille volte di darmi del tu, perché nessuno mi ascolta in questa casa? Mi scorrazzi in giro da quando ero nella culla"Mi piace essere professionale signorina."

Sbuffo. Ogni volta che cerco di scappare alle regole imposte da mia madre, faccio un grosso buco nell'acqua.

Appoggio la testa al finestrino, e osservo come tutto fuori da questa macchina sia in costante movimento. Come tutto sia libero di muoversi.
Osservo la gente ridere e passeggiare sul marciapiede. Alcuni ragazzi andare a scuola a piedi, insieme agli amici. Amici che io non ho mai avuto.

Amici, a che ti servono degli amici kelsey? Sono solo persone che non sono alla tua altezza e utili solamente alla pura distrazione. Kelsey, apri gli occhi, sei così intelligente, non capisci che ti stanno attorno solo per il potere della nostra famiglia? Non ha senso averne alla tua età.

Su una cosa mia madre aveva ragione: non mi potevo fidare, tutte le persone che mi erano state attorno, per quanto avessi sperato il contrario, erano attirate  dalla fama e dal potere del mio nome, nient'altro.

In fondo mamma vuole il meglio per me, ecco perché lo fa. E poi non dovrei...
"Signorina Moore, siamo arrivati" Jeffrey è davanti a me, la portiera aperta e un grande sorriso a riempirgli il volto.

Prendo lo zaino e scendo dalla macchina rivolgendo all'autista un cenno di saluto,  dirigendomi poi con 5 minuti d'anticipo alla classe della prima ora.

Sono le 8:02 precise, la classe si riempie degli ultimi ragazzi seguiti dal professore che chiude la porta. Un forte brusio accompagna i primi minuti dell'ora e non ne capisco il perché.

"Fate silenzio, ora. Lo so che abbiamo una nuova compagna, ma non vedo il motivo di tutta questa agitazione." Ora tutti gli occhi sono al banco davanti al mio. Solo ora noto la ragazza di fronte a me, è di schiena e tutto ciò che vedo è una folta chioma di capelli rossi appoggiati alle spalle.

L'ora passa relativamente veloce, tanto che neanche mi accorgo di essere arrivata alla terza. Mi alzo quindi velocemente dalla classe di chimica e vado all'armadietto a prendere il necessario per la prossima ora.

"Ciao" sobbalzo facendo uno scatto improvviso. Questa ragazza mi vuole morta oddio... "Mi dispiace scusami tanto, non dovevo comparire così dal nulla, aspetta lascia che ti raccolga i libri..." Non mi sono nemmeno accorta di aver fatto cadere tutti i libri che avevo in mano, e solo ora mi rendo conto che la ragazza che li ha raccolti è la ragazza nuova. "Ehm.... Nessun problema.. Uhm, grazie."  Dico prendendoli dalle sue mani e riponendoli nell'armadietto.
"Sicura che non fa nulla? Mi dispiace.. "Si, nessun problema" dico cercando di sorridere, dopotutto mi sembra simpatica.
"Io sono Elisabeth" "Piacere" dico porgendole la mano "mi chiamo K.." "Si lo so, ti chiami Kelsey.
Evidentemente deve vedere la mia faccia stranita e si appresta a colmare i miei dubbi.  "O nono, tranquilla non sono una stalker, c'era l'appello in classe, sono solo stata attenta" apro la bocca per dire qualcosa ma mi anticipa. "Aspetta, lo sai che siamo nelle stesse classi di
matematica e chimica?"  "Certo, ma evidentemente non sono stata attenta." Le dico in tono acido. Chiudo l'armadietto e mi avvio verso  la classe di biologia. Che ragazza strana.

"Aspetta, ti prego!" Corre raggiungendomi. "Ehi, Kels. Aspetta posso chiamarti Kels? Kelsey è troppo lungo e poi.." "Dimmi pure" "Certo, senti non vorrei avessi frainteso o altro. Sono venuta da te per chiederti dove sta l'aula di biologia... Ti chiederai come so che hai biologia, beh... Ti era caduto il foglietto in classe ed ho sbirciato... Ma"
La fermo  subito "Andiamo in tanto verso la classe" e le faccio segno di seguirmi. Mi guarda con un sorriso pieno di ringraziamento. È strana ed alquanto buffa, ma sembra simpatica.
Sembra però essersi zittita "Ma..." Le dico allora. "Ah sì certo! Ma volevo venire da te per, non so per... Fare amicizia magari, qui nessuno mi parla oppure mi ridono alle spalle da... " si ferma un attimo per guardare l'orologio "da esattamente 2 ore e 6 minuti." La guardo non capendo. Allora continua "Beh come saprai sono arrivata oggi in questa scuola, e come sapevo già è frequentata solo da ragazzi elite" dice facendo le virgolette sull'ultima parola. Alzo le sopracciglia "Oh beh, non intendo in modo dispregiativo, ma non essendo figlia di nessun capo di stato o importante imprenditore, tutti mi snobbano, dato che vengo da Brooklyn. Sono decisamente un pesce fuor d'acqua qui dentro." Butta fuori il fiato come se avesse fatto una gara di apnea.

Parlo con lei da pochi minuti e già mi sorprendo di quanto veloce possa parlare. È inumano! 
Intanto siamo arrivate all'aula di biologia. La guardo e lei mi guarda. Ha due profondi occhi verdi che in questo momento hanno uno sguardo da cucciolo bastonato a cui non si può davvero dir di no.
"Non ho molta esperienza in materia amicizia, ma penso si possa cominciare chiedendoti di sederti al banco con me..." Non finisco la frase che lei mi salta al collo in una presa stritolante. "Evvai! Grazie Kels!" Si stacca e si dirige saltellando ad un banco a caso con un altro vicino.
Scuotendo la testa con uno strano sorriso mi avvio verso quella strana ragazza dai capelli rossi. Che l'ora abbia inizio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 31, 2017 ⏰

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