7: Ecclesia, la città de-SANTE MADRI

8 0 0
                                    

"Qua inizia veramente la storia"

La città era bellissima, palazzi enormi, grandi piazze, molto più zone verdi di tutti gli altri posti che avessi visto d.m.(dopo morte, sì, ora è la misura del tempo), per quanto comunque non ne avessi visti molti.
Donne che portavano l'acqua del pozzo in casa; uomini che tagliavano resistenti tronchi di legno, attraverso seghe o accette; bambini che giocano con i randagi; ma non riuscivo a fare altro che concentrarmi sul perché non avessi avuto alcun segno di schizofrenia durante l'ultima battaglia con la sorella del mio amico, In 4° forma sarei dovuto divenire un sadico maledetto, no? E se fosse...? E se fosse stato per la destabilizzazione degli Essi? Non era il tempo di pensarci purtroppo,per motivi piuttosto urgenti andammo dritti dritti una banca dell'impero, in cui trovai una bella e brutta- allo stesso tempo -notizia:
«SANTE MADRI, COSA...N-NON È POSSIBILE! » il ragazzo addetto a quel lavoro mi cercò di calmare, stavo starnazzando in una piccola similbottega «signor Collyn, è p-proprio così, m-ma la prego, si cal-» «DIMMI CHE NON È UNO SCHERZO!» stavo impazzendo per la quantità di denari raccolti «n-no, sono proprio-» «1944000 GELI! SONO RICCO! CORROMPERÒ TUTTI I MIEI NEMICI! DIVENTERÒ COS-...» e lì mi fermai a pensare, oh, non giudicatemi così male, se anche voi poteste avere un bisogno materiale -in questo caso di soldi- lo fareste anche voi «54 anni...» usciì senza ritirare i soldi «54 anni, Caraddyn, sono morto per 54 anni, 54, 54, 54, 54, 54- cominciai a piangere - 54, 54, 54, 54» continuai così per molti minuti, con lo sguardo stanco di Caraddyn e sorpreso delle persone che passavano per di lì, che non vedevano che piangevo, ma sentivano piangere, e insomma, ero grande e grosso quindi risulta strano associare me e il pianto «collyn, ti prego, smettila, ti devo far conoscere qualcuno...» mi "incorraggiò" la lucertola «un Dio che mi vuole far conoscere qualcuno? In modo...amichevole?» «sìsì, però prima...ecco...i soldi.» mi ricordò «certo, certo»; andai a ritirare una parte di soldi, 100.000, giusto per non esagerare, ma mi attanagliava il pensiero di sapere chi avesse un Dio come Caraddyn da presentarmi in modo amichevole, insomma, già tende a nascondersi in ogni momento critico...e in più è un Dio, avrebbe dovuto chiamarsi "antiamicyn" o "carantiamici" o chissà cos'altro, cioè, su, eheh, forse mi sto dilungando per cose stupide.
Uscimmo dal municipio, la piazza che prima era popolata ora era completamente vuota, anche i negozi, vuoto, c'erano solo i cani randagi addormentati vicino ai muri delle case, anche il signore nella banca sembrava aver fretta di uscire «c'è un Dio in zona, vero?» domandai prendendo di già la claymore «già...» annuì «...ma è dalla nostra parte» concluse «oh? Ce ne sono altri di te?» «ovvio» «centinaia e centinaia di lucertole o...?» «...n-no, siamo tutti diversi, noi» lo ammetto, avevo frainteso, io sono molto intelligente, lo giuro! Ma a volte non capisco dei ragionamenti base, davvero! «beh, dov'è finito il popolo della grande e bella Ecclesia?» «lo so io dov'è!» quasi urlò Caraddyn buttandosi giù della mia spalla, per fortuna con i miei riflessi saldi lo evitai.
Il Dio mi diresse verso una direzione, facendomi stare vicino ai muri, io seguiì le sue indicazioni , mettendo via la Clay'; dopo un paio di minuti arrivammo alla piazza centrale, piena di gente, sembravano le fangirl di wattpad quando vedono dal vivo il loro idolo, stavano tutti guardando verso un punto fisso, un balcone di un grande edificio, sopra ad esso si intravedevano cinque individui, quattro armati e uno che invece di essere armato era vestito elegantemente con lussuosi vestiti bianchi e dorati, non riuscivo a vedere altro, nonostante la mia grande vista,ma vedevo benissimo che aveva una folla in delirio sotto di sé; l'individuo si sporse e alzò la mano destra, portando il pollice fra medio e anulare senza piegare la mano, e no, non la vidi dalla figura del balcone, quella figura fu seguita da tutta la popolazione che proponeva la stessa "posa", a quanto pare era una sorta di nuova preghiera, totalmente diversa da una preghiera verso le Madri, che consisteva nell'inginocchiarsi e abbassare la testa, un po'come quando qualcuno viene giustiziato...ma meno tragico; io non sapevo come reagire, era tutto così strano, 54 anni cambiano il mondo, tutto sembrava essersi bloccato, poi, una voce maschile annunciò a grande voce la risposta a tutte -o quasi- le mie domande «popolazione di Ecclesia, sono onorato e fiero di presentarvi un'ulteriore volta il nostro barlume di speranza: Fide!» il popolo fece silenzio, niente applausi, niente urli, nemmeno i bambini emettevano suoni, il rispetto -o il timore- per fide pareva fosse universale; intanto sul balcone, quella voce, probabilmente uno degli uomini armati, retrocedette, l'essere che si sporgeva probabilmente era questo loro "barlume di speranza" Fide, che cominciò a parlare con una voce femminile abbastanza decisa «ecclesiastici, vi ringrazio tutti per la Fiducia che mi riservate, ve ne sono molto grata; ma passando subito alle cose serie» si fece una panoramica della vista che aveva lassù, sempre tenendo la mano in altro «Ecclesia ultimamente ha avuto un aumento molto positivo della popolazione, i nostri missionari ci hanno portato più contadini, artigiani e mercanti, abbiamo creato un ottimo sistema governativo, comunque senza staccarci dal regno, i nostri agenti mi hanno informata che il Dio più vicino alla città dista almeno 130 km, desider-» si voltò a guardarmi, io notai subito questa sorpresa nel vedermi, nonostante il poco che la vedevo, ma non intendevo fare quella nuova preghiera «...la città sopravvivrà a lungo» disse indietreggiando ed abbassando la mano, seguita dal pubblico, non sembrava avere alcuna simpatia nei miei confronti, come io non la avevo di lei, d'altro canto; il popolo sembrava un po'sorpreso di questo improvviso stop, tutti stavano a guardarsi senza emettere rumore, chi diamine era quella donna per essere così amata -o temuta-? Guardai Caraddyn con fare "è lei?", lui annuì «ci aspetta, vai all'entrata» mi ordinò ricevendo come risposta una mia occhiataccia farcita con l'esecuzione dell'ordine, spostavo la folla in maniera arrabbiata e anche piuttosto maleducata a dirla tutta, senza però esagerare; mi avvicinavo a una porta non troppo grande di quell'edificio, circondata da guardie a scudo alto, mi misi davanti a loro dicendo molto minacciosamente «fatemi entrare» sembrava che la pazzia riservata prima stesse venendo investita ora «chi è costui?» mi chiesero, ignorai i rischi e risposi subito «Collyn il mietitore, zona ovest, del dubbio» le guardie si guardarono per un attimo per poi prendere il manico delle loro armi «Un assassino come te non farà nulla di male alla Dea Fide, anche a costo della vita» e lì i casi erano due: o Fide e Caraddyn mi stavano tendendo una trappola o c'erano fin troppi malintesi, chiesi un'altra volta di farmi entrare, e loro risposero male ancora, non avevo più voglia, presi per il manico la claymore, non volevo ucciderli...al massimo ferirli e spaventarli, c'era tutta la folla pronta a intervenire contro di me «belva assassina, vattene o lei ti farà pentir-» quella guardia fu bloccata da "Sir conte Zewa", non ci credevo, il grande Zewa, era ancora vivo...avrà avuto 60 anni quando io moriì, lì sarà stato sui 118, no? vecchissimo, chissà con che mistero fosse ancora vivo, il vecchio «stolti- rumorosi colpi di tosse - lui è un ospite ben accetto, non dovete disturbarlo» nonostante la veneranda età era piuttosto in forma; si vedeva chiaramente l'imbarazzo delle guardie in quella scena, così tanto che si spostarono inchinandosi (ora riprendo da un grande stacco di scrittura, vediamo se sono ancora capace) e lasciandomi passaggio, Zewa arrivo a passo claudicante con un sorriso che seppur sincero sembrava costargli un grande sforzo «Collyn! Collyn! Vecchiaccio, sei vivo! Avevo sentito not- altra fastidiosa tosse - notizie della tua morte, e pare che fossero false, per fortuna» io non ero e non sono un mago o un cartomante, ma il "per fortuna" non sembrava sincero, e aimé, faceva bene a non esserlo «maestro Zewa» dissi brevemente con un leggerissimo inchino, prima che potessi dire altro l'anziano mi girò le spalle e iniziò uno dei suoi racconti depressi e filosofici, in maniera diversa dal solito.
«la desolazione, Collyn, è l'allontanarsi da essa ciò che ci inebria il cervello, la desolazione che quei mostri portano è superiore alla nostra forza, anche alla tua... non offenderti, non sto mettendo in discussione le parole delle Madri, sto solo cercando di essere realista, gli Dei ormai si sono moltiplicati in così grande cifra da poter essere categorizzata come specie autonoma, e Collyn, ascoltami bene, l'umanità si trova per la prima volta nel posto di preda, in tutta la sua storia, non si può essere fiduciosi delle Madri in questo momento, senza offesa, so che ti offendi se si parla male delle Madri, però...senti, è inutile parlare con te in questa maniera, sembra di parlare con una guardia di Cercille, addio, io vado a organizzare gli addestramenti, spero di sopravvivere».
«la speranza, Collyn, sembra che sia tornata la speranza, almeno qua, ad Ecclesia» silenzio «ti chiederai grazie a cosa» poi all'improvviso si zittí di nuovo, guardo davanti a sé e imprecò a bassa voce essendosi accorto di dover compiere una scalinata «beh, è tornata grazie alla Dea Fide, so che ti starai già facendo molte domande e so pure che stai tenendo la mano sull'elsa pronto ad attaccare» nonostante dovesse fare sosta ogni dozzina di gradini seppe farmi mollare l'arma senza neanche vedermela impugnare «lei ha saputo ribellarsi al suo compito di creatura assassina ed è riu-» lo interruppi «come fai ad essere ancora vivo?» chiesi sospettoso, lui si girò e fece uno strano sorriso di chi ha fatto una bravata, ma ansimando, per la fatica delle scale «ho ingannato un Dio e ho ottenuto un po'di anni in più del normale» Poi si girò e ricominciò a parlare «che è quella lucertola che ti porti appresso?» domandò dimenticandosi completamente di finire il suo strano discorso sulla speranza «è un fratello di Fide...», lui mi guardo sorpreso «diamine, non comparare quella fantastica donzella con una lucertola!» Caraddyn si arrabbiò leggermente, ma non lo fece notare, chissà che stesse pensando, magari che comunque Zewa avesse ragione, fatto sta che riprendemmo a camminare senza capire bene se ci credesse o meno a quella cosa di Caraddyn.
Arrivati alla fine delle scale incontrammo diverse guardie, che mi guardarono male, ma non agirono in alcun modo; entrammo da una porta in cui sopra erano incisi simboli che riconoscevo come quelli del regno, quindi dedussi che non era ancora cresciuta così tanto da farle un edificio, la fama di quella dea;
Appena entrati ci ritrovammo in una grande stanza con quella donna, che indossava un lungo abito bianco, coperto da un sottile telo semitrasparente, ma pursempre bianco; l'essere cominciò ad avanzare verso di noi «sta pronto a reagire, collyn» mormorò dentro alla mia testa il Lui, ma anche senza dirmelo io l'avrei sicuramente fatto, notai però che zewa si diresse verso un'altra stanza, lasciandomi incostudito con quella mostruosità, lei si avvicinava sempre di più, ma io rimanevo fermo, era a pochi metri, un metro, avrei potuto affettarla da lì a poco, e lo avrei fatto se, una volta avvicinata non avesse preso Caraddyn e si fosse allontanata subito; io ci rimasi quasi male per quello, non capivo bene come interpretare Caraddyn a terra che parlava con una dea, che per stare di più alla sua altezza piegava le gambe, non feci e non dissi nulla, per un bel po'.
Dopo una ansiosa attesa la donna si alzò in piedi e mi guardò con faccia seria e forse discriminante e mi chiamò per nome, come una madre arrabbiata chiama il figlio che ha appena rubato i soldi di una guardia cittadina, per poi aggiungere con calma «io, Dea Fide, sono onorata di avere un guerriero con tale forza al mio cospetto», io tacqui, non intendevo deconcentrarmi «Collyn, non pensare che io sia tuo nemico, entrambi siamo dalla parte dei fragili ma intelligenti uomini, so che-» ok, effettivamente non tacqui «se credete che le vostre dolci parole mi possano corrompere, vi sbagliate» e lo ammetto, il mio non era un comportamento adatto, ma sentivo di doverlo dire «beh, - obbiettò lei - se vuoi che parli come una porca che non ispirirebbe nemmeno un bambino, posso pure bestemmiare le madri a profusione, ma so che non la prenderesti bene», ci fu un silenzio imbarazzante «bene, ora, Collyn, vorrei poterti spiegare qualcosa che sono sicura che tu non sappia, posso?» io non risposi, annuii e basta «bene, allora, io sono una sottospecie di regina in questo posto, quindi ho potere sul popolo in maniera piuttosto elevata, e no, non sto dicendo che li farò diventare un esercito, tieni lontane le mani dalle fodere; ti dicevo, il popolo si sente al sicuro con me e al comando, ed effettivamente lo sono, hai ascoltato la riunione di prima, no? Prima avevo detto che un missionario aveva visto un Dio ed era a una grande distanza dalla città, ecco, tu saprai che un Dio può essere più veloce di un semplice cavallo, quindi sì, era una bugia per mantenere la quiete, ma no, non c'è nessun pericolo, come ho già detto sono tutti al sicuro con me, per ora, vedi, io come dea, e l'avrai notato anche da mio fratello, posso sentire i feromoni degli Dei, e quindi posso difendere con anticipazione la città, ma c'è un problema, il nostri nemici non sono solo gli dei, tu non lo sai, perché ho saputo che sei...rimasto morto per una cinquantina di an-» «54» precisai «...cinquantaquattro anni, ok? Comunque, dicevo, non sono solo gli dei ora i nemici dell'umanità, in questi anni è nata la "lega della chiesa", un gruppo di strani fanatici che vedono gli dei come noi dei come la reincarnazione della loro morte, e che credono che farsi mangiare o uccidere da un Dio sia sacro, ma non sono un problema per ora, non fanno altro se non fare piccole manifestazioni del loro credo, ma ho paura che un giorno potrebbero convertire troppa gente... Potrebbero portare l'estinzione degli uomini senza saperlo, facendosi tutti uccidere, se dovessi incontrare alcune di queste leghe evita che creino problemi; poi è nata un'altra "fazione", dal nome di "templari", sono uomini che credono che il sangue degli Dei siano il mezzo nel quale loro possano ascendere ad un altro livello di evoluzione umana, e in effetti è vero, i templari che hanno bevuto sangue divino sono diventati molto potenti, addirittura immortali secondo alcuni, sono vili assassini di dei, ma soprattutto di uomini; il loro capo è conosciuto come Albert III di Sultitia, non so dove risieda, ma quando incontrerai questo Albert dovrai ucciderlo, e uccidere tutti i templari che ti si pareranno davanti, ma non sottovalutarli assolutamente, scappa se sono in più di due uomini, non credo che riusciresti a sconfiggerne di più, se-» la interruppi «grazie per tutte le informazioni, ma non capisco dove tu voglia arrivare», lei mi guardo per un po' «collyn, da solo puoi andare avanti e arrivare ovunque, ma con il mio aiuto e con l'aiuto dei miei contatti saprai dove andare» mi venne da ridere leggermente «e come faccio a sapere che non sei mia nemica, in realtà?» chiesi con aria di superiorità «beh, car- la fermai di nuovo «caraddyn è nella tua stessa situazione, non lo so se posso fidarmi, ho fatto il vostro gioco fino ad ora, ma non mi fido» affermai sempre più convinto di non poterli considerare alleati «se vuoi metterla così...» la Dea si avvicinò a me con aria seria, io per sicurezza afferrai l'elsa della Claymore «avrei già potuto ucciderti, mietitore; no, non abbiamo prove per dimostrare che noi siamo "quelli buoni", dovrai solo fidarti del fatto che non ti ho già fatto a pezzi» sembrava parecchio offesa «beh, e io non voglio diventare una vostra pedina» «Collyn, uccidila ora e finisci il suo regno» mi suggerì il Lui «no, non commettere mosse avventate, potrebbe essere un'utile risorsa» obiettò la Lei; avevo già capito che avrebbero litigato «non possiamo fidarci di questi mostri» «SAREBBE UNA STUPIDA MOSSA METTERSI CONTRO L'INTERA CITTÀ» «BASTERÀ SCAPPARE PRIMA CHE SI SAPPIA» «CI SONO CENT- fermai la loro discussione facendo una domanda a Fide «tu come ti nutri, Dea?» lei al suono di quelle mie parole abbassò lo sguardo e parlò a voce fievole «ogni settimana mi faccio portare un anziano che si sacrifica volontariamente, io cerco di farli soffrire il meno possibile...» finì, per poi alzare lo sguardo, stava stringendo gli occhi, come per evitare di piangere, per poi decidere di aggiungere altro «una volta anch'io ero un mostro, come i miei fratelli, compievo massacri e uccidevo gente, ma un giorno incontrai il leggendario Milos, colui che più di tutti aveva sofferto, e colui che aveva una forza impensabile, riuscì a sconfiggermi in battaglia, mi ricordo ancora, ero stata trafitta dalla spada di Milos in mezzo al petto ed ero appoggiata al muro di un municipio distrutto, da me e Milos era lì, ad osservarmi con aria superiore; ricordo ancora le sue parole: "tu e quelli come te siete cattivi di natura, siete bestie di natura, ma non siete obbligate a obbedire alla vostra natura", e detto quello mi mise un piede sul petto ed estrasse con forza la spada, stavo ansimando sempre appoggiata al muro, sanguinante e praticamente morente, Milos ficcò la spada a terra e mi disse: "ti risparmio perché sei una Dea pensante, che sa parlare e sembri intelligente, se scopro che finirai ancora una volta una vita di qualcuno, non morirai indolore" e se ne andò. Questo incontro mi ha segnata, e ho deciso di seguire il suo consiglio, andare contro alla mia natura, e anche se ho finito altre vite, non l'ho fatto per gusto» ormai stava piangendo, tenendosi il palmo della mano in faccia «vieni, ti faccio vedere una cosa» singhiozzò per poi girarsi e cominciare a camminare in una direzione, verso una porta di legno con diverse parti in ferro, che stonava parecchio con il motivo grigio della pietra, che era presente in tutto il castello; io ormai mi ero zittito, non sapevo come reagire, volevo fare delle domande, ma non ne avevo il coraggio, guardai per un attimo Caraddyn, che era rimasto lontano e muto, e non guardava nemmeno verso di me, successivamente seguiì Fide all'interno della porta, che portava in una non troppo umile camera da riposo, con un largo materasso, di quelli che solo i nobili possono permettersi, qualche mobile da qualche parte, ma soprattutto, era appesa una spada che sulla lama era ricoperta di sangue secca «ora dormiamo» disse lei, nonostante non fosse ancora sceso il sole, poi si girò di schiena «sarai stanco, domani parleremo, sempre che tu non mi uccida nel sonno» disse mentre si privava dei vestiti, che le scivolarono sul corpo fino a raggiungere terra «buonanotte, mietitore» disse mentre portava il suo corpo al letto; ora, io non ricordo se l'avessi detto ad alta voce o se l'avessi solo sussurrato, ma ricordo che chiesi scusa, e che lei girò la testa per guardarmi, con i suoi occhi rossi e tristi «chiedi a Caraddyn dov'è il tuo letto, lui lo sa» mormorò lei, postandosi sotto alle sue regali coperte.
«Caraddyn, dov'è la mia stanza?».

«...senti cara, a volte sento che dovremmo smetterla di litigare» «non ne sembri convinto» «so che a volte sembro solo una reazione di rabbia, ma ho solo paura che tutto questo vada perso» «non sapevo che anche tu provassi emozioni» «ah, ah, molto divertente» «dai, scherzo, è che secondo me devi calmarti e ragionare» «è in pericolo costante» «caro, sai anche tu che sa cavarsela da solo» «forse hai ragione, ma non possiamo negargli la follia» «hai ragione, potrebbe avere dei ricordi se non stiamo attenti» «beh, vediamo che succede, per te la uccide?» «ma dai!».

Il MietitoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora