6: Una morte degna di una statua, o forse no?

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«è impossibile che il Dio abbia preso possesso della statua» commentò un cittadino «l'ho visto con i miei occhi, sembrava un maiale, nulla a che fare con Milos!» affermò un altro «gli dei hanno strani poteri, devono essere fermati» disse infine una guardia cittadina sembrano di voler incitare la rivolta; «soldato, dov'è finito il corpo del dio?» chiesi al primo essere armato che incontrai «non ne ho idea, lo stavo osservando quando all'improvviso si è come dissolto nel terreno...» spiegò confuso [Moilia e tutti gli altri dei non erano mai scomparsi, strano...] ripensai notando un esploratore a cavallo allontarsi dopo che sembrava avermi visto, cosa che ignorai [...e Caraddyn? Dov'è diamine è finito? Ecco cosa accade a fidarsi di un Dio, maledetto, probabilmente è chissà dove a...a...complottare!] pensai infine, con pensiero quasi afflitto; un uomo piuttosto alto mi si avvicinò e mi chiese «sei un mietitore, giusto?» «...sì» gli risposi, un pochetto intimidato dall'aspetto inquietante dell'uomo, nonostante fossi alto quasi un metro in più di lui «vieni con me» mi disse dirigendosi in un piccolo vicolo, senza aspettare, io lo seguì cominciando ad avere sicurezza, perché, insomma, poteva essere chi voleva, ma io restavo un mietitore «allora, cosa vuoi dirmi di così privato?» gli chiesi guardandomi attorno, lui, a testa china, a voce bassa e chiara dichiarò «ehi, Collyn, sono io, Caraddyn, sto controllando quest'uomo con i miei poteri, mi trovi dietro al fabbro» mi ricredetti sulla lucertola «oh, ok» e a quel punto l'uomo cadde a terra svenuto, messaggio veloce e coinciso.
Mi inviai verso il fabbro, essere maledetto da tutte le entità «non ci posso credere, Collyn!» una voce non molto famigliare uscì dal piccolo edificio, mi girai per ri-incontrare un mio amico premorte «oh, Lucas, sei invecchiato» dissi vedendo il suo sempre simpatico faccione «sei tu che sei rimasto giovane!» ormai era diventato vecchio, i suoi capelli da mori erano diventati bianchi, la sua poca barba scomparsa, viso pieno di rughe e sintomi di vecchiaia, gli occhi marroni erano diventati spenti, il suo naso si era storto parecchio, probabilmente per la sua abitudine di alzare i gomiti appena possibile, era diventato grassetto e piuttosto basso «quanto tempo! Pensavo fossi morto!» ridacchiò «eheh...più o meno...» risposi cercando di non ricordare i giavellotti che avevo al petto «dai, entra, qua ti offro io il servizio, vero Joseph?» e come suo solito accompagnava ogni sua frase con una risatina, era più forte di lui, davvero; «no grazie, lo sai cosa ne penso dei fabbri...» «non fare l'asociale Collyn! Sono o non sono io il tuo maestro di vita?! Vieni qua e saluta Joseph!» mi ordinò, io dopo una piccola risata -che anch'io non sapevo se fosse isterica o meno- entrai e salutai con la mano il fabbro «lui è figlio di mia sorella! È il fabbro migliore in città» «zio, sono l'unico fabbro in città» ribadì Joseph «sempre il primo rimani, no?» la sua logica non aveva una piega, ma comunque io avevo robe più importanti da fare, tipo trovare Caraddyn «senti Lucas, io ho robe importanti da fare, se non ti dispiace, sai, lavoro di mietitore» il mio amico rimase tutto allegro e felice, mentre suo nipote si spaventò «un mietitore?! Tu sei un...» «sì, lo sono» risposi sospirando «L-lucas, posso parlarti un attimo in privato?» si era spaventato di me, non riuscivo ancora a capire perché, ma non ci diedi troppa importanza, avevo una cosa più importante da fare «scusa Lucas, ma io ho un'urgenza, devo andare» dissi camminando all'indietro verso la porta «ti prego, resta Collyn, sei ben accetto» disse con un tono triste ma con la sua faccia comunque sempre felice, manco avesse una paralisi facciale, ricevendo un'occhiataccia dal fabbro «non posso proprio... Sono già ad 560 parole e non è nemmeno iniziato il capitolo» non capiì mai perché dissi quelle determinate parole, forse di istinto, o qualcosa del genere, ma anche a quello né io né gli altri ci fecero caso; apriì la porta ed usciì, il sole stava già tramontando, era già sera, praticamente, Lucas mi salutò velocemente e mi augurò "buona caccia", tutto ben accetto, no?

«Allora, perché mi hai chiamato?» chiesi guardando la lucertola rimasta proprio dietro alla casa del fabbro «lo dici come se non ci servissimo a vicenda» disse parecchio indispettito lui «va al sodo» «allora, hai presente la bellissima statua che hai distrutto?» io semplicemente annuiì appoggiandomi al muro «ecco, aveva preso il controllo della statua di Milos, un eroe che probabilmente tu non conosci e blablabla; coraggioso, bello, seducente, blablabla; che ha salvato il mondo con la sua coraggiosa, bella e seducente spada di fuoco e blablabla; è la dea Leboga, specializzata nel prendere il controllo degli oggetti» «momento, qua c'è un problema, io riuscivo benissimo a fermare un piede di Moilia, perché una sua carica no?!» chiesi, sperando in una risposta di Caraddyn «riesce a cambiare la struttura molecolare della pietra e renderla più potente di te, non sono un tecnico» «struttura molecoche?» chiesi confuso «non importa, Leboga, oltre ad essere di 3° livello, cioè con attacchi non diretti, anche se i pugni potrebbero sembrarli, è pure ancora viva! Ed è scappata!» concluse «me ne sono già fatto scappare uno?» chiesi retoricamente «comunque, dov'è scappata?» chiesi ancora, annoiato e deluso da me stesso «verso...Ecclesia, una città potente e famosa, lì potremmo prendere i soldi!» evitai di chiedere come facesse a sapere cosa fosse Ecclesia o come fece a scoprire dove stesse andando sua sorella, cose di dei, immagino «cazzo, Lucas era vecchio...era appena appena adulto quando lo conobbi...» ripensai ad alta voce improvvisamente «collyn, Leboga» mi ricordò lo sgorbio «sì sì, andiamo» dissi dirigendomi in una direzione casuale «...non è questa la strada, vero?» «proprio no...».

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