9.

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La porta difronte a me era chiusa a chiave, io ero posizionata sotto la finestra, a terra con le mani sul volto bagnato.
Sentivo continui pugni dietro la porta. Harry cercava di entrare, ma io non glielo permettevo.
Se ne erano andati tutti, tranne lui. I miei genitori erano rincasati, ma avevano capito benissimo che c'era qualcosa che non andava, non fecero domande comunque, preferivano che ci stesse Harry dietro alla porta, piuttosto che loro, non avrebbero saputo gestire la situazione.
"Rue, ti prego!" La mia testa stava scoppiando e sentivo che dormire sarebbe stata la cosa giusta da fare, ma avevo paura. Avevo paura di poterlo sognare, di sognare ciò che era avvenuto oggi o sognare di peggio. Avevo smesso di piangere da un po armai, mi ero detta che dovevo smetterla o non ne sarei uscita più.
"Rue, ti prego aprimi." Smise di urlare, non c'è la faceva più e con un ultimo pugni sentii che si accasciò per terra dietro la porta.
Mi dispiaceva, mi dispiaceva da morire. Lui era lì, per me, io non gli davo la possibilità di starmi accanto.
Mi alzai in piedi e mi mossi lentamente verso la porta. Volevo solo vederlo e stringerlo forte. Avevo bisogno di un abbraccio ed il suo mi sarebbe andato più che bene.
Aprii la porta facendolo sobbalzare. Velocemente si mise in piedi e mi guardò stupito, probabilmente non sperava più che aprissi.
"Mi dispiace, è tutta colpa mia." Parlò con sincerità, a occhi bassi, quasi si vergognasse di ciò. Non era colpa sua, non lo sarebbe mai stata. Era l'unica persona che fino a quel momento aveva cercato di farmi stare bene, di farmi sorridere e di sostenermi in ogni caso, non sarei mai potuta essere arrabbiata con lui, lui era tutto ciò che avevo al momento e non me lo sarei mai lasciato sfugge di mano.
Mi avvicinai a lui e circondai le mie braccia al suo corpo. Lo presi alla sprovvista, un'altra volta, ma non si allontanò, ricambiò l'abbraccio e io mi sentii felice. Poggiai la testa nell'incavo del suo collo, nascondendomi da tutto il resto. Mi sentivo al sicuro e non succedeva da tanto. Sentivo che lì, in quel momento, niente mi avrebbe potuto far del male, Harry non lo avrebbe permesso.

Non ci staccammo da quel l'abbraccio per quelli che sembrarono essere ore e ore, mentre furono solo pochi minuti. Adesso era nella mia stanza. Gli avevo permesso di entrare senza nemmeno esitare un momento.
Era coricato sul mio letto, io mi trovavo distesa accanto a lui, con la testa poggiata sul suo petto e il suo braccio a circondarmi le spalle.
Sentivo il suo cuore battere, era un rumore rilassante, quasi come una ninnananna, stavo bene in quell'istante, mi sentivo al posto giusto, nonostante un posto per me non esistesse. Sollevai la testa per qualche istante e vidi che i suoi occhi erano chiusi e il suo respiro più pesante. Si stava addormentando. Non lo biasimavo affatto, volevo addormentarmi anche io, ma non ci riuscivo, nonostante ci fosse lui con me.
Lentamente cercai di spostarmi da lui. Presi il braccio che era introno alle mie spalle e lo porsi sul suo stomaco, mentre con l'altra mano mi allungavo per perdere una coperta che si trovava ai piedi del letto. La aprì e la misi sopra di lui, assicurandomi che lo coprisse per bene, poi scivolai giù dal letto, trascinandomi verso il bagno.
Avevo bisogno di farmi un doccia calda, calda e lunga. Volevo passare del tempo con me stessa senza pensare a me o a tutti i problemi che avevo, ma concentrandomi su qualcun'altro.
Charlotte, mi venne in mente lei.
Sotto il soffione dell'acqua calda che cadeva su tutto il mio corpo nudo pensai a lei. Era una parte positiva della mia vita, mi faceva sempre sorridere e mi mancava da morire. Mi chiedevo cosa stesse facendo adesso, che ore fossero lì e con chi fosse. Speravo che si stesse divertendo in qualsiasi caso e che magari si fosse decisa a invitare fuori a uscire Stefan, il ragazzo nuovo della scuola. Me ne aveva parlato un po', mi disse che era nel suo corso di chimica e che per quanto fosse ridicolo di chimica tra di loro sembrava non essercene, eppure io ero convinta, nonostante non li avessi mai visto insieme, che la chimica tra di loro ci fosse o che sarebbe cresciuta tra di loro.
Tra quei piccoli dialoghi di cui mi aveva parlato sembrava che al ragazzo interessasse davvero la mia amica, seguiva i suoi discorsi e io non facevo altro che il tifo per loro.
Dopo essermi goduta il getto di acqua calda ed essermi profumata tutta con il mio bagnoschiuma preferito, uscì dalla doccia una mezz'oretta dopo, facendo sempre molta attenzione a non svegliare il ragazzo che dormiva beatamente nella mia stanza.
Circondai il mio corpo con una tovaglia e sciolsi i capelli, che precedentemente avevo raccolto in uno chignon, lasciandoli cadere sulle mie spalle ancora bagnate.
Avevo lasciato nella mia stanza tutto il necessario per vestirmi, ero stata troppo distratta dal non fare rumore per non svegliare Harry.
Tornai così nella mia stanza, mi fermai sul uscio della porta quando vidi Harry con il mio cellulare tra le mani. Rimasi stupita, credevo stesse dormendo e non capivo perché guardasse con così tanto stupore lo schermo dell'iPhone.
"Pensavo dormissi." Esordii ancora sull uscio della porta, con le spalle poggiate su quest'ultima.
"Ti ha scritto un certo Drake." Disse tenendo il cellulare all'orlo facendolo ondeggiare a destra e a sinistra.
Non risposi. Mi avvicinai a lui. Il mio intento era in primis quello di riprendere il mio cellulare, dopo avrei pensato a rimproverarlo proprio come farebbe una mamma con il suo bambino tutto imbrattato di fango.
Vidi il ragazzo scuotere la testa, mentre portava l'aggeggio elettronico sul suo petto.
"Prima vestiti."
"Non sei mio padre." Risposi scocciata. Allungai il braccio posando il ginocchio sulla puntata del letto. Ero ancora troppo distante per prenderlo e non volevo salire sul letto per poi bagnarlo tutto.
"Rue, non vorrai mica che quell'asciugano cada per terra lasciando il tuo corpo nudo, no?"
Sorrise sghembo ed io arrossì.
Mi allontanai da lui sconfitta, mentre mi avvicinavo verso l'armadio poggiato nella parte all'angolo della stanza.
"Quindi, chi è Drake?"
"Un amico."
"Un amico?"
"Un amico." Ripetei ancora. Non sapevo cosa ci fosse scritto in quel messaggio e probabilmente non mi interessava poi molto, ma mi preoccupava il fatto che Harry dubitasse della nostra relazione. Sa bene che non riesco a stare con un altro, lo sa fin troppo bene. Sa di Drue, di questo ragazzo terribilmente affascinante quanto opprimente. Sa che non è un male, è carino e tutto il resto, ma sa anche che l'unica volta in cui ci siamo spinti oltre sono finita per scappare via dalla sua presa.
Sa quanto ho sofferto. Quanto mi sia sentita sporca. Non sembrava sbagliato per lui, Harry, quella volta. Sembrava che gli stesse bene. Mi aveva detto che andava bene stare con qualcun altro, che era giusto che io andassi avanti, come sembrava che Niall stesse facendo. Il mio dubbio era adesso. Cos'è cambiato adesso rispetto a prima? Perché ora ai suoi occhi risultava così sbagliato?

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