Albus e Rose si sedettero insieme nello stesso scompartimento. I sedili erano comodi ed erano ricoperti da una moquette blu. Il tutto dava un'idea di grande accoglienza, l'odore di casa lo fece sentire meglio. Sì, lì dentro c'era un vero e proprio odore accogliente e caldo, proprio quello che ha la propria casa per ciascuno di noi. Il treno era caldo, anch'esso dava una sensazione di accoglienza. Le ruote del treno stridevano in lontananza, inghiottite da altri rumori. Albus era riuscito a rilassarsi stando in quel posto, ma l'emozione dentro di lui non era diminuita.
Il fumo di Kings Cross scomparve rapidamente, gli stridii degli altri treni si affievolirono man mano, fino a scomparire del tutto. Anche il paesaggio cambiò velocemente, fino ad arrivare in aperta campagna.
La porta si aprì lentamente ed un ragazzino dall'aria timida si affacciò con la testa ricoperta da dei capelli rossicci. Aveva lo sguardo abbastanza terrorizzato.
-Po-po-posso sedermi qui co-co-con voi?- chiese balbettando.
-Si, certo- Rispose Albus facendo spazio al nuovo arrivato.
Il ragazzo sembrava spaventato, ed evidentemente quel posto non aveva fatto la stessa impressione che aveva fatto ad Albus.
-Io sono Rose, lui è Albus, siamo al nostro primo anno qui-
La bambina di presentò e tese la mano al bambino. Lui rispose stringendo la mano timidamente.
-William, primo anno anche per me- disse d'un fiato.
William guardava a terra, rosso in viso. Albus notò che aveva le lentiggini, poi si ricevette un calcio da Rose perché secondo lei lui lo stava fissando e mettendo in imbarazzo. Era il secondo calcio in una mattinata. Il primo alla stazione da parte di James. Al pensò che se la giornata fosse continuata così gli sarebbe spuntato un livido.
Il tragitto continuò ancora un po' in silenzio. Albus guardò il paesaggio, ogni tanto si intravedevano piccole casette, interrotte da lunghi campi e fitte foreste.
-Ehy, io ho ancora le scricciaschiaccia gelatinose! Ne volete una?- disse Albus rompendo il silenzio.
-No grazie, preferirei essere schiantata piuttosto che mangiare una di quelle schifezze- rispose Rose.
-Preferirei essere schiantata!-Albus le fece il verso in tono scherzoso.
Rose incrociò le braccia sul petto cercando di nascondere un sorriso mal mascherato.
-Tu ne vuoi una?- chiese rivolgendosi a William prendendo goffamente le valigia. Quella valigia era quella che aveva utilizzato Ginny quando era andata ad Hogwarts. Con cautela aprì la tasca davanti e tirò fuori un pacchetto viola lucente.
-Io... A dire il vero non ne ho mai mangiata una- rispose diventando improvvisamente paonazzo. Come un semaforo, si ritrovò a pensare Albus.
-Non ne hai mai mangiata una? Stai scherzando? Devi assolutamente provarla! Ecco, tieni-
Albus posò sulla mano del ragazzino una caramella gommosa.
-Quando le schiacci si sente un rumore, ogni volta è diverso, ma dipende soprattutto da come mastichi- spiegò.
Il ragazzo lo guardò incerto, così Al prese la sua scricciaschiaccia e se la mise in bocca. Iniziò a masticare ed al primo morso si sentì il rumore di una tromba, poi il verso di un gatto ed il rumore di un treno.
Vedendo la faccia spaventata e sorpresa del ragazzino davanti a lei, Rose si mise a ridere ed Albus pure non riuscì a trattenersi.
-Tu sei cresciuto con dei babbani?- domandò Albus curioso.
-Con chi?- chiese preoccupato osservando la sua caramella.
Rose prese in mano la situazione-I tuoi genitori non sono maghi, vero?-
William non sapeva cosa rispondere ed esitante disse là verità.
-No, sono l'unico in famiglia- poi rimase zitto, come se aspettasse qualcosa.
-Anche mia mamma- confermò Rose.
William parve rassicurarsi.
-Non è un male?-
-Certo che non lo è!- ribatté Albus.
Il ragazzo fece un sospiro di sollievo, poi addentò la sua scricciaschiaccia, ed il rumore di una molla uscì dalla sua bocca.
Albus rise alla reazione inaspettata di William. Anche lui si mise presto a ridere, tra il rumore delle rotaie e fra vari suoni delle caramelle, dai più comuni ai più strani.
-Sentite qua!- disse Albus ai due ragazzi, masticò la caramella spostandola a sinistra della bocca ed uscì fuori il rumore di una grossa flautulenza.
Rose fece una smorfia di disgusto, ma poi non si trattenne e si scoppiò di nuovo a ridere.
Il ragazzino roscio lo imitò, ed iniziò un lungo concerto di puzzette.
Quando furono finite le caramelle ai due ragazzi faceva male lo stomaco, sia per le risate che per le caramelle. Soprattutto per le caramelle.
-Mio Dio, vi siete finiti un intero pacco di scricciaschiaccia in due?- chiese Rose ridendo, con una faccia quasi sconvolta.
Albus rispose con un rumore di pernacchia con l'ultima caramella rimastagli in bocca.
-Voi due siete impazziti, stasera, ci sarà un enorme banchetto, e voi due, voi due- ripeté ridendo- starete a vomitare scricciaschiaccia mentre io mi godrò la cena-
William ed Albus scoppiarono a ridere. William ne era ignaro, ma Al sapeva già che l'eccessivo ingerimento dei prodotti Tirivispi Weasley portava a ridere a crepapelle.
Rose alzò gli occhi al cielo e prese un libro dallo zaino, si mise a leggere e sorrise quando vide i due ragazzi addormentati l'uno sull'altro.
Il viaggio continuò in pace. Si sentivano risate dai vari scompartimenti. Albus fu svegliato da Rose, che con la mano lo scrollava prima lentamente, dopo sempre più insistentemente. Quando aprì gli occhi aveva ancora una traccia di sorriso sulle labbra.
-Devi metterti la divisa, credo che ci siamo quasi-
Albus annuì, prese la valigia ed uscì dallo scompartimento.
William l'aveva già addosso.
Quando Albus si mise la divisa provò ad impugnare la bacchetta. Era quasi ora.
Tornò al suo scompartimento e vide William e Rose parlare animatamente.
-...e come hanno reagito i tuoi quando hanno saputo che eri un mago?- chiese lei incuriosita.
-Inizialmente mia madre credeva fosse uno scherzo, poi, quando ha capito che non lo era è svenuta-
-E tuo padre?-
-Mio padre se ne è andato quando avevo tre anni- disse tranquillo.
-Oh mi dispiace- Rose si fece seria- non sapevo fosse morto-
-Oh no no. È vivo e vegeto. Credo. Sì, insomma se ne è andato proprio fisicamente. In un altro luogo-
-Ohh menomale- Sospirò Albus.
E fu così che si beccò un altro calcio di Rose sullo stinco.
-Cioè mi dispiace- si corresse massaggiandomi la gamba di nascosto.
Albus ne era più che convinto, prima o poi avrebbe perso l'uso della sua gamba sinistra.
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Albus Severus Potter, 19 years later
FanficAfter all this time? Always. E se le forze Oscure esistessero ancora? E se dopo la sconfitta di Voldemort il marchio nero non fosse ancora del tutto scomparso? Albus è un ragazzo del tutto normale, se non fosse che è un mago ed il suo cognome è Pot...