X: what are you afraid of?

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Mirajane

Mi allacciai il reggiseno, mentre il fumo della sigaretta del ragazzo che era sdraiato accanto a me mi accarezzava la guancia arrossata.

Tossicchiai leggermente, legandomi i capelli in una crocchia disordinata e spostai poi lo sguardo su di lui, ancora sdraiato sul mio letto, con le lenzuola pulite a coprirgli le gambe toniche e nude.

Posai i palmi sul materasso morbido, muovendo nervosamente le gambe e sfiorando il parquet della stanza con il tallone.

Nonostante facessi sesso con lui quasi quotidianamente, ogni volta, il mio cuore batteva all'impazzata e il nervosismo avvolgeva ogni singola cellula del mio corpo, non lasciandomi scampo.

Era mesi che mi ero avventurata in quella strana relazione con lui, ma non ci avrei fatto mai l'abitudine, anche perché quello che provavo per lui andava ben oltre alla semplice attrazione carnale.

<<Non hai idea di quanto sia rilassante venire da te dopo gli allenamenti>> la profonda voce del ragazzo mi fece sobbalzare, e, quando le sue dita percorsero la mia spina dorsale, mi ritrovai con la pelle d'oca senza nemmeno accorgermene.

Deglutii pesantemente, stringendo fortemente le lenzuola e strizzando le palpebre. Come ogni volta, sentirlo rivolgersi a me come se fossi un oggetto, una bambolina, mi spezzava il cuore.

Ma, in fin dei conti, ero io ad aver voluto tutto quello, ero io ad essermi cacciata in quella situazione, e piangermi addosso per una cosa che, consapevolmente, avevo creato io, era un controsenso del cazzo. Per quello non versavo mai nemmeno una lacrima, perché sarebbe stato come prendermi a schiaffi da sola e sarei stata incoerente con me stessa. Ed io non volevo quello, volevo essere forte e decisa delle mie scelte.

Mi andava bene essere usata da lui, mi andava bene essere la sua scopamica, mi andava bene tutto, purché potessi passare del tempo con lui. Volevo che mi toccasse, che mi baciasse e che stesse con me, anche se questo comportava diventare una schiava sessuale.

Mi andava bene, perché quello che provavo per lui mi annebbiava la mente e la vista. I miei sentimenti erano così forti da farmi perdere la testa, e farmi dimenticare di me stessa. Volevo farlo felice, volevo accontentarlo, volevo essere io a soddisfare le sue voglie.

Ero disposta a tutto pur di farmi notare da lui, e mi stavo umiliando solo per riuscirci.

Squallida? A dir poco. Ma quando ami così tanto una persona, sei disposto a tutto.

Mi alzai lentamente dal letto, afferrando una delle maglie che avevo rigorosamente sottratto a mio fratello Elfman, indossandola e lasciando che mi coprisse metà coscia.

Sentii il ragazzo grugnire alle mie spalle, come se si stesse stiracchiando, e mi ripetei mentalmente di tornare con i piedi per terra e fare finta di nulla.

Ma era difficile, era dannatamente quasi impossibile, guardarlo in faccia e cercare di fare finta di nulla dopo quello che passavamo insieme. Lui ci riusciva benissimo, mi ignorava quando mi incontrava in giro, non parlava mai con nessuno di noi, cancellava tutto quello che passavamo insieme ogni volta che usciva dalla porta di casa mia. E questo faceva male, veramente male, ma non quanto la consapevolezza che, oltre al sesso, non avrei avuto nulla da lui.

Non mi amava, non voleva una relazione con me, voleva solo il mio corpo e portarmi a letto.

E la cosa che più mi faceva incazzare, era che io non riuscivo a dire "basta" a tutto quello. Non riuscivo a smettere nonostante tutto il dolore che mi portavo dentro, per il semplice fatto che avevo una dannata paura di perderlo e di non poter mai più sentire le sue mani sulla mia pelle.

|nalu| HurricaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora