Natsu
<<Ciao!>> canticchiò mia madre, dalla cucina, non appena misi piede in casa dopo l'allenamento.Come ogni sera ero stanco morto, ma era una cosa naturale, dato che, essendo il capitano della squadra di Football, dovevo impegnarmi il doppio rispetto agli altri.
Non risposi, mi sistemai semplice il pesante borsone sulla spalla e mi avviai su per le scale, percorrendole lentamente.
Mi chiusi la porta di camera mia alle spalle, lanciando la sacca per terra, che venne poi raggiunta dal mio giubbotto e dalle mie scarpe.
Aprii la cerniera della mia borsa, estraendo da esso il reggiseno rosa che avevo sottratto a Lucy. Lo feci penzolare dalla spallina, osservandolo per bene e sorridendo, soddisfatto.
Lo strinsi con un gesto fulmineo, riponendolo poi, nascosto, in uno dei miei cassetti. Era un'arma importante, dovevo giocarmela per bene.
Ma, in fin dei conti, sapevo che non avrebbe aperto bocca. L'avevo spaventata sufficientemente.
Mi passai, ghignando, una mano tra i capelli.
Aveva detto lei di voler giocare con me, io avevo solo aperto le danze.
Era stato alquanto divertente vederla tremare sotto di me, ma non potei negare di essermi sentito uno schifo dopo aver sentito i suoi singhiozzi riecheggiare nel corridoio.
Mi buttai sul letto, decidendo di non pensarci ed accendendo la mia amata PlayStation, pronto ad una sessione di gioco pre-cena, quando qualcuno decise di interrompermi, facendo squillare in modo incessante il telefono.
Imprecai, lasciando cadere il controller sul letto, afferrando, dalla tasca della felpa, il mio telefono.
Sul display acceso comparve il nome "Lisanna Strauss" , ed io, prendendo un profondo respiro, decisi di accettare la chiamata.
<<Pronto?>> chiesi, con tono piatto.
<<Hey, com'è andato l'allenamento?>> mi chiese, con tono allegro.
Rimasi per un po' in silenzio, spostando lo sguardo fuori dalla finestra.
<<Bene. Perché mi hai chiamato? È successo qualcosa?>> chiesi, con calma.
Lisanna ridacchiò.
<<No, scemo. Non deve per forza essere successo qualcosa per fare una telefonata al mio ragazzo>> disse, facendomi storcere la bocca al suono dell'ultima parola.
<<Ok>> risposi, semplicemente.
<<Domani ci vediamo?>> mi chiese, con tono speranzoso.
Mi alzai dal letto.
<<Aspetta>> dissi, frugando nella tasca del mio giubbotto, estraendo poi da essa il mio portafoglio.
<<Cosa?>> mi chiese lei, mentre io sorridevo alla vista del preservativo rimasto nascosto.
<<Nulla, si va bene>> dissi, richiudendo il mio portamonete con soddisfazione.
<<Va bene, allora ti aspetto da me domani>> disse lei, euforica.
<<Ok>> continuai a rispondere allo stesso modo, facendola ridere.
<<Bene...allora a domani>> disse.
<<Ti amo>> concluse poi.
Rimasi in silenzio, come ogni volta che la sentivo pronunciare quelle parole. Alcune volte mi sentivo in colpa per non ricambiare i suoi sentimenti, ma, alla fin fine, tutto ciò che mi importava era scopare.
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|nalu| Hurricane
Fiksi PenggemarA Federica [IN REVISIONE] - Le persone non appaiono mai cristalline al cento per cento ai nostri occhi. In un primo momento ci fanno un'impressione, in un altro momento un'altra, lasciandoci, la maggior parte delle volte, delusi o sorpresi. Le perso...