CAPITOLO 3
Davanti a me si presenta una specie di dio greco, Anthony è alto molto più di me, ha le spalle grosse, e dei bicipiti muscolosi ricoperti di tatuaggi. Indossa una canottiera nera che mette in risalto il suo fisico ben allenato insieme a dei pantaloni della tuta grigi. I suoi capelli sono portati indietro con il gel e la sua mascella è molto definita, coperta solo da un piccolo accenno di barba. I suoi occhi sono di un blu luminoso, simile al colore del profondo oceano.
il suo viso ha un aria minacciosa e sospetta, mi scruta, forse per cercare di capire chi sia, non sembra essere uno abituato a ricevere ospiti.
"chi cazzo sei?" la sua voce è fredda e non tradisce affatto il suo aspetto da duro.
"S-sono B-Brooklyn" ho una voce tremolante, solo dalla mia voce e dal mio tono avrebbe potuto benissimo notare che non sono una di quelle ragazze abituata a suonare a casa di sconosciuti o di ragazzi dannatamente belli quanto pericolosi in uno dei quartieri più brutti della città.
"cosa vuoi piccola?" il suo viso assume subito una faccia maliziosa e mostrando i suoi denti in quello che sembra un accenno di sorriso, mi fece segno di entrare in casa.
"n-no, i-io...non sono qui per quello" la mia faccia si colora subito di rosso e faccio un passo indietro, deve aver preso per parola quello che gli ha detto il ragazzo di prima.
" e allora cosa sei qui a fare?" la sua voce ritorna dura e la sua faccia muta subito.
"i-i black blood t-ti vogliono uccidere" sputai fuori velocemente quello che ero venuta a dirgli e vidi la sua faccia mutare nuovamente espressione in una indecifrabile.
"niente di nuovo bellezza, ormai ci sono abituato" mi fà un'occhiolino e prova a chiudere la porta quando instintivamente metto un piede in mezzo per bloccare la chiusura.
"no, non è uno scherzo, ti hanno messo una bomba in giardino, li ho sentiti!" urlai per farmi sentire. Non ero venuta fino a qui per farmi chiudere una porta in faccia, sentivo di doverlo salvare in qualunque modo possibile, ero troppo fragile per poter vivere con questo rimorso.
"DOVE LI HAI SENTITI? EH? CHI CAZZO SEI? COSA VUOI DA ME?" le sue urla sono come delle coltellate nello stomaco, mi sento indifesa, non so più cosa dire o come comportarmi. Metto la mano nella tasca e impugno il coltellino, non voglio fargli del male ma essere pronta a difendermi in caso di qualche suo attacco. I suoi occhi seguono la traiettoria della mia mano e con una mossa fulminea mi mette la mano in tasca e tira fuori il coltellino svizzero.
"pensi veramente di potermi far male con questo coso?" la sua voce è tornata di una tonalità normale e i suoi occhi mi guardano quasi divertiti.
"n-non volevo farti male" la mia voce tentenna e rimango senza parole, un po' per la paura un po' per la timidezza che ho sempre avuto nel parlare con i ragazzi.
"allora...vuoi iniziare a parlare si o no?" i suoi occhi mi scrutavano, come se cercasse di leggermi dentro.
"l-loro vengono a scuola con me, ho s-sentito dire che ti avrebbero messo una b-bomba in giardino" la voce esce in modo fievole, quasi difficile da sentire.
" E a te cosa intaressa cosa mi fanno? Non sono problemi tuoi questi" il suo sopracciglio si alza, formando un'espressione di cipiglio sul volto.
"SCUSA SE NON MI PIACE VEDERE PERSONE CHE RISCHIANO DI ESSERE UCCISE" urlo perdendo la pazienza. Non sono venuta qui per giocare o per fare conversazione.
I miei occhi cadono sull'orologio che tengo sul polso che segna le 11.40 pm.
"tra poco la bomba scoppia, dobbiamo andarcene!" urlo a gran voce, e senza aspettare che lui mi segua incomincio a correre. Quando mi giro trovo la porta chiusa. È rientrato in casa.
Sto per ritornare indietro da lui per chiamarlo, quando vedo Anthony che correndo mi afferra la mano e continua a correre fino ad un punto impreciso.
"corri! Sta per scoppiare!" urla mentre continuiamo ad allontanarci.
Improvvisamente sento Anthony trascinarmi contro un muro per poi sovrastarmi col suo corpo, portando le sue mani sulle mie orecchie, come per proteggermi dal rumore dello scoppio.
Improvvisamente sento il frastuono della bomba e senza farlo volontariamente caccio un urlo e mi stringo contro Anthony cercando una specie di protezione.
Quando mi giro trovo gli occhi di Anthony puntati su di me, il suo sguardo è sincero, quasi sollevato dalla paura appena passata.
"grazie piccola" nonostante la situazione appena passata trova la forza di ridacchiare al mio rossore e farmi un'occhiolino che in tutta onestà non migliora affatto la situazione.
Dopo esserci staccati da quell'imbarazzo ci riavviamo verso la casa in silenzio. L'abitazione è circondata da persone che cercano di capire cosa è successo. Mi allontano da quell'afflusso di gente e appena Anthony si distrae mi giro e velocemente ritorno sui miei passi per paura che qualcuno dei black blood mi possa aver riconosciuto e possa aver capito cosa ho fatto.
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Salve ragazze😊
scusate il ritardo nell'aggiornare, ma tra la scuola e le vacanze non sono riuscita a scrivere.
spero il nuovo capitolo vi piaccia, finalmente incontriamo Anthony😍😍
lasciate un commento per dirmi cosa ne pensate della storia e di come scrivo!!!
un bacio, alla prossima 😁
ps. scusate gli errori grammaticali 🙈
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A Dangerous Collide
ChickLitNon potevo, non sarei riuscita a vivere con questo rammarico, dovevo salvarlo, al costo di rimetterci la mia vita. sono Brooklyn, per alcuni sono solo un peso, per altri un ostacolo da abbattere ; Ma lui, LUI mi considera la sua salvatrice...