Moon River

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Alla fine, Liam aveva trovato un lavoretto in una palestra ed era felice di poter ricominciare da capo partendo da qualcosa che lo nobilitasse. Se ne stava al bancone, ma passava del tempo a fare esercizi quando ne sentiva il bisogno. Delle volte si guardava e credeva di aver messo su del peso, dando la colpa a Daniel e alla sua ottima cucina. Aveva anche scoperto che era la palestra frequentata da Harry, e si erano ritrovati più volte a chiacchierare davanti a un caffè o a fare una passeggiata di ritorno a casa. In tutto quello, non aveva più visto Zayn e la notte piangeva ancora distrutto dalle immagini di Daniel. Gli aveva dato l'opportunità di rivederlo, l'opportunità di non lasciarlo andare ma evidentemente era stato tutto tempo sprecato perché a quanto pare aveva ragione e non valeva la pena intraprendere una relazione con lui, figurarsi un rapporto di amicizia. Anche se, non avrebbe mai potuto parlare di Zayn come un amico, vista l'attrazione tremenda che coinvolgeva entrambi.

Per quel motivo, quel pomeriggio che non era di turno, intraprese la strada a piedi verso il suo negozio di tatuaggi. Non seppe spiegarsi la reale motivazione, ma i suoi piedi lo avevano spinto in quella precisa direzione e si era ritrovato a pensare, che forse era giusto così. Forse era giusto fare un passo nella sua direzione, andargli incontro anziché fargli fare tutto da solo. Non smetteva di pensare al bacio che si erano dati, alla strana sensazione allo stomaco che gli aveva quasi accartocciato le budella. Era stato strano ma terribilmente bello. E quando si ritrovò di fronte all'insegna sospirò. Non era però davvero sicuro di fare la cosa giusta, ma ormai era lì. Entrando sentì i campanelli sulla testa suonare e dovette ammettere a se stesso di provare uno strano senso di ansia nel cuore. George, lo riconobbe immediatamente e lo fece entrare con un sorriso. Gli chiese se fosse lì per un tatuaggio, scherzando, ma il ragazzo aveva già capito che gli interessava sapere dove fosse Zayn. "Mi dispiace, è a casa. Oggi ha preso un giorno" lo informò. E senza aggiungere altro, lo vide afferrare una penna ed un pezzetto di carta per poi passarglielo e sorridergli. Liam lo ringraziò e si lasciò andare ad un respiro uscendo fuori dal negozio. Guardò il pezzetto di carta stropicciato e vi lesse sopra l'indirizzo, sospirando con fare fin troppo melodrammatico. Non aveva idea di cosa fare, tanto da mordersi le labbra con forza e scuotere la testa animatamente. Ogni volta che faceva un passo verso la direzione da prendere ne faceva due indietro, perché non poteva. Aveva le parole di sua sorella e di Niall nella testa e la confusione aumentava quando ricordava le parole di Daniel che più l'avevano ferito. "Nessuno ti amerà più di me" gli aveva urlato prima di sbattersi la porta di casa dietro le spalle, ed era scoppiato a piangere perché con molta probabilità era vero. Nessuno l'avrebbe più amato con tale intensità. Quella stessa notte aveva persino pensato di tornare nel loro appartamento, di tornare a baciarlo e a coccolarlo; non lo ammetterebbe mai a nessuno, ma avrebbe accettato le scuse e sarebbe rimasto con lui se solo non avesse sentito Niall al telefono. Era stupido, ma era innamorato e nessuno poteva realmente fargliene una colpa.

Senza accorgersene, comunque, aveva camminato ed era giunto di fronte ad un vecchio palazzo piuttosto malandato e grigio, anonimo. Corse ad osservare i vari nomi sul citofono scorgendo solamente quello del tatuatore e una nuova aggiunta su un pezzo di scotch con scritto Z. Malik a chiare lettere. Bussò ancor prima di accorgersene e quando se ne rese conto si morse una mano, stringendo forte i pugni desiderando semplicemente scappare. "Liam" sentì però, bloccandosi sul posto nell'aver sentito la sua voce. Alzò lo sguardo, scorgendo prima una nuvola di fumo attorno al suo volto, poi il suo petto nudo. Lo vide spegnere la sigaretta e sibilargli il piano, per poi sparire ad aprirgli il portone. Chiuse gli occhi e prese un grosso respiro, scivolando dentro l'androne, decidendo di fare i quattro piani a piedi. Ne aveva bisogno, guardare i piedi muoversi lo distraeva abbastanza dalla sua testa, coordinarli per poter salire le scale. Era una sciocchezza ma a volte funzionava e Liam aveva bisogno che funzionasse. "Ehi" alzò lo sguardo quando lo notò davanti la porta, con un maglione addosso e i capelli stretti in un codino sulla nuca. "Ciao, scusa io-" ma Zayn lo interruppe immediatamente, facendolo entrare zittendolo. Solo quando mise piede in casa notò le sue occhiaie e i suoi occhi rossi, aggrottò le sopracciglia ma non gli disse niente, rimaneva comunque un ragazzo bellissimo. "Ciao Liam, va tutto bene?" gli domandò, mentre si facevano largo verso la cucina. Non era molto spaziosa, ma era carina, niente di eclatante o la topaia che aveva creduto vedendo il palazzo da fuori. Era deliziosa, piccola e confortevole. "Io sì- non ti ho più visto, pensavo che dopo-" ma non seppe realmente cosa dire, come continuare. Non seppe nemmeno spiegarsi il perché fosse arrivato lì, perché Zayn lo stesse guardando con quel viso spento. "Rallenta, è tutto ok. Siediti, va bene?" lo pregò di accomodarsi e poi fece lo stesso, poggiandosi al suo fianco. Liam gli sorrise cercando di non farsi prendere dal panico. Era stupido, davvero. "Mi dispiace essere sparito, non- non sono stato molto bene" provò a scusarsi Zayn, ma nemmeno lui pareva del tutto certo di stare bene, di star dicendo la verità. Liam pensò di non essere il benvenuto e la paura lo pregò di scappare via da quella casa prima di farsi male sul serio, ma i suoi occhioni lo tenevano comunque fermo e immobile su quel pezzo di divano comodo. "Non- no, non mi devi nessuna spiegazione" se ne uscì alla fine, quando sentì uno strano disagio crescere nel petto. Era certo di aver appena creato una sorta di situazione imbarazzante ed assurda, che nemmeno quando si erano addormentati l'uno sulla spalla dell'altro da perfetti sconosciuti in aereo. "Volevo vederti, Liam, ma non sono riuscito ad uscire da qui dentro" gli fece sapere, lasciandogli leggere nel suo sguardo la più totale sincerità. E Liam gli credette quando lo vide mordersi le labbra e trattenere a forza le mani a posto. Era certo volesse toccarlo, smuovere una mano sul suo viso, accarezzargli con dolcezza l'anima. Glielo lesse negli occhi, in quel colore così bello da far quasi male. "E' stato ancora il destino a portarti sotto casa mia?" chiese comunque, cercando di alleggerire la situazione e prenderla sul ridere. Liam scosse la testa per metà divertito e gli spiegò brevemente che era stato al negozio e George gli aveva gentilmente dato il loro indirizzo di casa. "Quindi il destino adesso ha smesso di metterci l'uno sulla strada dell'altro e ci stiamo spingendo da soli?" domandò, come se fosse una cosa del tutto normale. Ma Liam scorse quella nota stonata dietro le parole. Era ovvio ciò che gli stava implicitamente chiedendo. Voleva essere certo di non essere più il solo interessato, stava cercando di capire quanto invece Liam fosse disposto a spingersi in sua direzione. "Credo di sì" rispose, nonostante non fosse del tutto certo di poterlo fare veramente. Prese un respiro e Zayn gli sorrise dolcemente, percependo la sua poca sicurezza. Poi abbassò lo sguardo per qualche secondo, mantenendo uno strano silenzio religioso. Liam lo guardò riflettere - probabilmente - con le mai strette e torturate fra loro, come se fosse indeciso sul da farsi. E poi alzò lo sguardo, veloce e fulmineo, puntando i due fari ambrati nei suoi. "Che cosa ti hanno fatto, Liam?" la voce bassa, lenta. Le labbra carnose schiuse in cerca di una risposta che arrivò, ma con il suo tempo. Perché Liam ingoiò un groppo amaro e lo guardò con un sospiro mal trattenuto. Alla fine stava succedendo ancora. Alla fine era ciò che faceva sempre: ripetere gli stessi errori ad oltranza. Non era davvero colpa sua, non poteva dire di no a quegli occhi così puri, pieni di sincera curiosità, di interesse, preoccupazione. "Sono stato tradito, proprio nel momento in cui pensavo di non poter amare di più una persona. Questa mi ha tradito. L'ho trovato a letto con un altro, nel nostro letto, quello che abbiamo condiviso per quattro anni. E' stato come vedersi crollare tutto addosso, davanti. E' stato come farsi strappare un arto senza essere capace di reagire per difendersi". Liam chiuse gli occhi, aveva lasciato fluire quelle parole con fin troppa facilità, come se in realtà stesse parlando con Niall o con sua sorella. Si portò le mani al viso e solo in quel momento si rese conto di star schiacciando questi ultimi per evitare di lasciar scivolare giù altre lacrime imbarazzanti. Sentiva ancora i rumori, la voce di Daniel, il cuore furioso nel petto, la terribile visione davanti ai suoi occhi. Era stato orribile, era rimasto immobile con la bocca aperta ed il bruciore nello stomaco. La gola premeva per lasciar risalire su la bile, ma non si era lasciato andare così facilmente. Il suo corpo era rimasto immobilizzato, senza essere davvero capace di dire qualcosa, di muoversi o addirittura respirare. Era rimasto lì, a guardare la sua vita cadere a pezzi e far fuoco e terra bruciata attorno a sé. Aveva sentito distrattamente i suoi "non è come pensi" da copione, e si era lasciato intontire dalle sue scuse. Liam era sempre stato troppo buono, e non gli aveva nemmeno urlato addosso. Si era tolto la fedina e l'aveva poggiata sul mobile dove ancora riposavano i suoi vestiti, respirando quanta più aria possibile. Poi era uscito sentendosi urlare quelle parole addosso, cominciando a piangere. "Liam" sentì la voce morbida e delicata di Zayn filtrare appena fra le pareti dei suoi ricordi più dolorosi, le sue mani a scivolare sulle sue per poterlo guardare negli occhi. "Mi dispiace, mi dispiace tanto" borbottò con viso scuro. Liam si sentì stupido ancora una volta, perché Zayn probabilmente doveva avere problemi molto più grandi di uno stupido tradimento. "Non ti meriti tutto questo ed il tuo dolore è giustificato. Puoi piangere un po' su di me, se vuoi" gli sorrise piano e Liam si lasciò andare allo stesso modo, sporgendo appena il labbro in fuori. Poi lo fece, si poggiò contro la sua spalle e si lasciò circondare la vita da Zayn. Un piacevole calore colpì entrambi e Zayn rimase quasi senza fiato per la sensazione. "Credo di aver pianto troppo su di te, soprattutto in aereo" mormorò con la voce impastata dalle lacrime. Sembrava quasi un bambino piccolo appena caduto sulla ghiaia, col ginocchio scorticato. A Zayn ricordò un po' le sue sorelle, che già gli mancavano tanto. "Ti sto porgendo la famosa spalla su cui piangere, letteralmente, non puoi rifiutare" e risero insieme. Liam sentì un po' di pace filtrare nel cuore ed abbandonare quella nostalgia, quell'amarezza insidiosa. "Mi dispiace, comunque" fece Liam poco dopo, sentendo solo le dita di Zayn stringere forte il tessuto del suo maglione, scivolare lento in carezze docili sul fianco. "Per cosa?" domandò confuso il moro, che si voltò appena per poterlo guardare. Si ritrovarono così vicini da sentire il petto vibrare. Liam sbatté le ciglia ammaliato quando lo vide nel dettaglio, tutta quella perfezione messa a nudo. Le sue labbra carnose erano ancora screpolate e gli venne voglia di avvicinarsi. "Perché quando ti vedo o piango o scappo" lo disse piano ma il modo fece ridacchiare Zayn che si umettò le labbra sotto al suo sguardo e gli baciò con dolcezza la fronte. Il castano si sentì preso alla sprovvista, così tanto che prese a boccheggiare come se stesse cercando qualcosa da dire, ma senza farlo veramente. "Non pensavo di essere così brutto" rise ancora il moro, stropicciando il naso per le sue stesse parole. C'era qualcosa in Liam, nel suo sguardo, che gli accartocciava lo stomaco. Aveva gli occhi sofferenti e una bocca pronta ad amare ancora. "Infatti non lo sei" confessò Liam, che rimase a fissarlo senza osare muoversi. Il corpo cominciò a bollire, il calore a salire sulle sue guance. C'era qualcosa che lo spingeva a muoversi, a sollevarsi da quella posizione e schiudere le labbra. E non seppe resistere. Lo baciò. Zayn lo afferrò immediatamente per la nuca e chiuse gli occhi, godendosi il sapore delle sue labbra sporche di lacrime amare. Liam ansimò contro le sue labbra rosse e fece scontrare i loro denti, con fin troppa passione. "Zayn" mugolò piacevolmente costretto al suo corpo. "Zayn tienimi, ho paura di fuggire" confessò senza aprire gli occhi, lasciandosi baciare e leccare la pelle calda e morbida del collo. Zayn grugnì e lo strinse più forte, spingendolo contro il divano fino a stendersi sul suo corpo. Lo guardò negli occhi ansante e "non ho intenzione di lasciarti andare" sibilò, prima di baciarlo ancora. Liam gli strinse le gambe attorno alla vita e sentì tutto ciò che non avrebbe dovuto. Passione, piacere, debolezza, affetto, voglia. Zayn succhiò sulla voglia che Liam sfoggiava sul collo e sentì la propria erezione pulsare al gesto compiuto. Le mani erano ormai desiderose e voraci come le loro labbra, di scoprire segreti profondi e pelli profumate aldilà di ciò che mostravano. Si spogliarono strappandosi quasi tutto di dosso, accarezzandosi con delicatezza e devozione. Zayn non poté evitare di fermarsi a guardarlo, guardare la bellezza statuaria del suo corpo, i suoi occhi brillanti di piacere. Era bellissimo ed irresistibile. Leccò la sua pelle, il suo petto ampio, fino a giungere ai capezzoli e stimolarli con la lingua e le dita. Liam gemette quando un capezzolo cadde vittima dei suoi polpastrelli, tirandolo e strizzandolo per avere di più. I gemiti che uscirono dalle sue labbra furono musica per le orecchie del moro. "Vieni con me" sussurrò con un ansimo Zayn, afferrandolo per un polso trascinandoselo nella stanza da letto. Lo fece stendere sul letto e lo baciò nuovamente, strofinandosi contro di lui in cerca di frizioni piacevoli. Le sue mani corsero ad accarezzargli le ginocchia, le cosce tese e piene di brividi; era incredibilmente bello poter sfiorare ciò che aveva pensato di non poter mai avere. E non si fermò, lo fece boccheggiare come un pesce quando col naso gli sfiorò lo stomaco e scivolò fra le sue gambe. "Liam, stai tremando" sussurrò sulla pelle delle sue cosce, baciandole con dolcezza, per poi sollevare lo sguardo sul suo volto. Sembrava teso, spaesato, forse impaurito. Zayn non riuscì a capirlo, ma abbandonò l'idea iniziale per poter risalire sul suo corpo e baciarlo sulle labbra, uno sfioramento delicato come un fiore. "Se non vuoi non succederà" gli fece sapere il moro, strofinando il naso contro il suo. Liam non seppe cosa rispondere. C'era una parte di se stesso che premeva per averlo, che non desiderava altro che lasciarsi prendere e stravolgere da quel bellissimo ragazzo che lo stava guardando; ma c'era la parte più antipatica di se stesso che si divertiva a ricordargli che gli avrebbero spezzato ancora il cuore e che non sarebbe più bastato fuggire a quel punto. "Io voglio" si lasciò sfuggire però, con un mezzo singulto. Le sue mani si incastrarono fra le sue ciocche nere, gli massaggiò la cute e poi scivolò sulle sue spalle, come a tastare ciò che aveva. Non era come Daniel, Zayn era esile e spigoloso, era profumato e morbido, caldo; Daniel era una parete di muscoli rigidi, era un sorriso addolcito. "Liam, hai paura che ti facciano ancora del male. Io non voglio essere quella persona", perché Zayn aveva capito. Aveva finalmente chiara la situazione, aveva finalmente percepito ciò che doveva provare, ed era certo che provasse a tenerlo lontano proprio per quella infima paura. Ma c'era qualcosa, qualcosa di profondo che li spingeva sempre l'uno verso l'altro, come due calamite pronte a ricongiungersi con forza. "Smettila di parlare Zayn, ti prego" gli sussurrò contro un orecchio. Poi Liam chiuse gli occhi, portò entrambe le mani sulla sua testa e se le tenne stretto, ferme, immobile. Gli allargò le gambe, gli permise di avere tutto ciò che desiderava. Zayn esitò, perché non era così che lo voleva, ma non riuscì a resistere alla delicatezza dei suoi tratti. Con due dita gli toccò la mascella, scivolando sul collo e su quella voglia poggiata lì come un ornamento. Il castano schiuse le labbra e sospirò pesantemente, attirando Zayn alla sua bocca, fino ad avvilupparla nuovamente ed averla per sé. Si baciarono in un tumulto di denti e lingua, tutto ciò che Liam vide furono le stelle dietro ad i suoi occhi e sentì solo le sue mani carezzevoli sul corpo. Aveva già infranto la sua regola nel momento esatto in cui l'aveva guardato negli occhi, nel momento esatto in cui lo aveva visto seduto su quell'aereo. Non c'era niente che potesse davvero fare in quel momento, schiavo delle bellissime sensazioni che credeva di non provare da una vita. "Zayn" gli sfuggì dalle labbra quando sentì le sue scorrere silenziose e leggiadre sul petto, lasciandosi una scia umida al passaggio. Il moro alzò lo sguardo solo un attimo per poi sentire le mani di Liam carezzargli le gote con i pollici. Zayn non seppe spiegarsi le sensazioni improvvise, non riuscì a capire cosa stesse provando in quell'esatto momento, con le sue mani gentili sul viso. Era quasi come se lo stesse afferrando dalle acque più nere, impedendogli di affogare. E non resistette, gli baciò il ventre e poi i fianchi morbidi, facendogli scivolare i boxer via dalle cosce. Si inginocchiò sul letto e lo guardò, come se fosse una fogliolina caduta da un ramo, tremante e ferita per l'impatto. Eppure era certo di non aver mai visto tanto splendore come in quel momento. Liam aprì gli occhi quando si rese conto di non avere più le sue mani addosso, quando il vuoto lo raffreddò e lo punse prepotente al petto. Sbatté le ciglia a labbra schiuse ed attese che facesse qualcosa, ma il moro lo guardò per intero, esponendolo ad ulteriore imbarazzo, ma senza riuscire a smettere di farlo. Parve però capire la sua paura e si mosse veloce verso il comodino alla ricerca dei preservativi e del lubrificante. Liam rabbrividì quando lo guardò farsi scivolare di dosso i boxer neri, osservando come il suo corpo magro ma bellissimo gli stesse mostrando tutto ciò di cui aveva più bisogno. Lo studiò nel dettaglio, desiderando solamente piegarsi sul pavimento e baciarlo ovunque fosse possibile, perché una pelle simile andava solo baciata e venerata. "Liam se non-" ma non ebbe nemmeno il tempo di finire che un Liam terrorizzato lo attirò sul letto e lo baciò nuovamente, facendolo cadere sul suo corpo. Gli leccò una guancia, il collo, una spalla e lo invitò a fare ciò che doveva. Zayn lo guardò dargli la schiena, poggiandosi su un fianco, in attesa delle sue mosse. Zayn gli baciò le scapole perché non poteva non farlo, facendogli scivolare due dita sulle braccia, facendolo rabbrividire visibilmente. Zayn gli sollevò la gamba e si sentì morire quando Liam la spinse così indietro da allacciarla quasi ad un suo fianco. Si umettò le dita con del lubrificante e sospirò nel massaggiargli l'orifizio. Liam gemette immediatamente nel sentire il liquido freddo dentro di sé, spingendosi comunque in cerca di qualcosa di più. Zayn glielo concesse penetrandolo immediatamente con due dita, senza farlo respirare. Zayn poté giurare di non essere riuscito a farlo nemmeno lui. Sforbiciò dentro di lui senza pietà, facendolo gemere. Lo vide voltarsi e porgergli il collo, le labbra protese in cerca di un bacio di conforto. Il moro glielo concesse, regalandogli quanto più potesse solo per vedere quel viso sorridere e lasciarsi andare. Le loro lingue si scontrarono più volte e i loro ansimi riempirono la stanza, Zayn lasciò tutto per poter poggiare la mano sulla sua guancia e baciarlo prepotente, facendogli quasi male per la posizione. Ma non si lamentò, nonostante volesse fare del sesso guardandolo negli occhi. "Ti prego" bisbigliò contro la sua bocca, voltandosi a guardare avanti pur di non distrarlo e farlo continuare. Zayn strappò la bustina e si srotolò il preservativo sull'erezione, strofinandosi contro di lui. Liam aprì la bocca ed ansimò violento, come la stoccata che arrivò decisa quando Zayn si imbracciò una sua gamba ed attaccò il petto alla sua schiena. Zayn si spinse contro di lui con forza, cercando la sua mano sulla sua testa. E quando le loro dita si scontrarono, Zayn gli chiese silenziosamente di non rifiutarlo. E Liam lasciò che le loro dita si intrecciassero e si scavassero nella carne tutte le volte che le spinte diventavano più prepotenti. Il moro gli leccò la nuca e gli baciò il collo con le labbra screpolate e vogliose di lui. Non c'era nulla di più piacevole che sfiorare quella pelle morbida, era certo di non poter sfuggire alla strana attrazione che provava tutte le volte che si scontrava con i suoi occhi. Liam era magnetico, era tutto ciò di cui credeva di aver bisogno, perché era la rappresentazione di ciò che più gli piaceva. Zayn grugnì nello spingersi a fondo dentro di lui, toccandogli quel punto sensibile per cui Liam lanciò un grido, provando a scavare fino a trovare la corda più debole della sua anima e farla sua. I rumori delle loro pelli a scontrarsi andarono mischiarsi ai loro gemiti acuti, ai sospiri pesanti e alle mani. Una di esse, quella libera, di Liam finì dietro la sua schiena per poterlo tenere forte, come se temesse di vederlo svanire improvvisamente e cadere a pezzi ancora una volta. Ma Zayn strinse più forte la sua mano, la sua gamba e cominciò a chiamarlo con voce roca, a boccheggiare in cerca d'aria, venendo poi con una stoccata finale che fece inarcare Liam, così tanto da spingere la testa sulla sua spalla. Si fermò col respiro corto, ansimando ancora sulla sua nuca, vedendo la sua pelle coprirsi di brividi ancora e ancora. "Vol-tati" lo pregò con la voce ancora spezzata, togliendosi il preservativo per poterlo sovrastare. Liam pareva distrutto, gli occhi allucinati per ciò che era appena successo. Zayn gli si strofinò contro, baciandogli le labbra secche, leccandogli il collo. E ancora, scivolò verso il basso, baciando ovunque potesse, fino a prendere la sua erezione pulsante fra le mani. Liam trattenne un respiro e strinse i denti, piegandosi appena sui gomiti per poterlo guardare. Il ciuffo corvino di capelli gli solleticò l'inguine, ma non ci pensò quando la sua bocca rosata si poggiò con quanto più possessione possibile sul glande. Risucchiò un sospiro fra i denti e senza pensarci gli poggiò una mano fra i capelli, tirandogli le ciocche a piacimento. Liam aveva rivisto in quel letto ciò che aveva avuto per quattro anni, agitandosi nel profondo, lasciandosi scivolare anche una lacrima solitaria oltre che gemiti e grugniti. Ma capì di essere tornato sulla terra ferma quando guardò Zayn fra le sue gambe, quando sentì la sua lingua ruvida sul membro, quando i suoi capelli lo solleticarono e la sua barba leggera gli pizzicò la pelle. Con Daniel non era mai successo, perché la sua pelle era liscia e la sua lingua non era così vogliosa. Zayn continuò a leccarlo e a succhiarlo fino ad incavare le guance, dimostrandogli di poter continuare a sopravvivere anche senza la bocca del suo ormai ex. E fu in quel momento che Liam venne dentro al suo antro caldo, mentre lo guardava con le labbra rosse poggiate sul suo cazzo, con le mani strette sulle sue cosce per tenerlo nel compiere il gesto. Liam non riuscì nemmeno a percepire il proprio respiro, rivoltando gli occhi al soffitto lasciandosi andare al piacere più nascosto, ululando quasi. Zayn alzò la testa per guardarlo, bellissimo e sudato sulle lenzuola del suo letto, le labbra spalancate come a volerlo aiutare nell'orgasmo. Era piacevolmente coinvolto dal suo viso storto in una smorfia, era coinvolto dal suo corpo rigido e tremante, dalle sue mani strette con forza una fra i suoi capelli e l'altra sul lenzuolo. Non c'era nulla di più bello che vederlo così e se il suo corpo non fosse stanco, si sarebbe eccitato nuovamente.

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