Non sapeva da quanto tempo faceva le stesse cose con fare meccanico.
Si svegliava la mattina andando al lavoro, tornava a casa e guardava un bel film; oppure usciva con i suoi amici. Poi tutto da capo.
Non aveva più visto Zayn da quella volta, nessuna chiamata, nessuna visita, nessun movimento. Non l'aveva nemmeno più visto in giro e non poteva mentire a sé stesso in modo così spudorato; gli mancavano le sue attenzioni, i suoi occhi, tutto. Sembrava assurdo, forse addirittura egoistico, ma con quel bel viso aveva ripreso un po' a respirare nonostante tutto, ma ovviamente aveva già rovinato qualsiasi cosa sul nascere. Le regole le aveva già infrante eppure se ne stava lì a rimuginarci sopra come se tutto fosse normale, come se gli fosse consentito.
Si era confidato con Niall, mettendolo al corrente di tutta la situazione, lasciandosi guardare dispiaciuto perché per una volta tutto quell'affetto non poteva fargli male. Era corso fra le sue braccia con la sola voglia di lasciarsi coccolare un po' e magari farsi ripetere che aveva fatto la cosa giusta. Ma sapeva bene che non fosse per niente così. Non aveva fatto la cosa giusta perché si era già precluso a chiunque ancor prima di capirsi realmente. E Niall non aveva mancato di ricordargli che dopo Daniel c'era ancora della vita, che non tutti erano come lui e che era davvero normale stare così male ed essere spaventati. Liam non aveva saputo rispondere, aveva semplicemente sospirato e si era lasciato abbracciare per piangere e sfogarsi un po'.
"Pulcino, posso entrare?" e davvero, era necessario chiamarlo ancora così dopo quasi ventinove anni? Sbuffò e sua sorella fece ingresso in camera sua con un sorriso ed una tazza di latte caldo e cioccolato, come piaceva a lui. "Grazie" mormorò alla ragazza, lasciandola sedersi sul letto al suo fianco. Sentì le molle piegarsi al suo peso e ripensò a quanto quel piccolo lettino avesse già visto da quando era tornato. Pianti, urla, sesso. Non credeva di potersi ridurre ancora in quella maniera, non era più un adolescente in piena fase ormonale. Eppure, qualsiasi cosa al momento gli faceva male. Non sapeva se fosse più l'assenza di Zayn o la chiara presenza di Daniel in ogni suo ricordo. Era devastante dover combattere così duramente per entrambi, senza poterne fare a meno. "Come stai?" gli domandò veloce, con il solito sorriso. Amava Nicola perché oltre ad essere la maggiore aveva sempre avuto quel comportamento gentile ed educato; si somigliavano molto. "Sto bene Nic, non ti preoccupare" le fece una carezza e la ragazza sospirò affranta, stendendosi sul suo letto con fare stanco. Doveva essere tornata da poco da lavoro o da una sessione intensa con i suoi figli - non era facile tenere teste alle sue bambine. "Ruth mi ha raccontato tutto; non parli molto con la mamma. Sai che ci sta male, è dispiaciuta" gli disse, e quello a Liam parve un rimprovero velato. Ma lui non era arrabbiato con sua madre, non era colpa della donna se aveva reagito in maniera così spropositata. Era colpa sua, perché si era messo in un casino più grande di lui e non aveva più idea di come uscirne. L'unica cosa che era capace di fare era piangersi addosso per tutto ciò che aveva fatto a Zayn e per ciò che Daniel aveva fatto a lui. "Mi dispiace, lo so che sembro un bambino ma- non ci riesco. Parlerò con lei, non sono arrabbiato con altri al di fuori di me stesso" confessò immediatamente facendo sorridere appena la biondina che gli poggiò una mano sulla spalla come a volerlo confortare. Mimò un "lo so" con le labbra e se lo strinse addosso per abbracciarlo.
Loro due erano sempre stati così legati. Da quando Liam era nato, Nicola lo aveva amato con tutto se stessa e protetto ad ogni costo. Il loro amore fraterno andava aldilà di tutto e nessuno li avrebbe mai divisi; un legame simile era indissolubile. Erano l'uno la forza dell'altra. "La mamma ha perso la testa per quel ragazzo, lo sai? Non era così nemmeno dopo aver conosciuto Daniel" lo informò gentilmente, ponderando un attimo di troppo la situazione. Non era certa di voler tirare fuori ancora il suo ex fidanzato, ma lo fece comunque convinta che quello sarebbe servito a Liam, per andare avanti. "E da come Ruth lo ha descritto sembrerebbe un dio greco" ridacchiò e Liam fece lo stesso nel sentire le parole della sorella - era sicuro avesse detto tutto ciò solo per vederlo sorridere, ma non era poi del tutto certo che Ruth avesse tenuto la bocca chiusa a tal proposito. "E' molto bello, non credo si possa davvero descrivere una bellezza come la sua" sospirò e guardò la sorella sciogliersi come un gelato al sole al sentirlo. Fece addirittura qualche strano verso da ragazzina a cui Liam non diede peso, continuando a ridere; le sue sorelle erano impossibili. "Ricordo ancora quando volevi presentarci Daniel e la prima cosa che ci hai detto è stata "è bello come uno di quei modelli sulle riviste" battendo le mani" lo prese in giro. "Ma adesso sembra diverso. Non è solo esteriormente che intendi, vero?" gli sorrise e Liam non capì più niente. Ricordava ogni casa detta su Daniel, ricordava persino il giorno in cui l'aveva presentato a Nicola ed aveva sgranato così tanto gli occhi da ingelosire il marito. Era stato il momento più esilarante di tutta l'intera giornata, che avevano poi passato fra leggero imbarazzo e chiacchiere poco interessanti.
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Finding You was like coming Home
FanfictionOs partecipante al "You and me got a whole lot of history" FIC FEST Liam sta volando dall'altra parte del mondo con il cuore spezzato per una storia finita. Sull'aereo per New York, accanto a lui, c'è seduto un ragazzo bellissimo, ma Liam non ha la...