Le cuffie ormai perdute

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-Mamma! Dove sono le mie cuffie?!- urlo dalla mia camera, mentre sto rovistando il cassetto. Giuro fra un po lo tolgo e lo butto a terra. Sembra che le cuffie in questa casa scompaiono come per magia, manco fossero merce in saldo. Sbuffo nuovamente, stavolta le cerco sotto il letto. Niente. Nada. Addio. Drasvidania. Respiro profondamente.
-Tu che sei lassù, lo so che mi senti, ti prego fammi trovare ste cuffie- supplico, puntando lo sguardo verso l'alto. Mi rimetto a cercare nuovamente, mia madre non mi da risposta. Guardo l'orologio. Mancano dieci minuti alla campanella.
-Porca...ah...al diavolo!-
Sbotto, lasciando tutto dov'è. Prendo lo zaino e scendo le scale di corsa, inciampando nel pen'ultimo gradino... E te pareva che arrivavo integra senza fare una delle mie figure epiche?
-Haniel le cuffie sono sul tavolo-
Dice mia madre, uscendo dalla cucina.
-Grazie-
Certo, dopo aver messo tutto sotto sopra, tu me lo dici. Penso, prendendole e uscendo velocemente, sbattendomi la porta alle spalle. Guardo l'orario al cellulare. Le otto meno cinque...
-Cavolo!- sbotto, correndo come una pazza. Quella di diritto mi uccide. Lo zaino non mi facilita per niente. Arrivo davanti all'Istituto grondante di sudore, con il fiatone. Bella vista direi, un cane. Uguale. Faccio un ultima corsa superando l'entrata e i corridoi.
Busso.
-Avanti-
Entro.
-In ritardo, eh Gloric?-
-Prof, ho avuto una piccola divergenza mi scusi-
-Ah, quale sarebbe?-
Dovrei raccontarle della storia romantica tra me e le mie cuffiette? Dove loro scappano e io le rincorro?
-Emm...io ho perso l'autobus-
Mi guarda sospettosa, incrocio le dita dietro la schiena.
-Va bene entra, per questa volta ti sei salvata.-
Butto fuori l'aria che non mi sono accorta di aver trattenuto.
-Grazie- ringrazio, accomodandomi al mio posto.
~Lucifero~
Insulsi umani, sono dei esseri troppo deboli. Le loro emozioni li tradiscono. Ancora non capisco come il Padre ha potuto crearli.
-Bene Signor Lucio eccole i suoi orari-
Sorrido, l'umana mi guarda sognante. Decisamente stupida. Non ti posso uccidere, solo perché ho fatto uno stupido patto con quei angioletti da strapazzo. Sento il suo odore nell'aria, dolce ma pungente. Guardo il foglio, notando la classe alla seconda ora, 2 D. Che la ricerca incominci. La campanella annuncia l'inizio della seconda ora. Entro nella classe. Un chiasso assordante mi innonda i timpani. Umani ritardati che non siete altro...un momento, è qui...la sento.
-Seduti-
Dico calmo con voce glaciale, tutti si girano e come ipnotizzati si siedono tranne una. Mi guarda stranamente, si siede lentamente osservandomi con timore. La osservo attentamente, respiro e il suo odore arriva pungente alle mie narici. Sorrido malignamente. Ti ho trovata.

L'ultima rosa biancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora