I suoi occhi...

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Lo guardo, il suo sguardo è fisso su di me. Cavolo, sento i brividi lungo la schiena. Ci stiamo guardando in cagnesco. Decisamente. Il sorriso maligno che mi ha rivolto prima, mi ha fatto girare letteralmente, le budella. Mordo il labbro senza accorgemene. Meglio stargli alla larga. I suoi occhi sono azzurri, quasi trasparenti. Due pezzi di ghiaccio. In questo momento mi stanno trafiggendo, posso sentirne quasi il freddo. Guardo i miei compagni. Non sono mai stati così silenziosi. È come se il tempo si fosse fermato. Mi muovo a disagio sul posto. Lui piega la testa di lato, divertito della situazione.
-Che c'è hai forse paura?-
Il suo tono freddo, mi fa rizzare i peli dietro la nuca. Guardo la reazione dei miei compagni, nessuno batte ciglio. Hey, se questo è uno scherzo, sapete che non è per niente carino!
-N-no cosa dice?- fantastico, pure il tono di voce mi tradisce. Metto le mani tra le gambe, notando il tremolio.
-Ne sei proprio sicura?-
Sussurra lui e stranamente, mi arriva nitido il suono. Come se fosse distante di qualche centimetro. Un altro brivido invade la mia schiena. Mordo il labbro, nuovamente, strappando una pellicina, facendomi un piccolo taglietto. Lui spalanca gli occhi che diventano rossi.
Io indietreggio bruscamente, con la sedia.
-Che cosai sei?- sibilo. Lui ride alla mia domanda, poi ritorna serio.
I suoi occhi color del sangue mi scrutano. Con velocità sovvranaturale è di fronte a me.
-E tu? Lo sai cosa sei?-
Domanda, a un palmo dal mio viso. Chiudo gli occhi. Quando li apro, rimango sconvolta. I miei compagni stanno scrivendo, copiando gli appunti alla lavagna che il professore sta scrivendo. Mi guardo intorno sconcertata. Possibile che mi sono immaginata tutto?
-Ed è così che Roma cadde-
Dice girandosi verso di noi. Mi rivolge un sorriso, inchiodandomi sul posto. Sento un peso sullo stomaco, opprimente. Questo uomo lo metto in classifica, vicino agli horror, nella lista delle cose che mi fanno paura. La campanella mi risveglia dai miei pensieri poco felici. Mentre sistema le sue cose nella sua borsa, una mandria di ragazzine gli ronzano intorno, chiedendo se da delle ripetizioni o robe del genere. Tranquille, parlate pure con il demonio, tanto io me ne sto buona qui.
-Sa prof, io non ho capito questo punto qui- dice Vanessa, piegandosi. Lasciando intravedere il suo generoso decolte. Alzo il sopracciglio, guardando i due, mentre flirtano. Guarda, manca solo che gli fai pure lo spogliarello.
-E tu?-
Dice lui, guardandomi fisso.
-Io cosa?-
Mi sono persa qualcosa?
-Come ti chiami?-
Lo guardo storto. Che te frega?
-Haniel-
Dico muovendomi, a disagio sulla sedia.
-Beh, Haniel, tu hai capito? Non hai bisogno come le tue compagne?-
No grazie, non ho bisogno di fare la gatta morta, specialmente dopo quello che ho...visto?immaginato?
-No, grazie- dico-Sto benissimo seduta qui, non ho intezione di strusciarmi addosso a te-aggiungo in un sussurro. Penso che non mi ha sentito, ma lui mi fissa intensamente rivolgendomi un sorriso malizioso. Corrugo le sopraciglia, è impossibile che mi ha sentito è troppo lontano!
Perché no? Eh, piccola Haniel?
Salto sul posto spalancando gli occhi, lui mi rivolge un sorriso sadico. Prevedo che presto, verrò rinchiusa in un manicomio.
-Bene ragazzi è stato un piacere-
Dice lui, mentre i suoi occhi di ghiaccio mi fissano.
.....................
-Tu non puoi immaginare minimamente, ciò che mi è successo oggi!-
Dichiaro a Tris, mentre apro la porta di casa mia.
-Cosa?- domanda. Rimango spiazzata, da ciò che ho davanti. La mia bocca forma una 'O'. Questo è un incubo.
-Tris devo andare- gli annuncio e chiudo la chiamata.
-Ben tornata, cara. Io e tua madre dovremmo dirti una cosa-
Lo guardo sconcertata, mentre mia madre evita di guardarmi.
-Scusi, ma lei che ci fa qui?-
Domando al mio peggior incubo, i suoi occhi gelidi mi osservano.
-Su cara Margaret, diglielo- le ordina, accavvalando le gambe.
-Haniel, hai presente la storia che ti raccontavo, quando eri piccola prima di dormire?-Annuisco lentamente- quella ragazza sei tu- mi dice con gli occhi lucidi.
-Io sono la Rosa Bianca?- domando incredula.
-L'ultima-
Afferma lui. Lo guardo storto.
-L'ultima?-
Non ci sto capendo niente!
-Quelle prima di te hanno fallito-mi sorride, malignamente. Ma se io sono la Rosa Bianca...lui che cos'è?
-Capisco, ma tu cosa centri in tutto questo?- domando incrociando le braccia al petto. Si alza lentamente e viene verso di me. Si piega leggermente, per arrivare all'altezza del mio orecchio.
-Il Diavolo, Lucifero piccola- sussurra al mio orecchio. Credo di aver perso un battito.
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Spero vi piaccia, non vedo l'ora di leggere un vostro commento.
Alla prossima!

L'ultima rosa biancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora