-Guarda guarda chi sta tornando. Con a braccetto Rosalia, la persona a cui ha riservato un odio profondo. Interessante.- disse Luca.
-Stupido!- ribattei io ridendo.
-Devo dire che mi aspettavo più stile da te.- disse Rosalia al mio fianco.
-Suvvia ragazze, più garbate. Questo adorabile e fighissimo ragazzo, figaggine che tra parentesi non supera la mia, vi sta descrivendo egregiamente.- aggiunse Antonio.
-E tu, caro Antonio, sappi che la tua figaggine viene superata anche da una mucca mentre partorisce, quindi ti pregherei di stare zitto prima di fare una figura di merda e di essere sputtanato ancora di più di quanto io già non stia facendo.- dissi
-Questa è la mia donna.- disse prendendomi a braccetto e tirandomi a se staccandomi da Rosalia.
Il telefono vibrò nella mia tasca, pensai subito a mia madre, non la sentivo da molto e probabilmente era lei a chiamarmi, ma quando guardai il display illuminato il mio cuore ebbe un tuffo.
Dylan mi stava chiamando.
-E chi sarebbe questo Dylan? Qualche americano ti ha fatto girare la testa?- disse con tono malizioso Antonio che stava guardando il mio cellulare.
-Oh rispondo io.- disse Marco prendendo il telefono dalle mie mani.
-Ridammelo!- dissi di scatto.
-No. Pronto?- disse e subito sentii la voce melodiosa di Dylan dall'altra parte del telefono.
-Dylan! Ridammi il telefono puzzone!!- gridai in faccia a Marco che parlottava con Dylan, ma uno parlava italiano e un altro americano e quindi avevano forse un po' di problemi di comunicazione.
Con un balzo presi il telefono dalle mani di Marco e lo portai all'orecchio mentre mi allontanavo dai miei amici.
"Dyl!" dissi emozionata al telefono.
"Oh Alex! Dio quanto mi manchi! Quanto ci vuole per tornare? Già non sopporto più questa maledetta attesa. Sto morendo! Aiuto!" Disse frettolosamente e sorrisi al solo pensiero di ciò che poteva star facendo, tipo passarsi una mano fra i capelli come quando pensa o gesticolare come quando è agitato.
"Oh tesoro! Mi manchi troppo anche tu! Mi sto divertendo molto qui. Ho riaperto porte del mio passato che pensavo di aver chiuso e che non avrei mai dovuto riaprire più, e non solo in senso figurato. Ti amo. Ti amo. Ti amo. Ti amo perchè questo viaggio senza di te non si sarebbe realizzato, ti amo perchè mi dai aria quando mi manca il respiro, ti amo perchè sei una mia ragione di vita." Dissi tutto d'un fiato.
"Alex basta così mi fai sciogliere. E la mancanza si sente di più se continui così."
"Hai ragione. Scusa." dissi.
"Oh, non scusarti. Bhe, ti lascio ai tuoi amici. Non ti ho regalato questo viaggio per stare al telefono con me. Bye sweetie, I wait here for you!" Disse facendomi sciogliere anche con un oceano a dividerci.
Guardai un'ulima volta il display spegnendo poi il cellulare e riponendolo nella mia tasca posteriore.
-Ce l'abbiamo fatta!- urlò Cecilia
-Avanti, bussate.- disse Rosalia
La porta della 7 era molto diversa dalla nostra. La nostra sembrava cadere a pezzi, probabilmente con un calcio qualcuno l'avrebbe sfondata ma non importava perchè in effetti quell'edificio vuoto senza di noi non aveva nessun valore.
Sonia bussò alla porta e ci venne ad aprire un ragazzo che ricordavo lontanamente. Conoscevo pochi ragazzi della 7.
-Sonia, cosa volete?- chiese rivolto verso la ragazza.
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Storia di una sopravvissuta || Dylan O'Brien
Fanfictionff su Dylan O'Brien Alex si è appena trasferita in America. Incontra sin da subito il suo nuovo vicino, si chiama Dylan. Si innamorerà di lui come una bambina, ma ha lasciato parte del suo cuore in Italia. E come può una ragazza vivere solo con la m...