“Cosa non mi dirai?”
Una voce profonda ma palesemente confusa eccheggiò nella stanza.
“Andrea, credevo fossi a Vinovo”
Rispose la donna cercando di mantenere un tono tranquillo.
“Avevo scordato il cellulare, che succede?”Domandò pretendendo velocemente una risposta.
“La settimana prossima ci sono i colloqui e io speravo ci andasse solo la mamma, quindi non volevo che tu lo sapessi”
Rispose velocemente Alessandra mordendosi l'interno guancia.
Non poteva lasciare che suo padre sapesse di cosa stavano realmente parlando.
Andrea la guardò storto, generalmente non si preoccupava della scuola, ma lasciò perdere, era tardi e sarebbe dovuto essere allo JCenter già da diversi minuti.
La giovane sospirò sollevata e un velo sorpresa.
Si voltò verso sua madre e il ricordo le invase la mente.
~
“Non posso, sono troppo giovane per tutto questo!”
Urlò frustrata e con le lacrime che le rigavano il volto.
“E cosa vorresti fare?”
Urlò di rimando il ragazzo facendole chinare il capo.
“Eh?”
La richiamò arrabbiato.
A quel gesto la castana alzò la testa e scontrò quegli occhi che avevano assunto un blu scuro e cupo che quasi la spaventava.
Il più grande guardando quegli occhi marroni pieni di frustrazione e tristezza capì subito le sue intenzioni e sbarrò gli occhi.
“No! Non puoi farlo!”
~
Tentare di nascondere il passato la aiutava a non pensare al presente.
A non pensare a Simone.
Quel bacio, era sbagliato almeno quanto le era piaciuto.
Ma non le era semplicemente piaciuto.Per un momento aveva creduto di aver provato qualcosa e questo la spaventava più di ogni altra cosa.
I sentimenti e le responsabilità che essi portano.
Da ambedue era scappata per tutta la vita.
Era arrivato il momento di parlare con colui che sapeva sempre come aiutarla.
~
“Mi ha detto tutto Simone”
Esordì severamente mentre apriva la porta di casa.
“Mi ha dovuto dire tutto lui perché tu non ti sei neanche fatta sentire”
Continuò alzando il tono di voce.
“Morata capiscimi, era un post sbornia tremendo e avevo appena fatto una delle cazzate più grandi che io abbia mai fatto, non ero nelle condizioni di sentirti parlare come mio padre”
Sospirò mordendosi l'interno guancia.
“Mi hai fatto preoccupare”
Le afferrò un braccio e la attirò a se stringendola in un abbraccio.
“Morata sai che odio gli abbracci”
Sbuffò sonoramente tentando di allontanarsi.
“Sai che non mi importa”
STAI LEGGENDO
defiance ; simone zaza [sospesa]
FanfictionL'arroganza. L'aggressività. La testardaggine. Molto li accomunava ma non sempre due caratteri forti possono andare d'accordo. ~ "Sei insopportabile" Sbuffò esasperata. "E tu sei acida e zitella" Rispose con un tono di sfida. ~ "Non avresti le...